Helm, Brigitte
Nome d'arte di Brigitte Eva Gisela Schittenhelm, attrice cinematografica tedesca, nata a Berlino il 17 marzo 1906 e morta ad Ascona (Svizzera) l'11 giugno 1996. Sebbene la sua carriera sia stata breve, limitata per lo più agli anni Trenta, la H. si affermò, sin dal suo esordio, come una delle icone del conturbante fascino femminile dell'epoca del cinema muto. Bellezza algida ed enigmatica, capace di conferire ai suoi personaggi sfumature sensuali, ottenne infatti un enorme successo già con Metropolis (1927) di Fritz Lang, rivelando una recitazione in perfetta sintonia con i canoni estetici del cinema espressionista.
Dopo aver conseguito il diploma, fu scelta da Lang per il duplice ruolo della protagonista di Metropolis: Marie, docile lavoratrice della città del futuro, e il suo doppio malefico, costruito in laboratorio per incitare gli operai alla rivolta, automa seducente e provocatore che avrebbe ispirato molti robot femminili delle successive produzioni hollywoodiane. Nel 1927, in seguito al successo della sua interpretazione, la H. firmò un contratto con l'UFA, ottenendo, nello stesso anno, una parte in Am Rande der Welt (Ai confini del mondo) di Karl Grune, film di guerra dai toni pacifisti, tanto modificato dalla casa di produzione che il regista decise di prenderne le distanze. Al 1928 risale Die Jacht der sieben Sünden (Lo yacht dei sette peccati) di Jacob e Luise Fleck, e all'anno successivo Skandal in Baden-Baden (Che scandalo… quella donnina) di Erich Waschneck, film con i quali la casa di produzione tentò di trasformare la H., impegnata in ruoli di donna fatale, in una star internazionale. Perfettamente in linea con il personaggio del suo esordio è invece quello affidatole in Alraune (1928; La mandragola) di Henrik Galeen, horror fantastico che riprende motivi espressionisti, in cui è una donna, nata da un esperimento, che esercita con divertita crudeltà il suo potere distruttivo ed erotico; due anni più tardi la H. avrebbe recitato anche nella versione sonora del film (La figlia del male) diretta da Richard Oswald. Fu Georg Wilhelm Pabst, che nel 1927 le aveva offerto la parte dell'angelica ragazza non vedente in Die Liebe der Jeanne Ney (Il giglio nelle tenebre), a cogliere in lei la possibilità di interpretare film in cui l'esasperazione degli stilemi espressionistici risulta problematizzata da tratti realistici. Le affidò così il ruolo di un'inquieta donna sposata, combattuta tra la volontà di rispettare le regole della società borghese e il desiderio di infrangerle, nel dramma psicologico Abwege (1928; Crisi) e, quattro anni più tardi, quello della misteriosa e ambigua regina Antinea nel film sonoro Die Herrin von Atlantis (Atlantide). Nel 1929 aveva lavorato nel francese L'argent diretto da Marcel L'Herbier, melodramma liberamente ispirato al romanzo di É. Zola, e in Die wunderbare Lüge der Nina Petrowna (Sublime menzogna) di Hanns Schwarz, nel ruolo di una prostituta di buon cuore.
Con l'avvento del sonoro le apparizioni cinematografiche della H. si fecero più rare e meno significative, rimanendo il suo stile recitativo, composto e al contempo solenne, legato all'espressività del cinema muto. Offrì la sua ultima interpretazione in Ein idealer Gatte (1935; Un marito ideale) di Herbert Selpin, adattamento di An ideal husband di O. Wilde scritto da Thea von Arbou. Nello stesso anno la H., sciolto il contratto con l'UFA, sposò un industriale ebreo e, critica nei confronti del nazismo, abbandonò la Germania, trasferendosi prima a Monaco di Baviera, poi in Svizzera; con limitate eccezioni di film in cui compare nel ruolo di sé stessa, rifiutò tutti i ruoli che le vennero in seguito offerti.
R. Ramin, Brigitte Helm. Geschichte einer glückhaften Karriere, Berlin 1933; P. Herzog, G. Vazzana, Brigitte Helm. From Metropolis to Gold, New York 1994.