BRESLAVIA (ted. Breslau; boemo Vratislav; pol. Wróclaw; lat. Vratislavia)
Capitale della Slesia (provincia della Prussia) e per popolazione sesta città della Germania. Essa è posta a 51° 7′ di lat. N. e a 17°2′ di long. E., all'altezza di 114 m. sul mare. Il clima risulta dai seguenti dati: media annua 8°, 6; media gennaio − 1°, 6; aprile 7°, 8; luglio 18°, 7; ottobre 9°, 1; escursione annua media 20°, 3. La media annua delle precipitazioni è di circa 560 mm., Con massimi in giugno e agosto.
Breslavia, al centro della Slesia, costituì il suo nucleo originario (Duomo, chiesa di S. Egidio, primitivo borgo ducale) in un'isoletta dell'Oder, quasi al centro della biforcazione, presso la riva destra del ramo destro. La biforcazione rendeva facile il passaggio del fiume, mentre la città era abbastanza lontana dal ramo destro più impetuoso (Alte Oder) per non dover soffrire delle piene del fiume, ma abbastanza vicina per servirsene più tardi per la navigazione. Nella prima metà del sec XIII l'isola fu congiunta completamente alla terra (altre isolette simili esistono ancora a nord-est), ma nel suo successivo sviluppo la città si estese specialmente sulla sinistra dell'Oder, dapprima fra esso e il suo affluente Ohle (che attraversava la città, ma che dal 1880, per ragioni igieniche, è stato fatto confluire due chilometri più a monte), e poi tra l'Oder e le fortificazioni (costruite sotto Carlo IV e demolite nel 1813). Successivamente, a nord la città è stata contenuta dall'Oder, verso sud invece, di là dalle antiche opere di difesa, essa ha assunto un progressivo e regolare sviluppo radiale. L'incremento edilizio iniziatosi verso il 1830 con la costruzione di nuovi quartieri ha creato una città moderna, che ben presto (settembre 1901) s'è annessa i sobborghi di Nikolai (a ovest), Schweidnitzer e Strehlener Vorstadt (a sud, presso la stazione principale), Ohlauer Vorstadt (est e sud-est), Sandvorstadt (nord-est), Odervorstadt (nord). In precedenza (1897) erano già stati compresi i sobborghi di Pöpelwitz e di Kleinburg; negli anni successivi furono aggiunti quelli di Herdain, Dürrgoy, Morgenau, Leerbeutel (1904) e Grachen (1911). La parte interna di Breslavia è caratterizzata da vie piuttosto strette (specialmente presso l'antico corso dell'Ohle), che s'incrociano abbastanza regolarmente e la suddividono in un grande numero di isolati; la parte nuova invece ha strade larghe senza una fisionomia caratteristica. Centro della prima è il Ring (in Slesia questo nome è usato per indicare il mercato o la piazza principale), in mezzo al quale sorge il Municipio; ogni lato della piazza ha un suo nome particolare con cui viene indicata anche la corrispondente parte della città (Naschmarktseite a nord, Siebenkurfürstenseite a ovest, Goldene Becherseite a sud, Grüne Röhrseite a est). Varie costruzioni del Rinascimento e barocche si trovano nel Ring, come l'antica dimora dei re di Boemia (costruita nel '500, con affreschi che rappresentano il re e i sette elettori) e il Vecchio Municipio. Centro della città nuova è invece il Reichspräsidenten Platz.
Nel 1763 Breslavia aveva appena 42 mila abitanti e nel 1811 62 mila. Ma ben presto, specialmente in rapporto con lo sviluppo industriale della Germania, cominciò ad acquistare importanza la sua posizione sull'Oder. Nel 1852 la città aveva già 121 .000 abitanti che salirono a 210.000 nel 1871, a 273.000 nel 1880, e a 340.000 nel 1890. Il primo impianto elettrico per illuminazione data dal 1891; nel 1871 è stato costruito l'acquedotto a filtri; negli anni 1875-81 è stata eseguita la canalizzazione sotterranea per la fognatura della città. Il successivo aumento di popolazione, collegato all'importanza industriale sempre maggiore dell'Alta Slesia, è stato fortissimo, ma è malamente individuabile, dati i mutamenti avvenuti nella circoscrizione della città in seguito all'annessione dei sobborghi. Nel 1900, con 423.000 ab., Breslavia era la quinta città della Germania, nel 1910 raggiunge 514.000 abitanti, nel giugno 1925 ne conta 554.801, ma passò nella graduatoria delle città al sesto posto, essendo stata superata da Dresda. I protestanti sono circa 330.000, i cattolici 195.000, gli ebrei 23.000. L'annessione alla Polonia di parte della Slesia si è fatta risentire nella vita di Breslavia finora solo scarsamente, per la maggiore utilizzazione industriale della parte della Slesia rimasta alla Germania.
L'importanza commerciale di Breslavia ha preceduto quella industriale; essa ha avuto un forte incremento dalle molte linee ferroviarie che vi fanno capo e che la uniscono a Gleiwitz, Königshütte, Poznań, Berlino, Dresda, Mittelwalde, ecc., e dal fatto che mentre fino al 1897 l'Oder era navigabile solo fino a Breslavia, ne fu prolungata la navigabilità fino a Kosel. Per rendere questo possibile era necessario evitare i molti ponti della città (principali: Sandbrücke del 1861; ponte dell'Università, 1869; Lessing e König, 1875; Guglielmo, 1876; del Duomo, 1890; Gröschel, 1897; Werder, 1905; Kaiser, 1910); cosa che si è ottenuto facendo passare il traffico per il ramo sinistro dell'Oder (Alte Oder) e per due canali paralleli (Flutkanal e Breitenbachfahrt) che si staccano da esso presso il ponte Hindenburg e si ricongiungono all'Oder, 7 chilometri più a monte, presso il ponte Guglielmo. Lo specchio d'acqua dove l'Ohle confluisce nell'Oder serve da porto per i vapori da carico e per i rimorchiatori, mentre i più grossi piroscafi s'arrestano nel Canale di Grande Navigazione (Grossschiffkanal), posto nella parte settentrionale della città e costruito nel 1912-17. Una ferrovia di circonvallazione unisce i due porti e serve anche per le comunicazioni dei sobborghi tra loro. Nel 1926 sono state spedite dal porto fluviale di Breslavia 599 mila tonnellate di merci e ne sono state ricevute 149 mila (Kosel, 1926, rispettivamente 2394 mila e 728 mila). Il commercio è soprattutto importante per quanto riguarda carbone (Alta Slesia), legname, cereali, farine, zucchero, canapa, prodotti tessili, scorie di metalli, sementi. Esso è agevolato dall'esistenza di molte banche e da fiere campionarie annuali, che si svolgono in marzo e settembre nella Jahrhunderthall (uno dei più grandi fabbricati d'Europa) per i tessuti, il cuoio, gli oggetti casalinghi e gli articoli chimici, in maglio per macchine agricole, oggetti ausiliarî alla costruzione, articoli per uffici.
Lo sviluppo industriale è recente; esso è connesso al vicino distretto carbonifero. Oltre che rifornire la densa popolazione dell'Alta Slesia esso si è specializzato nella costruzione di macchine ferroviarie, macchine per la fabbricazione della carta e dello zucchero, macchine agricole. Tra le altre produzioni è importante quella dello zucchero, dell'alcool, dei mobili e della carta. Sviluppata è anche l'industria molitoria. La maggior parte delle fabbriche è localizzata nella Nikolai Vorstadt.
La città fino al 1905 non possedeva acquedotto, ma usava l'acqua dell'Ohle convenientemente depurata per mezzo di una complicata serie di filtri; nel 1905 è stata terminata la conduttura che reca alla città l'acqua della regione sorgetifera Tschansch, Althofnass e Pirscham (bassure dell'Ohle).
Bibl.: F. Enderwitz, Das Werden und Wachstum Breslaus, in Beitr. Schles. Landeskunde, Breslavia 1925, pp. 1-27; Breslaus Lage, Natur und Entwicklung. Eine Festgabe dem XIII. deutschen Geographentage, 1901; Hallama, Führer durch Breslau, 1925.
Monumenti. - La città, malgrado la sua grande importanza fin dal Medioevo, non ha monumenti gotici notevoli all'infuori del Palazzo municipale, né altri più antichi. Un'arte piuttosto fredda, senza caratteristiche spiccate, vi eresse e ornò molte chiese, importanti più per la storia della cultura che per valore estetico. Nei secoli XVII e XVIII Breslavia ebbe un periodo di splendore che lasciò alcuni monumenti importanti.
Tra le chiese ha il primo posto la cattedrale, incominciata nel 1244 a ricostruirsi in stile gotico primitivo, consacrata nel 1272. Il suo corpo principale è del principio del sec. XIII; il coro minore fu terminato nel 1361; in seguito venne aggiunta la parte occidentale, a cui Hans Berthold e Franzke addossarono il porticato nel 1465-68. Ha forma basilicale, in tre navate, senza transetto, con due coppie di torri. Nell'intemo, che allo stato attuale è opera soprattutto dei secoli XVII e XVIII, va ricordata soprattutto la Madonna col Bambino di Luca Cranach il Vecchio. Tra i monumenti principali della città sono da annoverare le due costruzioni barocche "cupola addossate alla cattedrale; la cappella di S. Elisabetta e quella dell'Elettore. La prima, costruita in forma tutta italiana nel 1680, conserva due pregevoli sculture in marmo di Domenico Guidi. L'altra cappella, eretta fra il 1720 e il 1727, su disegno di J.B. Fischer von Erlach di Vienna, ha cupola su pianta ellittica, e decorazioni molto vivaci, alla maniera tedesca meridionale: sculture di Ferdinand Brockhof di Praga. La chiesa di S. Elisabetta, della fine del sec. XIV, ha numerosi altari intagliati; un tabernacolo per il Sacramento, in pietra arenaria, alto 15 m., opera di Jodocus Taucher (1453-55). La chiesa di S. Croce della prima metà del sec. XIV, a pianta cruciforme, con navate di eguale altezza, si distingue per bella disposizione dei frontoni e delle torri. Ricca di tombe è la chiesa della Maddalena, della seconda metà del sec. XIV. Il suo pulpito (1579-81) e il fonte battesimale (1576) sono opera di Friedrich Gross. La chiesa di S. Maria "auf dem Sande". Del sec. XIV-XV è a tre navate di eguale altezza, col coro eseguito da Jodocus Taucher nel 1463-65. L'interno, finito nella prima metà del sec. XVIII, presenta un vistoso insieme di altari, pulpiti, stalli, ecc.; degno di nota è il gruppo della Pietà (sec. XV), proveniente dalla Boemia. Una delle produzioni più caratteristiche del barocco in Slesia è la chiesa del Nome di Gesù (1689-98) con vòlte dipinte da Joh. Michael Rottmayer di Rosenbrunn (finite nel 1706), e decorazioni di Christoph Tausch (1722-27). Tra i monumenti civili, il Palazzo municipale è il più importante del tardo Medioevo in tutta la Marca orientale. L'epoca più importante della sua costruzione è la fine del sec. XV. Un altro monumento importantissimo è l'università, eretta nel 1728-40 per collegio dei gesuiti da Blasius Peintner e Joseph Frisch su disegni di Christoph Tausch. Come esempio dello stile del classicismo incipiente va ricordato il palazzo del presidente provinciale (Oberpräsidium), eretto da G. I. Langhaus nel 1766. Al centro della città dànno poi un aspetto vivace numerose abitazioni antiche. Quali saggi perfetti della plastica classicista tedesca vanno ricordati il monumento sepolcrale del generale Tauentzien (morto nel 1791), di K. G. Langhaus e G. Schadow, e il monumento a Blücher, di Ch. Raucli (1820-27). In questi ultimì tempi, per opera del Pölzig e di altri, alle antiche costruzioni sono venute ad aggiungersene delle recenti, le quali, dopo un brutto periodo di decadenza, mostrano ciò che può e vuol fare la nuova architettura.
Breslavia è ricca di musei. Citiamo il Museo slesiano d'arte industriale e d'antichità con raccolte di plastica, mobili, arte locale ecc.; quello delle belle arti, che possiede una buona collezione di antichi maestri olandesi e l'opera completa del pittore barocco slesiano Willmann; e finalmente il Museo diocesano (Fürstbischöfliches Diözesanmuseum) con sculture e arredi sacri di gran pregio. (V. tavv. CLXXV a CLXXVIII).
Bibl.: C. Gurlitt, Breslau, in Deutsche Stadtbilder, VIII (1906); M. Lutsch, Kunstdenkmäler der Stadt Breslau, Breslavia 1886; B. Andreae, Breslauum 1800, Breslavia 1921; A. Schmucke, Breslau, Breslavia 1921; F. Geschwendt, Breslau in der Neuzeit, Breslavia 1922; G. Hallama, Breslau, Breslavia 1927; G. Dehio, Handbuch d. deutschen Kunstdenkm., II, Berlino 1926, pp. 62-81.
Vita culturale. - Nel sec. XVIII, ai tempi della prima e seconda scuola di Slesia, Breslavia fu uno dei maggiori centri della diffusione del gusto barocco e dell'influenza italiana in Germania: vi dimorarono, fra gli altri, Hoffmannswaldau, Lohenstein, e, per breve tempo, anche Opitz. Il Köler e Christian Gryphius vi insegnarono al Ginnasio; e i "belli e ornati studî" vi furono in onore, tanto da indurre i gesuiti ad aprirvi nel 1702 una loro università, la Leopoldina. Durante la guerra dei Sette anni vi soggiornò a lungo, al fianco, del generale Tauentzien, Lessing, e vi compose la Minna von Barnhelm; poi l'annessione alla Prussia, con cui la guerra si conchiuse, diede alla città il suo orientamento culturale definitivo. Breslavia divenne il baluardo avanzato del germanesimo ai confini col mondo slavo. Dopo esser riuscito a salvare la città nella pace di Tilsit, Federico Guglielmo III vi trasportò a tal fine, nel 1811, l'università di Francoforte sull'Oder (v.), fondendola con la Leopoldina in un organismo nuovo e vitale (Friedrich-Wilhelm-Universität) e precisamente da Breslavia nel marzo del 1813, lanciava l'appello: An mein Volk. Fra i primi insegnanti furono uomini insigni come il von Raumer e il filosofo Stefens; e la movimentata, e, a un tempo, un po' provinciale vita universitaria di quegli anni è pittorescamente evocata dal Frevtag in Soll und Haben. Particolarmente difficili ne furono le condizioni, come nel resto della Prussia, durante la reazione che seguì al 1815. Poi gradualmente l'ascensione riprese. Verso il 1855 il Mommsen v' insegnava storia antica, mentre la direzione degli archivî era affidata al Wattenbach. Soprattutto però l'università trasse una propria fisionomia da una costante tradizione di appassionata partecipazione degli uomini di scienza alla vita politica nazionale. Hoffmann von Fallersleben, il cantore di Deutschland über alles, vi fu maestro e poi collega del Freytag; e per un quarto di secolo vi fu personalità dominante l'autore del Kampf um Rom, Felix Dahn. Lo stesso indologo Hillebrandt fu anche attivo uomo politico. Nel dopoguerra quello che prima era stato posto d'avanguardia si trasformò in posto di osservazione e di studio; e a tale funzione risponde, più direttamente, un apposito istituto, Osteuropa-Institut, fondato nel 1918 per lo studio dell'Europa slava sotto tutti i suoi aspetti. Il numero degli studenti è, ora, di circa 4000 per semestre. E un altro migliaio frequenta il Politecnico, istituito nel 1910. La Biblioteca universitaria è ricca di 550.000 volumi con 3200 incunaboli e 4500 manoscritti; e notevole. importanza hanno anche la Biblioteca civica o Rehdiger-Bibliothek, dal nome dell'umanista Thomas Rehdiger (1540-1576) (fu inaugurata nel 1645 e contiene ora 25.000 volumi e oltre 4000 manoscritti) e la Capitolare (75.000 voll., 400 incunaboli e 300 mss.). L'Accademia di belle arti risale al 1791. Fra i teatri i maggiori sono il Thaliatheater e, specialmente, il Teatro d'opera: nel 1802-04 vi fu direttore Carl Maria von Weber; e nel 1913, per il centenario delle storiche vicende del 1813, la Germania imperiale vi celebrò una delle sue ultime grandi parate, con l'esecuzione del Festspiel in deutschen Reimen di Hauptmann.
Bibl.: Kaufmann, Geschichte der Universität B., Breslavia 1911; H. Stabenow, Geschichte des Breslauer Theaters, Breslavia 1921; F. Milkau, Die Universitätsibliotheken zu B., Breslavia 1911, e, per la Bibl. capitolare, v. M. Fliegel, in Zeitschrift des Vereins für die Geschichte Schlesiens, LIII.
Storia. - Il nome di Vratislavia appare per la prima volta nel 1000; ma la città è certamente d'origine più antica. È molto probabile che se ne possa considerare fondatore il duca di Boemia Wratislaw (morto nel 921). Egli ne fece un castello al confine a difesa dai popoli slavi orientali, sulla riva sinistra dell'Oder. Passata sotto il dominio della Polonia, già verso il 1100 Breslavia era considerata, con Cracovia e Sendomir, una delle città principali del regno. Sparse attorno al castello, vi erano alcune colonie agricole, sulla riva sinistra dell'Oder; si sa di certo che nel sec. XII vi erano insediati Valloni e Tedeschi. Il duomo, costruito nel 1158, si elevava su un'isola che oggi non esiste più. Nel sec. XII sorsero dei villaggi anche sulla riva destra del fiume. Ma tutto andò sommerso per l'invasione mongola (1241); la popolazione emigrò sulle isole del fiume, che offrivano un rifugio sicuro. Scomparsi, nello stesso anno, i Mongoli, il duca Boleslao (v.) fece ricostruire la città, per farne la sede di coloni tedeschi. La città fu costruita secondo un piano regolare; il Ring divenne il centro della popolazione tedesca dedita ai commerci; per i mercanti slavi, il cui commercio consisteva essenzialmente nel sale delle saline di Wieliczka, si stabilì un mercato speciale, il Salzring (ora Blücherplatz). Pare che a presiedere allo sviluppo edilizio urbano fosse dal duca preposto un nobile, con le funzioni di Vogt (avvocato), che stava a capo della bassa giurisdizione. Il primo Vogt è ricordato nel 1254; più tardi l'avvocazia passò a una famiglia di cittadini, dalla quale il consiglio comunale l'acquistò nel 1324. Il fatto più importante nella storia cittadina di questi primi tempi è l'introduzione, nel 1261, del diritto di Magdeburgo che anche qui costituì il fondamento degli ordinamenti comunali e della procedura giudiziaria. Tutto questo accentuò il carattere prettamente tedesco di Breslavia. Già nel 1263 la città venne ampliata dal duca Enrico III, con la fondazione della città nuova, a est delle vecchie costruzioni, che nel 1327 fu unita alla città vecchia. Poco prima il duca aveva trasferito la propria residenza nell'Isola del Duomo, il territorio ducale sulla riva sinistra dell'Oder fu per la maggior parte donato a istituzioni ecclesiastiche. Lo sviluppo economico della città ebbe grande impulso dal privilegio del duca Enrico III, con il quale il diritto di scarico e di deposito delle merci nelle terre ducali era limitato alla sola città di Breslavia. La città era governata da un consiglio costituito in un primo tempo di sei, e successivamente di otto uomini, i quali eleggevano anno per anno i loro successori; il tribunale era formato da 11 scabini, eletti dal consiglio, e presieduti anticamente dal Vogt, più tardi dal più anziano del consiglio.
Nel 1335 morì Enrico VI ultimo duca di Slesia della stirpe polacca dei Piasti; il principato e la città passarono al re Giovanni di Boemia della casa di Lussemburgo. Sotto i re di Boemia la città raggiunse il vertice della sua prosperità; nel 1357 il consiglio cittadino ottenne il capitanato (Landeshauptmannschaft) sul principato di Breslavia, che conservò, con maggiori e minori interruzioni, fino al 1636. Il più anziano del consiglio portò quindi il titolo di Landeshauptmann (capitano territoriale). Sotto Carlo IV (1346-1378) la città si estese oltre il suo vecchio ambito e fu circondata da un nuovo muro di cinta. Già nel 1333 era scoppiata una sommossa degli artigiani, riuniti in corporazioni, contro il consiglio, che si componeva per la maggior parte di mercanti. Il primo tentativo fu soffocato, ma nel 1389 ricominciarono le lotte: le corporazioni adoperarono mezzi rivoluzionarî, mentre l'atteggiamento dei re di Boemia di fronte a questi tentativi era assai incerto. Le lotte ebbero fine nel 1439, con l'ammissione di due artigiani nel collegio del consiglio e di altri due in quello degli scabini; ordinamento che rimase in vigore fino alla soppressione delle corporazioni coattive (1808).
Di maggior importanza generale fu la parte che Breslavia ebbe nella lotta contro i Cèchi ussiti. Il consiglio si rifiutò, nel 1458, di riconoscere il nuovo re Giorgio Podiebrad e resistette anche gli anni seguenti, fino a che avvenne la rottura fra il papa Pio II e il re. Nella lotta della curia contro l'ussitismo di Podiebrad, Breslavia fu la roccaforte della politica papale. Fra il 1461 e il 1467 la città mantenne una stabile rappresentanza diplomatica a Roma; e a Breslavia risiedette un legato papale. Nel 1463 la città fu posta sotto la protezione immediata del papa. Nel 1468 il consiglio, e altri rappresentanti della Lega cattolica strinsero un patto con Mattia Corvino, re d'Ungheria, che dal papa e dall'imperatore era stato contrapposto al Podiebrad come re di Boemia; la città gli rese omaggio nel 1469. Così finì il breve periodo del protettorato papale e dell'effettiva indipendenza. Anche dopo la morte di Giorgio Podiebrad (1471), Breslavia mantenne fede a Mattia Corvino, che fu qui assediato nell'inverno 1474 dalle forze riunite polacco-boeme. L'assedio dovette essere interrotto a causa della rigida stagione e delle malattie: l'8 dicembre a Gross-Mochbern, nei pressi di Breslavia, fu firmato un armistizio. Seguì nel 1479 il trattato di Olmütz (Olomouc), nel quale Ladislao di Boemia cedette i paesi secondarî della corona boema, e quindi anche Breslavia, a Mattia Corvino. Con ciò s'iniziò un'epoca di dominazione ungherese, che significò per la città la perdita di molti diritti civili e la decadenza finanziaria, ma che la preservò dalla snazionalizzazione. Dopo la morte di Mattia (1490) il vecchio statuto fu ristabilito e fu riconosciuto il re Ladislao di Boemia, che era stato acclamato re anche in Ungheria. Intanto la nuova crescente fortuna di Lipsia e dei centri commerciali della Germania meridionale rese sempre più illusorî i diritti e privilegi di Breslavia, compreso il diritto di deposito e scarico delle merci, al quale Breslavia rinunziò definitivamente nel 1515. Sotto Luigi, ultimo re di Boemia della stirpe degli Iagelloni (1516-1526), la città poté godere di una libertà politica quasi illimitata e si riprese economicamente. La Riforma vi fu introdotta molto presto (1524). Nel 1526 Ferdinando d'Asburgo fu riconosciuto re di Boemia anche a Breslavia; i suoi tentativi di soffocarvi la Riforma s'infransero contro l'opposizione del consiglio. Ma l'espansione della nuova dottrina rimase limitata alla città stessa; l'Isola del Duomo, residenza episcopale, e il capitolo conservarono la fede cattolica. Breslavia rifiorì ancora nella seconda metà del sec. XVI; anche le scienze prosperarono.
La guerra dei Trent'anni cagionò a Breslavia danni non molto gravi. La pace di Praga (1635) concesse alla città libertà di religione, ma le tolse la Landeshauptmannschaft sopra il principato di Breslavia. Solo dopo la pace di Vestfalia la Controriforma penetrò in Breslavia. Nel 1659 l'imperatore diede ai gesuiti il castello, che era stato costruito al principio del sec. XVI; ed in quel punto essi eressero, fra il 1728 e il 1736, l'università istituita nel 1702. Poco dopo nuovi ordini monastici cattolici furono accolti nella città. Si devono alla loro attività architettonica molte costruzioni in stile barocco. L'inaugurazione (1668) del canale Federico Guglielmo (o Millrose), che congiunge l'Oder con la Sprea e quindi anche con l'Elba, fece prosperare il commercio e l'industria, soprattutto l'industria tessile. Ma l'unione fra la Sassonia e la Polonia impedì un maggiore sviluppo.
La città aveva a stento conservato negli ultimi decennî del dominio austriaco la sua amministrazione autonoma e la libertà di religione; il passaggio sotto il dominio prussiano nella prima guerra slesiana la liberò dall'incubo delle tendenze controriformistiche, ma le costò la sua libertà civica. Già ai primi di gennaio del 1741 Federico il Grande strinse un patto di neutralità con la città; il 10 agosto la fece occupare con un colpo di mano. In un primo tempo il consiglio rimase in vigore, ma fu sottoposto a un direttore reale; nel 1748 un decreto soppresse la rappresentanza cittadina e il govemo della città passò tutto nelle mani d' impiegati regi. La città ebbe molto a patire durante la guerra dei Sette anni. Dopo la pace Federico cercò di sanare le piaghe della guerra e le sue cure si rivolsero anzitutto alle istituzioni scolastiche; favorì anche l'industria; ma i miglioramenti non sopravvissero al crollo dello stato prussiano (1806). Al principio del 1807 la città fu conquistata dai Francesi condotti dal viceré Gerolamo, e rimase occupata fino al dicembre 1808.
Nel 1809 riebbe la sua amministrazione autonoma; solo la polizia rimase alle dipendenze dello stato. Nello stesso tempo i sobborghi e soprattutto i territorî vescovili furono annessi al comune e furono abrogate le giurisdizioni ecclesiastiche. Nel 1810 furono pure aboliti i conventi in seguito all'editto di secolarizzazione. Nel 1813 Breslavia divenne il centro della rivolta prussiana contro Napoleone I; di qui partì la dichiarazione di guerra del 16 marzo.
Bibl.: Katalog der Druckschriften über die Stadt Breslau, edito dalla Stadtbibliothek, Breslavia 1903; V. Löwe, Schlesische Bibliographie, Breslavia 1927, I, pp. 153-197. Fra le fonti, le principali sono: P. Eschenloer, Historia Wratislawiensis 1438-1471, in Scriptores rerum Silesicarum, VII (redazione tedesca 1479, ed. da I.G. Kunisch), Breslavia 1827-1828; G. A. Tzschoppe e G. A. Stenzel, Schlesischlausitzische Urkundensammlung zur Geschichte der Ursprungs der Städte und der Einführung und Verbreitung deutscher Rechte, Amburgo e Berlino 1832; G. Korn, Breslauer Urkundenbuch, Breslavia 1870; Rechnungsbücher der Stadt Breslau, ed. da C. Grünhagen, in Cod. dipl. Silesiae, III, Breslavia 1860; Politische Correspondenz Breslaus, 1454-1490, ed. da H. Markgraf, B. Kronthal e H. Wundt, in Cod. dipl. Sil., VIII, IX, XIII, XIV, Breslavia 1873-1894; Breslauer Stadtbuch, ed. da H. Markgraf e O. Frenzel, in Cod. dipl. Sil., XI, Breslavia 1882.
Fra i periodici, da ricordare le Mitteilungen aus dem Staatsarchiv und der Stadtbibliothek zu Breslau, dal 1894; e la Zeitschrift des Verreins für Geschichte und Altertum Schlesiens, dal 1856.
Fra le storie della città: S. B. Klose, Von Breslau. Dokumentierte Geschichte und Beschreibung in Briefen, voll. 5, Breslavia 1781-1783; N. Pol, Jahrbücher der Stadt Breslau (fino al 1623), ed. da I.G. Büsching, voll. 2, Breslavia 1813; C. A. Menzel, topographische Chronik von Breslau, Breslavia 1805-1807; C. Grünhagen, Breslau unter den Piasten als deutsches Gemeinwesen, Breslavia 1861; I. Stein, Geschichte der Stadt Breslau im 19. Jahrhundert, Breslavia 1884; F. G. H. Weiss, Chronik der Stadt Breslau, Breslavia 1888. L'opera principale, più sicura ed estesa è di H. Markgraf, Geschichte Breslaus, 2ª ed., Breslavia 1913; A. Schmide, Breslau, eine Heimatkunde, Breslavia 1921.