FRIEL, Brian
Scrittore e drammaturgo irlandese, nato a Omagh, nella contea di Tyrone, il 5 gennaio 1920. Dopo aver studiato a Derry trascorse un periodo nel seminario di Maynooth, che lasciò nel 1948 per dedicarsi all'insegnamento. Attivo nel movimento per i diritti civili dei cattolici dell'Irlanda del Nord, si trasferì nella contea di Donegal nell'Eire. Esordì con novelle che pubblicò inizialmente sulla rivista americana The New Yorker e in seguito ha raccolto nei volumi The saucer of larks (1962), The gold in the sea (1966) e The Diviner (1979). Scrive anche radiodrammi per la BBC.
Il suo primo lavoro teatrale è The enemy within (1962). Importante per la formazione teatrale è l'incontro con T. Guthrie, mitico regista dell'Old Vic di Londra, che negli anni Sessanta aveva fondato un nuovo teatro a Minneapolis (USA).
Nel 1965 riscuote il primo grande successo con il dramma Philadelphia, here I come, tradotto in italiano e trasmesso dalla RAI l'anno successivo. Altre opere sono The loves of Cass McGuire (1967), Lovers (1969), Crystal and Fox (1970). L'esplosione della violenza politica negli anni Settanta trova riscontro in opere di grande impegno civile, anche se non perfette da un punto di vista formale: The freedom of the city (1974) e Volunteers (1979).
Nel 1980 ha fondato con il critico S. Deane, il poeta S. Heaney, l'attore S. Rea e il musicista D. Hammond la compagnia teatrale Field Day, che opera nella città di Derry ma presenta i propri spettacoli anche nell'Eire e a Londra.
Con la trilogia Faith healer (1980), Translations (1981) e The communication cord (1983) e con i recenti Making history (1989) e Dancing at Lughnasa (1990), F. analizza tutte le implicazioni politiche, sociali e psicologiche del linguaggio, riflettendo sul colonialismo e sulla conseguente espropriazione dell'antica lingua e cultura celtica.
Bibl.: D.E.S. Maxwell, Brian Friel, Lewisburg 1973; U. Dantanus, Brian Friel: a study, Londra 1988; B. Friel, Il guaritore, traduzione, introduzione e note di C. De Petris, Roma 1989.