Pitt, Brad (propr. William Bradley)
Attore cinematografico statunitense, nato a Shawnee (Oklahoma) il 18 dicembre 1963. La regolarità dei suoi lineamenti, i colori chiari, il fisico longilineo ma forte rispecchiano i canoni di un tipo di bellezza maschile molto moderna, lontana dai tratti decisi della virilità classica, dotata comunque di un'alta carica erotica. Con le sue interpretazioni P. ha saputo dar vita a personaggi caratterizzati da una forte capacità introspettiva, e ha manifestato una sempre più evidente predilezione per ruoli decisamente 'sopra le righe' che gli hanno consentito di esasperare alcuni tratti interpretativi, non esitando a mortificare il suo aspetto fisico. Nel 1996 il suo talento è stato premiato con il Golden Globe. P. ha trascorso la sua infanzia e la sua adolescenza a Springfield, nel Missouri, dove si era trasferita la sua famiglia. Diplomatosi nel 1982, si è iscritto all'università del Missouri al corso di giornalismo, che nel 1986, a due esami dalla laurea, ha abbandonato per tentare la fortuna a Hollywood. La prima apparizione degna di nota nel mondo del cinema risale al 1991 in Thelma & Louise di Ridley Scott, seguita da ruoli da protagonista in Johnny Suede (1991) di Tom DiCillo e Cool world (1992; Fuga dal mondo dei sogni) di Ralph Bakshi. Fondamentale per la sua carriera è stato l'incontro con Robert Redford che lo ha diretto in A river runs through it (1992; In mezzo scorre il fiume). P. ha quindi riproposto, rinnovandola, la figura del ribelle che irrompe in una situazione di equilibrio sconvolgendola grazie al suo fascino e al suo comportamento anticonvenzionale, con sfumature diverse che sfociano nella drammatica crudeltà del protagonista di Kalifornia (1993) di Dominic Sena, nel tormento del vampiro di Interview with the vampire (1994; Intervista col vampiro) di Neil Jordan, o nel desiderio di fuga del temerario avventuriero del melodramma Legends of the fall (1994; Vento di passioni) di Edward Zwick. Nel 1995 è stato il coraggioso e inquieto poliziotto di Seven di David Fincher e, nello stesso anno, ribellandosi al cliché entro cui l'industria statunitense tendeva a chiuderlo, ha dato vita al personaggio che gli ha valso nel 1996 il Golden Globe e la nomination all'Oscar: lo schizofrenico di Twelve monkeys (L'esercito delle 12 scimmie) di Terry Gilliam. Su questa linea di estremizzazione dei caratteri, che coinvolge anche un lavoro sul proprio corpo, si pongono i ruoli interpretati in Fight club (1999) di Fincher, accanto a Edward Norton, dove appare tumefatto e rasato, e in Snatch (2000; Snatch ‒ Lo strappo) di Guy Ritchie, ambientato nel mondo della boxe, in cui esibisce con ironia un fisico tatuato. Più tradizionali i suoi precedenti personaggi in Sleepers (1996) di Barry Levinson, in The devil's own (L'ombra del diavolo) di Alan J. Pakula e Seven years in Tibet (Sette anni in Tibet) di Jean-Jaques Annaud, entrambi del 1997, e nel non risolto ma interessante Meet Joe Black (1998; Vi presento Joe Black) di Martin Brest, in cui interpreta la figura ambigua, inquietante e piena di fascino di un messaggero dell'aldilà che si identifica con la morte stessa. Nel 2001 P. ha interpretato, con Julia Roberts, The Mexican (The Mexican ‒ Amore senza la sicura) un action movie a basso costo di Gore Verbinski, dove impersona un amabile delinquente coinvolto in eventi che a stento riesce a controllare. Nello stesso anno ha fatto parte del ricco cast di Ocean's eleven (Ocean's eleven ‒ Fate il vostro gioco) di Steven Soderbergh, remake dell'omonimo film (1960) di Lewis Milestone, ed è stato diretto da Tony Scott in Spy game, ambientato nel mondo della CIA, che lo vede giovane agente salvato in extremis dalla profonda e paterna amicizia del più anziano collega (Robert Redford).
S. Regan, Brad Pitt, New York 1992.
M.Z. Seitz, Brad Pitt, New York 1996.
A. Dempsey, Brad Pitt, Philadelphia 1997.
P. Guzzetti, Brad Pitt, Parsippany (NJ) 1998.