BRAHMAPUTRA
("Figlio di Brahma"; A. T., 93-94) - Fiume del Tibet e dell'India nord-orientale: ha una lunghezza totale di 2900 km.; la superficie del bacino drenato è di 670.000 kmq. La portata, nella stagione delle piogge, a Goalpara (Assam) è stimata a 168.500 mc. al secondo. Nasce a 4700 m. s. m. dai ghiacciai della catena Kubi-gangri e Ganglung-gangri, ad oriente del lago Manasarowar, e dopo un primo lunghissimo percorso nel Tibet in direzione O.-E., sotto il nome di Tsang-po ("fiume", propr. Mar tsangpo o Jaro tsang-po), giunto circa al 95° long. E. piega verso S.-SE., per traversare con forte pendenza e corso impetuoso l'estremo lembo orientale della catena dell'Himālaya sotto il nome di Dihang e sboccare nell'Assam a 160 m. s. m., a 95° 30′ E.; indi, col nome di Brahmaputra, scorre in direzione SO. sino al 90° E., per dirigersi finalmente a S. e gettarsi nel Gange di fronte a Goalundo e finire nel comune grande delta del Golfo del Bengala.
Nel tragitto tibetano raccoglie varî affluenti (Raga tsang-po, Ki-chu, Nvang-chu), tocca la città di Shigatse, passa a S. di Lhasa e lambisce Chetang. Dopo il suo sbocco nell'Assam molti corsi d'acqua vi affluiscono dal Tibet orientale (Dihang, Luhit), dai monti meridionali (Dihing, Dayang) e dall'Himālaya (Manas, Tista). Sotto Dibrugarh il Brahmaputra defluisce nella pianura con letto espanso disseminato d'innumerevoli isole e va svolgendo un gigantesco lavorio alluvionale. Su ciascun lato l'immenso fiume lancia fuori dal letto principale larghi rami che raggiungono il corso principale dopo molti chilometri. Il fiume gira poi rapidamente attorno alle propaggini delle Garo Hills dirigendosi a S., entra nel distretto di Rangpur e continua per circa altri 238 km. sotto il nome di Jamuna attraverso le aperte pianure del Bengala sino alla sua confluenza col ramo principale del Gange o Padma (Padda), unitamente al quale raggiunge l'estuario del Meghna di fronte a Chandpur. Il corso inferiore del fiume sembra aver subito notevoli cambiamenti topografici anche in tempi recenti. Tutto il corso inferiore del fiume si presenta come un'immensa rete di canali, parte dei quali resta all'asciutto nella stagione fresca e secca, e si sommerge e rigurgita nell'annuale periodo delle inondazioni.
Per importanza agricola e commerciale, il Brahmaputra segue dappresso il Gange e supera forse l'Indo. Tuttavia, a differenza di questi due fiumi, le sue acque sono poco utilizzate per l'irrigazione artificiale, poiché il naturale periodo di inondazioni e le piogge abbondanti di questa zona bastano a fertilizzare le terre coltivabili.
La navigazione a vapore è possibile dal mare per circa 1300 km., ossia sino a Dibrugarh. La vasta superficie del corso inferiore del Brahmaputra è coperta di bastimenti indigeni d'ogni specie. Nella valle dell'Assam propriamente detta si svolge invece un traffico battelliero che ha relativamente poca importanza. Goalpara è il grande emporio del traffico, e Gauhati è il punto estremo generalmente raggiunto dai grandi bastimenti. Per risalire da Goalundo a Dibrugarh occorrono quattro giorni e mezzo: per discendere bastano tre. Gli scali più importanti sono, sulla riva destra, Sirajganj (emporio di juta e d'altri prodotti agricoli), Dhubri, Tezpur, Bishnath; sulla sinistra, Goalpara, Gauhati, Silghat e Dibrugarh.
Bibl.: The Imperial Gazetteer of India, IX, Oxford 1908; I.G. Bartolomew, Thackerp Reduced Map of India, Calcutta-Londra 1910 (1 : 4.435.200).
Storia dell'esplorazione. - Fino a 60 anni fa il corso del fiume nel Tibet (quasi 1500 km.), sotto il nome di Tsang-po, era ignoto, poco o nulla essendone detto anche nella relazione del p. Ippolito Desideri, che aveva percorso l'intera valle dello Tsang-po nel 1715-16. Solamente le carte del D'Anville (1731) informavano dell'esistenza e del decorso approssimativo del fiume. Più precise notizie si ebbero soltanto dai topografi indigeni inviati da T.G. Montgomerie, dell'Ufficio trigonometrico indiano: Nain Singh (1865-66), entrato nel Tibet dal Nepal, esplorò lo Tsang-po da Tadum a Shigatse, e risalì la valle fino al Marium La, non lontano dalle sorgenti del Brahmaputra; successivamente Lala e Nem Singh (1875-78) rilevarono il fiume a valle della confluenza del Kyit-chu fino a Gyala Dzong (94° long. E.). Rimaneva ancora insoluto il problema fondamentale, quale dei grandi fiumi sboccanti dalle valli a S. dell'Himālaya rappresentasse la continuazione dello Tsang-po. Le carte cinesi pubblicate dal D'Anville sembravano identificarlo coll'Irawady, ma le esplorazioni di Vilcox (1827), Haunay (1835), Kingdon Ward (1914), Farrer (1919) all'Irawady e di Kinthup e Krishna (1880) nel Tibet dimostrarono che l'Irawady non era in alcun modo connesso con lo Tsang-po. Nel 1904 si determinava il corso dello Tsang-po con la triangolazione e il rilevamento regolare della valle, da poco a monte di Shigatse fino al bacino d'origine del fiume, per opera di ufficiali inglesi partecipanti alla spedizione militare di Lhasa. Sven Hedin, nel 1906-08, individuò la sorgente dello Tsang-po-Brahmaputra, nei ghiacciai della catena Kubi-gangri. Rimaneva sempre il problema del tratto intermedio o Dihang che attraversa la catena dell'Himālaya fino al Brahmaputra. Il governo dell'India, negli anni 1911-13, mandò una serie di spedizioni per esplorare questa zona di frontiera. Riconosciuto completamente il Dihang, giunsero finalmente il Bailey e il Morshead a constatare la continuità dello Tsang-po col Brahmaputra, ma non poterono esplorare completamente le strette gole nelle quali si sviluppa la grande curva del fiume. Ne fu percorso gran tratto nel 1924 da F. Kingelon Ward e lord Cawelor; restano ancora sconosciuti forse 10 km. del corso.