Vedi BRAURON dell'anno: 1959 - 1973
BRAURON (v. vol. ii, p. 166)
Gli scavi proseguiti dall'Etairia greca hanno chiarito la struttura del complesso santuario.
Immediatamente vicino al tempio si innalzava un grandioso portico, costruito nel decennio 430-420 a. C., in forma di ???SIM-50??? con colonnato su tre lati e delimitato nel quarto lato (lato S) da alcuni edifici nei quali è stato possibile riconoscere la Tomba di Ifigenia, un altare e la cosiddetta casa sacra. Il portico consiste in un colonnato dorico (colonne, triglifi, epistilio e cornici in pòros, parte dello stilobate, capitelli e metope in marmo) lungo 30 m (=100 piedi) nel lato N, 24 m nel lato O e circa il doppio nel lato E. Sul colonnato (ornato di statue e rilievi) si apriva una fila di ambienti uguali (dimensioni m 6 × 6) ognuno dei quali conserva tracce di impianti per letti: si tratta dell'abitazione delle orsette (ἄρκτοι), le fanciulle che prendevano parte alle βραυρώνια in onore della dea. L'identificazione è assicurata anche dalle statue di fanciulle rinvenute nell'area del portico e dal soggetto dei rilievi (file di offerenti dinanzi ad Artermde-Ifigenia; Oreste e Ifigenia alla presenza di varie divinità). È venuta alla luce anche un'interessante iscrizione databile al 416 nella quale appare un elenco dei doni preziosi offerti nel santuario e che dai tesorieri venivano affidati in custodia al Brauronion dell'acropoli di Atene. Il portico è andato completamente distrutto alla fine del IV sec. a. C., probabilmente per lo straripamento del fiume Erasinos (la vita nel santuario però dovette proseguire almeno sino al III sec. a. C., come provano alcune iscrizioni). A N del lato settentrionale del portico, dei propilei rappresentavano molto probabilmente l'entrata al santuario per chi proveniva da ῾Αλαὶ ᾿Αραρηνίδες (v. loutza, vol. iv, p. 695). Sono venuti alla luce anche resti di un edificio più antico del VI sec. a. C, ad E del portico, e un ponte sul fiume Erasinos. Non sono invece ancora stati identificati alcuni edifici, quali una palestra e un ginnasio, menzionati in una iscrizione dei nomotheti.
Per quanto riguarda in particolare la zona del tempio, si è potuto rilevare che dal lato dell'opistodomo pochi scalini irregolari portano ad una fonte: in quest'area i trovamenti sono anteriori al 480, l'anno del saccheggio effettuato dai Persiani che, secondo Pausania, avrebbero trasporlato a Susa il simulacro di Afrodite.
Nella località è stato ritrovato un rilievo di Polydeukion (v. vol. vi, p. 291) rappresentato, secondo l'iconografia caratteristica di alcune stele di periodo classico, come banchettante: si tratta probabilmente di un ricordo innalzato da Erode Attico in questa località che, nel II sec. d. C., doveva rappresentare esclusivamente un terreno adatto alla caccia.
Il materiale proveniente dagli scavi, ora esposto al Museo Nazionale di Atene, sarà in seguito raccolto in un museo immediatamente contiguo all'area scavata.
Bibl.: Bull. Corr. Hell., LXXXII, 1958, p. 674 ss.; LXXXIII, 1959, p. 589 ss.; LXXXIV, 1960, p. 666; LXXXV, 1961, p. 638 ss.; LXXXVI, 1962, p. 664 ss.; LXXXVII, 1963, p. 704 ss.; Το Ερηον, 1957, p. 20 ss.; 1958, p. 30 ss.; 1959, p. 13 ss.; 1960, p. 21 ss.; 1961, p. 20 ss.; 1962, p. 25 ss. Per i trovamenti: S. Papaspiridi Karouzou, Η τυζλθ Αρκτος, in Arch. Eph., 1957 (1961), p. 68 ss.; J. Frel, Deux têtes d'"Arktoi"..., in Bull. Mus. Hongrois Beaux-Arts, XXIV, 1964, p. 3 ss.; J. G. Landels, The Brauron aulos, in Ann. Br. School Athens, 1963, pp. 116 ss.; L. Ghali Kahil, Quelques vases du sanctuaire d'Artemis à B., in Neue Ausgrab. in Griechenland, I, 1963, p. 5 ss.; id., Autours de l'Artemis attique, in Antike Kunst, VIII, 1965, p. 20 ss.; I. Kondis, Artemis Brauronia, in Arch. Deltion, XXII, 1967, p. 156 ss.; Ch. Bouras, Η αναστθλωσις τθς βραυρωνος, Atene 1967.