brama
Come ‛ bramare ' (v.), di cui è deverbale, ricorre solo in poesia, anzi solo nella Commedia, e quasi sempre in rima. Indica " desiderio ", più o meno ardente, riferito a vari oggetti, in I f XV 111 vedervi, / s'avessi avuto di tal tigna brama, / colui potei che...; XXXII 94; Pg XV 78 E se la mia ragion non ti disfama / ... Beatrice... / ti torrà questa e ciascun'altra brama; Pd XXVII 9 oh vita intègra d'amore e di pace! / oh santa brama sicura ricchezza!
Significa " propriamente il bestiale appetito di manicare " (Boccaccio), in If I 49 Ed una lupa, che di tutte brame / sembiava carca ne la sua magrezza; analogamente, in Pd IV 4 sì si starebbe un agno intra due brame / di fieri lupi, e, con minore intensità, in Pg XXIII 35 Chi crederebbe che l'odor d'un pomo / sì governasse, generando brama...? Da notare, nei primi due di questi esempi, l'uso del plurale.