BRESLAVIA (VII, p. 816)
Questa città è stata seriamente danneggiata dalla guerra e circa l'80% dei suoi impianti industriali (1939: 7.000 stabilimenti con 90.000 operai) sono andati distrutti. Spostato il confine orientale della Germania all'Oder e al Neisse, Breslavia, che ha assunto come nome ufficiale la forma polacca Wroclaw, appartiene ora alla Polonia ed è il capoluogo del voivodato della Bassa Slesia (24.497 kmq. e 1.930.496 ab. nel 1946). I suoi abitanti, che erano 629.565 nel 1939, sono ora 168.000. Nella primavera del 1946 buona parte dei Tedeschi sono stati rimpatriati e sostituiti con Polacchi, di religione cattolica. Tra gli edifici ricostruiti s'annovera l'università (con 7 facoltà: 2850 allievi nel 1946-47). Hanno ripreso il lavoro le officine elettriche, le fabbriche di vagoni ferroviarî, le acciaierie.
Con l'entrata in Slesia delle armate del maresciallo Konev, nell'ultima fase delle grandi operazioni della seconda Guerra mondiale sul territorio del Reich (18 gennaio 1945), Breslavia fu coinvolta nella lotta: lotta disperata per le armate germaniche, che tentavano arginare la travolgente avanzata all'Oder dei Sovietici. Konev si attestò sull'Oder tra Breslavia ed Oppeln; il 24 gennaio occupò quest'ultima città; forzò la linea dell'Oder, fortemente sistemata a difesa, su un fronte di 100 km.; conquistò Olhau e Brieg; con manovra aggirante; bloccò Breslavia. Ma la città, per quanto circondata, resisté a lungo e solo nella seconda decade di febbraio la manovra poté dirsi conclusa, dopo un ultimo, accanito combattimento per le strade, con la resa avvenuta il giorno 16.