branchi, stormi, banchi di pesci
Da piccoli gruppi a insiemi di centinaia di migliaia di individui
Il comportamento sociale degli animali caratterizza relazioni relativamente stabili e solitamente continuative tra diversi individui appartenenti alla medesima specie. Varia da una famiglia 'monogamica' con uno o più figli (unità sociale familiare) a insiemi di centinaia, migliaia o centinaia di migliaia di animali, come formicai, alveari, grossi banchi di pesci, stormi di centinaia di migliaia di storni in migrazione. Gli etologi, però, classificano i gruppi sociali in base alla natura e solidità di rapporti tra individui, verificando se essi si conoscano 'personalmente' tra loro o se almeno esercitino un ruolo sociale definito e riconoscibile per gli altri animali
Cos'è un insieme sociale? Se c'è accordo tra gli studiosi sul fatto che un nucleo familiare di mammiferi, come babbuini, delfini o castori, siano in grado di riconoscersi fra loro, essi si chiedono se un gruppo di migliaia di alici, di centinaia di zebre in migrazione nelle pianure africane o un aggregato schiamazzante di una dozzina di passeri siano in grado di rappresentare un insieme socialmente definito. Potrebbe infatti accadere che numeri anche molto elevati di animali si concentrino in una medesima località geografica semplicemente perché attirati da condizioni di clima, disponibilità di cibo, di nascondigli o altri elementi ambientali, senza però per questo stabilire un vero e proprio rapporto sociale fra individui. Secondo alcuni etologi in questo caso non si tratterebbe di insiemi sociali, bensì di relazioni spontanee insufficientemente provviste di un vincolo di socialità.
I rapporti di coppia a fini riproduttivi, che prevedono lunghi e ripetuti corteggiamenti (nonché frequentemente la condivisione delle cure parentali per l'allevamento della prole), rappresentano relazioni reciproche tra individui della stessa specie concordemente osservabili e soprattutto stabili e possono entrare a pieno titolo a far parte dei rapporti da considerarsi sociali.
Il rapporto madre-figlio. Va ricordato che il rapporto sociale primario e originario, almeno per i Vertebrati superiori (Mammiferi, Uccelli e alcune famiglie di Rettili, Anfibi e Pesci con spiccate attitudini sociali), si verifica nel rapporto madre-figlio. Su questo vincolo si possono strutturare, per analogia, tutti i successivi rapporti sociali di un determinato individuo. Tale visione, che trova consensi anche tra psicologi, psichiatri e più di recente psicanalisti, servirebbe a spiegare sia il modo in cui si struttura il comportamento sociale giovanile e adulto, sia le sue eventuali e pericolose deviazioni psicopatologiche. Per esempio, un attaccamento insicuro, dovuto a cure parentali rarefatte oppure eccessive, da parte di una madre particolarmente ansiosa, creerebbe a sua volta insicurezza, asocialità o un comportamento manifestamente aggressivo nell'individuo adolescente, adulto, o in fase di invecchiamento.
Le specie eusociali. L'eusocialità è caratteristica di alcune specie animali e deve soddisfare tre condizioni: nello stesso gruppo ci sono individui di generazioni diverse; si verifica la cura cooperativa della prole; c'è una divisione riproduttiva del lavoro, con ruoli separati, ma di mutua cooperazione.
Gli animali eusociali comprendono insetti sociali (api, vespe, formiche, termiti); un solo crostaceo sociale (una specie di gambero che vive nelle spugne) e assai rari vertebrati sociali, come una specie di ratto nudo dell'Africa orientale (Somalia, Kenya).
Socialità a 'intermittenza'. Esistono casi intermedi di socialità, come nei conigli selvatici. In ambiente a substrato duro, difficile da scavare per le tane, le femmine, stabilendo ruoli e rapporti sociali di dominanza e di subordinazione, difendono le poche tane disponibili lasciandole 'in eredità' alle figlie. In ambiente a substrato sabbioso, invece, dove scavare è molto facile e non esistono limiti ambientali al numero delle tane, non si creerebbero rapporti sociali stabili e ruoli definiti.
Negli acquari di grandi dimensioni si possono vedere in azione le principali leggi che regolano la vita di un gruppo animale, come la competizione tra individui della stessa specie per il cibo al momento della sua somministrazione. Negli acquari casalinghi si può procedere a facili esperimenti con cibi consueti o insoliti per stimolare la competizione intraspecifica, ossia tra individui della stessa specie: per esempio fornendo vermetti vivi a pesci che da sempre sono stati nutriti con cibo liofilizzato. L'acquario consente anche di osservare facilmente la competizione per il cibo tra specie di pesci diversi (competizione interspecifica), evidenziandone la maggiore o minore abilità a nutrirsi in funzione della velocità di nuoto, delle dimensioni, dell'aggressività interspecifica.
Interessante è anche notare la regolarità nelle distanze tra i singoli individui: pesci della stessa specie si muovono infatti in banchi ordinati, ma la loro distanza interindividuale diminuisce di colpo tra tutti gli individui contemporaneamente se spaventati dall'avvicinarsi di un pesce predatore di maggiori dimensioni, da un colpo battuto all'improvviso sull'acquario, e così via.
Gli uccelli cittadini rappresentano un modello facilmente accessibile per esaminare la ripartizione dei ruoli tra individui della stessa specie che costituiscono un gruppo socialmente stabile.
Tipico delle cornacchie e degli storni ‒ che spesso, cercando cibo a terra, sono esposti a predatori quadrupedi quali volpi o gatti ‒ è utilizzare individui-sentinella, che restano a turno appollaiati in alto su un albero a 'fare la guardia'. Un'osservazione ripetuta permette di scoprire chi svolge il ruolo di sentinella. Con l'aiuto di un taccuino e di una penna non è difficile distinguere singoli individui in un branco di cornacchie: basta infatti annotarsi la forma di cappuccio di piume nere che varia da individuo a individuo. A questo punto non resta che attribuire un nome o una sigla a ciascuna cornacchia per vedere se la sentinella è sempre lo stesso uccello, oppure se vari individui svolgono a turno questo ruolo.
I branchi di passeri rivelano a primavera bizzarre leggi di aggregazione sociale. Spesso osserviamo gruppi molto chiassosi perché tutti i soggetti maschi che li compongono emettono un rumoroso pigolio che durante le ore del primo mattino regolarmente disturba chi non è solito alzarsi all'alba. Si tratta in realtà di gruppi composti da 5 a 8÷10 individui che corteggiano tutti assieme la stessa femmina, per essere preferiti nell'accoppiamento. A distinguere i maschi di passero dalle femmine, è il tipico comportamento di 'elemosinare il cibo' che i maschi mostrano per accattivarsi l'interesse della femmina, 'travestendosi' da neonati passeracei affamati.
La televisione a colori ha prodotto un'esplosiva quantità di filmati grazie ai quali è possibile compiere osservazioni etologiche (un trucco utile è quello di spegnere l'audio per concentrarsi esclusivamente sulle immagini animali). Molto di quanto detto a proposito degli acquari può essere facilmente osservato nelle riprese subacquee di grandi gruppi di sardine, acciughe, tonni, tonnetti e altri pesci mediterranei o tropicali.
Le strategie di gruppo che le prede mettono in atto per difendersi sono ben evidenziate dalle immagini di grandi insiemi di zebre e gnu africani nel corso delle loro due migrazioni annuali: nel caso di attacchi da parte di coccodrilli, leoni, iene, a disorientare i predatori potranno essere una corsa sparpagliata, o il sacrificio di un certo numero di esemplari del gruppo (basso rispetto al grosso del branco), che, saziando l'appetito dei predatori, permette ai sopravvissuti di compiere con successo migrazioni di chilometri.