Vedi BRESCIA dell'anno: 1959 - 1973 - 1994
BRESCIA (ν. vol. Il, p. 167 e S 1970, p. 162)
Nel corso dell'ultimo ventennio scavi e ricerche sistematiche hanno permesso di delineare con maggior precisione i caratteri della città tra il periodo preromano e il Medioevo. Tracce dell'insediamento preromano sono state individuate in tutti i settori dell'area urbana compresa entro le mura romane, ma resti sicuri di abitato sono apparsi solo nell'area prospiciente il Capitolium e in Via Trieste, nell'area del Collegio Arici. Ciò starebbe a documentare un insediamento collocato di proposito ai piedi del colle Cidneo, in un'area favorevole per fattori geografici (percorsi fluviali, esposizione, linee naturali di pendenza). Un approfondimento dei dati relativi al modello insediativo preromano potrebbe facilitare la comprensione delle innovazioni urbanistiche introdotte con la romanizzazione.
Per quanto riguarda l'urbanistica di età romana non si può prescindere dalla prima ricostruzione (Mirabella Roberti, 1970) che proponeva la tesi di un impianto ortogonale con al centro il foro che delimitava insulae di sviluppo non omogeneo. Una successiva ripresa di questa ipotesi (Arslan, 1971) sottolinea la diversa funzionalità dei settori della città: artigianale quello occidentale; commerciale e culturale quello organizzato intorno al foro; residenziale quello orientale. L'area suburbana meridionale sarebbe stata interessata in un primo momento (età augustea) da impianti di necropoli lungo gli assi stradali principali e in seguito, dopo il II sec. d.C., da un insediamento di ville suburbane.
Accanto ai monumenti già noti (Capitolium, santuario repubblicano, teatro, basilica in precedenza interpretata come curia) vanno ricordati: la domus di Via Trieste, databile fra l'età tardorepubblicana e l'età flavia, alla quale si sovrappose un grande edificio termale; l'edificio di Via Alberto Mario, accanto al quale si rinvenne un tratto di cardo, il complesso termale di Corso Magenta (sotto il Liceo Arnaldo); la grande domus di Via Veronica Gambara; il tempio di età flavia inglobato nel Mastio Visconteo, nell'area dell'Arce; i grandi edifici con pavimenti a mosaico sotto il Credito Agrario Bresciano e sotto il Duomo Vecchio. Il complesso forse più rilevante è compreso nell'ambito del Monastero di S. Giulia, sito ai piedi del castello, nel settore orientale della città romana. Dei tre nuclei individuati, la domus «del ninfeo» si articolava intorno a un cortile porticato che su un lato presentava grandi esedre e una vasca, nella struttura, appunto, di un ninfeo; gli ambienti residenziali erano organizzati in due ali. Le rilevanti dimensioni dell'edificio lasciano supporre una destinazione pubblica o l'appartenenza a un personaggio di alto rango. Parzialmente indagata, la domus dell'Ortaglia di S. Giulia ha finora restituito numerosi ambienti con ricca e raffinata decorazione sia nei pavimenti a mosaico («èmblema dilatato» con scena dionisiaca), sia nelle pitture parietali (scena nilotica con pigmei), gli uni e le altre databili al periodo flavio. Il rinvenimento più recente, tra il decumanus di Via Musei e il cardo di Via Piamarta, riguarda un edificio a pianta articolata costituito da numerosi vani disposti intorno a una struttura quadrangolare centrale, con porticato e peristilio. Tra i pavimenti, eseguiti in varie tecniche (a mosaico, a lastre marmoree, in cocciopesto), va ricordato, in particolare, un mosaico con testa di Medusa e kàntharos in un èmblema centrale policromo. Non mancano affreschi con un ricco repertorio; su alcune pareti compaiono ingenui graffiti caricaturali: volti maschili o femminili, animali. Il complesso, che sembra potersi datare fra il I e il II sec. d.C., con successive modifiche e ristrutturazioni rimase sostanzialmente in uso fino a età tardoantica, quando si verificarono il crollo e la distruzione parziale delle strutture.
Ancora scarsi e poco articolati sono i dati relativi a resti architettonici tardoantichi e altomedievali (edificio fra Via Musei e Via Piamarta; grande edificio porticato sopra una domus di Via Alberto Mario; rinvenimenti sul castello). Si tratta di strutture che presentano netti cambiamenti nelle tecniche e segnano l'avvio dell'edilizia medievale. A ridosso di S. Maria in Solario, un impianto di riscaldamento con ipocausto di periodo tardo longobardo o carolingio si propone invece ancora come diretta conseguenza della tecnologia romana e allude alla presenza di una committenza privilegiata che poteva permettersi un balneum privato. Nel Medioevo, peraltro, molti edifici romani (curia, teatro) e persino la rete idrica erano ancora in uso, benché riadattati, a conferma di una continuità abitativa nell'area di S. Giulia prospiciente Via Musei e presumibilmente in tutto il settore centro-occidentale di Brescia.
Il complesso di S. Giulia, fondato nel 753 dalla regina Ansa, moglie di Desiderio, da alcuni anni è sottoposto a un radicale intervento di restauro. A lavori ultimati costituirà la sede di un organismo museale nel quale confluiranno tutti i materiali che illustrano i varî aspetti dello sviluppo della città e del suo territorio. Nel settore archeologico verranno esposti oggetti provenienti in prevalenza dal Museo Archeologico e in parte dall'ex Museo dell'Età Cristiana, oltre a materiali già nei depositi civici e di nuova acquisizione, fra i quali quelli provenienti dai recenti scavi.
Bibl.: AA.VV., Storia di Brescia, I, Brescia 1963, passim; E. Arslan, Considerazioni sulla struttura urbanistica di Brescia romana, in Latomus, XXVII, 1968, pp. 761-785; M. Mirabella Roberti, Il villaggio preromano di Brescia e la formazione della colonia romana, in Atti del Convegno di Studi sulla città etrusca e italica preromana, Imola 1970, pp. 231-239; E. Arslan, Nuove considerazioni sulla strutturazione urbanistica di Brescia romana, in AttiCItRom, III, 1971, pp. 173-177; id., Uno scavo stratigrafico davanti al Capitolium flavio di Brescia, ibid., IV, 1972-73, pp. 99-140; P. L. Tozzi, I fattori topografici di Brescia romana e lo sviluppo urbanistico della città, in Saggi di topografia storica, Firenze 1974; M. Mirabella Roberti, Gli ultimi dieci anni di scavi romani a Brescia, in Atti del Congresso internazionale per il XIX centenario della dedicazione del Capitolium. Brescia 1973, Brescia 1975, pp. 5-20; G. Panazza, Brescia e il suo territorio da Teodorico a Carlo Magno, in I Longobardi e la Lombardia (cat.) [Milano] 1978, pp. 121-142; AA.VV., San Salvatore di Brescia. Materiali per un museo, I, 1-2, Brescia 1978; AA.VV., Brescia romana. Materiali per un museo, II, 1-2, Brescia 1979; C. Stella, L. Bezzi, Itinerari di Brescia romana, Brescia 1979; AA.VV., Archeologia urbana in Lombardia, Modena 1984, pp. 78- 79) 157-173; G. Panazza, G. P. Brogiolo, Ricerche su Brescia altomedievale, I, Brescia 1988. - Per i più recenti rinvenimenti nell'area urbana si veda anche il Notiziario della Soprintendenza Archeologica della Lombardia, 1981-1989.