brillamento
brillaménto [Der. di brillare "risplendere di luce viva e tremolante", forse dal lat. beryllus "berillo"] [LSF] Oltre che nel signif. proprio, quale "aumento di splendore, di intensità" e simili, anche "mandare raggi", nei signif. propri e figurati di "raggio". ◆ [GFS] B. aerofotogrammetrico: metodo di restituzione fotogrammetrica, consistente nel proiettare opportunamente su un medesimo schermo due fotogrammi della porzione di terreno in esame, ripresi da due diversi punti; la rappresentazione del terreno si ha per intersezione di coppie di raggi corrispondenti. ◆ [ASF] B. solare: locuz. proposta, con fortuna, da G. Abetti nel 1946 (che rende l'ingl. solar flare e il fr. éruption chromosphérique), per indicare l'improvviso temporaneo aumento di radiazione monocromatica che avviene in una regione limitata della cromosfera solare e in prossimità di macchie solari attive: v. Sole: V 328 b. Per osservarlo occorre una visione del Sole in luce monocromatica, mediante uno spettroeliografo o un filtro monocromatico, per es. quello di Lyot; eccezionalmente, esso appare visibile anche in luce integrale, a causa dell'aumento di splendore di tutto lo spettro visibile, e appare allora come un'improvvisa incandescenza sul disco solare. A. Secchi, che fu tra i primi a osservare il fenomeno, lo descrisse come fiamme rosse in mezzo a macchie. Lo studio sistematico dei b. solari è relativ. recente (all'incirca dal 1939) ed è molto importante sia per la fisica solare in sé, sia per gli effetti geofisici (tempeste ionosferiche e magnetiche, aurore polari, ecc.) dovuti alle radiazioni elettromagnetiche e corpuscolari ("folate di vento solare") che s'originano nel b. e raggiungono l'atmosfera terrestre.