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ANDALÒ, Brancaleone

di Albano Sorbelli - Enciclopedia Italiana (1929)
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ANDALÒ, Brancaleone

Albano Sorbelli

Di celebre e potente famiglia bolognese, che aveva dato podestà ai maggiori comuni d'Italia (Genova, Firenze, Ferrara, Treviso, Lucca, Modena, Siena), godeva di tale riputazione nella sua città, che quando un'ambasceria di Romani andò a Bologna a chiedere un magistrato che li reggesse con titolo e potere di senatore, il Maggior consiglio propose Brancaleone degli Andalò. Egli accettò, pur esigendo ostaggi, e per tre anni assolse il suo ufficio con giustizia e rigore. Ristabilì l'ordine, mostrandosi severo contro chiunque lo violasse; costrinse il papa Innocenzo IV a riconoscere i diritti del popolo; portò lo sgomento in tutti coloro che erano soliti spadroneggiare in Roma. Nel 1255, al compiersi del triennio, il popolo lo riconfermò; ma i nobili insorsero, imprigionarono Brancaleone e nominarono senatore, in sua vece, Manuello Maggi bresciano. I Bolognesi allora tennero in più sicura custodia gli ostaggi del comune di Roma; anzi li affidarono alla moglie di Brancaleone, Galeana Savioli. Solo nel 1256 Brancaleone, liberato a onerose condizioni, poté ritornare alla città sua. Ma il popolo romano, presto stancatosi del Maggi, insorse violentemente nel 1257, lo massacrò e richiamò Brancaleohe, che contro nobili e ribelli usò anche maggiore rigore di prima. Nel 1258, quando tutta la città e le terre attorno erano in suo potere, Brancaleone morì improvvisamente: alcuni sospettarono di veleno. I Romani gli resero grandi onori e ne raccolsero il cuore in un'urna di porfido che innalzarono su un'eminente colonna. A continuarne l'opera, chiamarono lo zio di lui, Castellano Andalò.

Bibl.: V. Lazzari, Dissertazione intorno la prigionia di Brancaleone d'Andalò, Bologna 1873; L. V. Savioli, Ann. bologn., III, i, p. 258 seg.; G. Milanesi, Del tumulto successo in Roma nel 1256 e della prigionia di B. d'A., in Giornale stor. arch., I, p. 188 segg.

Vedi anche
Gregorovius, Ferdinand Storico (Neidenburg, Prussia Orientale, 1821 - Monaco 1891). Di famiglia di origine polacca, dopo alcune prove nel campo del romanzo e del teatro e un appassionato saggio, Die Idee des Polentums (1848), scoprì la sua vocazione di storico, tentando una monografia sull'imperatore Adriano, in cui scorgeva ... Clemènte IV papa Gui Faucoi (Guido Fulcodii: n. Saint-Gilles, Nîmes, inizio sec. 13º - m. Viterbo 29 novembre 1268); avvocato, presi gli ordini sacri dopo la morte della moglie, divenne vescovo di Le Puy (1257), arcivescovo di Narbona (1259), cardinale (1261). Eletto pontefice il 5 febbraio 1265, succedendo a Urbano ... comune medievale Caratteristica forma di governo autonomo cittadino apparsa nell'Europa occid. dopo il Mille, che si sviluppò fino a ottenere riconoscimenti giuridico-politici da autorità superiori (re, imperatore) e che in Italia raggiunse una indipendenza di fatto. Le origini All'origine del c.m. vi furono molti fattori, ... Ghibellini Sostenitori della fazione tedesca capeggiata dagli Hohenstaufen, signori di Waibling (da cui il nome) e duchi di Svevia, in contrapposizione ai Guelfi.
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    Conte (n. 1220 circa - m. Roma 1258) di Casalecchio, appartenente a una nobile famiglia bolognese, per la sua fama di equità fu chiamato a Roma e nominato senatore; nel triennio della sua carica (1252-55) esercitò l'ufficio con imparzialità e rigore, in difesa dei diritti del popolo contro i nobili ...
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    Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 3 (1961)
    ANDALÒ, Brancaleone Emilio Cristiani Appartenente a una famiglia nobile bolognese, discendente dall'antica consorteria dei Carbonesi, che intervenne sempre attivamente nelle lotte di fazione di Bologna e del suo contado, parteggiando per i ghibewni, e che, di padre in figlio, esercitò quasi per professione ...
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