BRINDISI
(gr. Βϱεντέσιον; lat. Brundisium, Brentisium)
Città della Puglia meridionale, capoluogo di prov., il cui toponimo deriverebbe secondo Strabone dal messapico brunta o brunda (testa di cervo), con allusione al sito al centro del quale, su un promontorio, sorge la città, una profonda insenatura biramificata (seno di Levante e seno di Ponente) che si collega per mezzo di uno stretto canale (il canale Pigonati) a un'insenatura esterna (il porto Mediano), chiusa in parte dall'isola del Porto o di Sant'Andrea.Antica città messapica, dopo la conquista romana, B. divenne punto nodale di traffici terrestri e marittimi, come terminale delle vie Appia e Traiana e come principale porto di imbarco per l'Oriente. La presenza cristiana risalirebbe al 5° secolo. Al primo vescovo, s. Leucio, vissuto forse in età subapostolica, fu dedicata la chiesa episcopale, visibile ancora nel sec. 16° (Della Monaca, 1674, nr. 224). L'occupazione longobarda e le incursioni saracene nel sec. 8° produssero un periodo di decadenza della città, che si vide privata del vescovo, trasferitosi per sicurezza nell'entroterra, a Oria. In questo periodo di declino le reliquie di s. Leucio vennero traslate a Trani e le antiche chiese furono distrutte. Un'epigrafe incisa sulla base di una delle due colonne terminali dell'Appia cita il protospatario bizantino Lupo, che nella seconda metà del sec. 10° 'costruì' la città: "urbem hanc struxit ab imo", espressione che allude a un riassetto dell'abitato antico in posizione più ristretta ed elevata a N del promontorio, in un'area riconoscibile dal tracciato viario più irregolare. Dalla cinta muraria, non più esistente, dovette rimanere fuori la stessa chiesa episcopale. Alla fine del sec. 11° la città divenne feudo del normanno Roberto il Guiscardo e poi di suo figlio Goffredo, che ottenne il trasferimento della sede vescovile da Oria. Allo stesso Goffredo e alla moglie Sighelgaita si deve la costruzione dell'importante insediamento monastico benedettino femminile con il titolo di S. Maria, indicato dai documenti come sito in civitate vetere. Ruggero II, conquistata la città nel 1145, contribuì alla formazione del nuovo assetto urbano spostando la sede vescovile nella nuova cattedrale, eretta nel sec. 12° sul luogo del tempio di Diana e Apollo nell'antica acropoli e ricostruita nel sec. 18° dopo un terremoto. Dopo il saccheggio di Guglielmo I il Malo nel 1156 si ha notizia di fortificazioni costruite da Tancredi, a cui si deve anche la costruzione di una fontana esterna alla città sullo stesso sito di una fontana romana. Un importante riferimento urbano fu la domus Margariti, casa di un grande ammiraglio fedele ai Normanni, divenuta poi sede della regia curia e della zecca e infine distrutta in epoca angioina per far posto al convento francescano di S. Paolo. Per la sua importanza strategica B. divenne sede di vari ordini cavallereschi e nel sec. 13° Federico II vi costruì il c.d. castello di Terra sulla riva del seno di Levante con impianto quadrato e torri angolari.Dal porto di B. partì la crociata del 1228 e innumerevoli pellegrini per la Terra Santa fanno menzione del luogo nei loro itineraria. Con gli Angioini, alla fine del sec. 13°, la cinta muraria fu rinforzata ulteriormente e si costruì il primo nucleo del castello di Mare sull'isola di Sant'Andrea, mentre avveniva l'insediamento di nuovi ordini monastici, tra i quali i Domenicani, con la chiesa del Cristo a S dell'abitato, e i Francescani, con la chiesa di S. Maria del Casale a km. 1 ca. fuori le mura.A. AmbrosiMonumenti. - Dopo l'abbattimento (1481) del monastero di S. Andrea sull'isola del Porto e la demolizione della chiesa di S. Leucio (1720), il più antico edificio medievale conservato integro a B. è il complesso benedettino di S. Maria Veterana, detto comunemente di S. Benedetto, eretto a ridosso delle mura della città bizantina alla fine del sec. 11°, sotto la protezione di Goffredo e Sighelgaita. La chiesa a tre navate - di cui la centrale è coperta da quattro volte a crociera cupolata con pesanti costoloni di tipo arcaico ricadenti su colonne e le laterali da volte a mezza botte - presenta absidi incluse e le pareti d'ambito percorse da arcate cieche. Al lato settentrionale si addossa il chiostro aperto da quadrifore, mentre in corrispondenza dello spigolo nord-est si eleva la torre campanaria, a base quadrata, arricchita da archetti pensili e dal raffinato gioco delle pietre bicolori. Il rilevante corredo scultoreo, in marmo, è costituito dal ricco portale meridionale, con architrave decorato da scene di caccia di sapore orientale, dai capitelli delle colonne all'interno della chiesa - uno dei quali figurato con animali passanti - e dai capitelli del chiostro, decorati con motivi aniconici e con coppie di animali alati addossati. Resti del primitivo portale centrale sono divisi tra la vicina chiesa di S. Anna, decorata da affreschi bizantineggianti, e il Mus. Archeologico Prov. Francesco Ribezzo.Di più incerta datazione è la chiesa di S. Giovanni al Sepolcro, singolare edificio a pianta circolare tagliata a E da una parete rettilinea. L'impianto tipicamente arcaico - un anello interno di colonne collegate da archi, sovrastato da una parete aperta da finestre e circondato da un peribolo delimitato dalla parete esterna scandita da semicolonne - ha suggerito l'ipotesi di origini pagane o paleocristiane e di successive trasformazioni. Numerosi indizi consentono tuttavia di ritenere la fondazione non anteriore alla fine del sec. 11° e la struttura, che conserva le caratteristiche originali, ispirata forse al Santo Sepolcro di Gerusalemme; nel 1128 la chiesa è citata fra i possedimenti dei Canonici regolari del Santo Sepolcro. Ai primi decenni del sec. 12° risale il portale principale, preceduto da un protiro sostenuto da leoni stilofori e decorato negli stipiti da scultori che appaiono in rapporto con il cantiere della chiesa di S. Nicola a Bari; più tarda è la decorazione del portale minore aperto a O, che è costituita da formelle intagliate a sottosquadro con motivi zoomorfi, in origine campeggianti su uno sfondo di mastici colorati.Scarsi sono i resti della cattedrale, danneggiata dal terremoto del 1743, che era stata eretta intorno al 1145 per volontà di Ruggero II. Dell'originario edificio a tre navate divise da otto colonne, con absidi esposte, sopravvivono l'impianto generale, un'abside minore decorata da arcate cieche con mensola a forma di elefante e pochi frammenti del pavimento musivo, eseguito probabilmente da Pantaleone nel 1178 grazie alla committenza del vescovo Guglielmo. Dai disegni eseguiti prima della sua distruzione (Parigi, BN; Rash Fabbri, 1974) si rileva la presenza di temi biblici e di numerose scene tratte dalle chansons de geste, in particolare dal ciclo di Orlando.Tra le chiese gotiche, tardosveve e angioine, quella di S. Lucia, originariamente a navata unica e dalle pareti affrescate, si segnala in particolare per la cripta; dedicata a s. Basilio, è divisa in tre navate da sottili colonne con capitelli di finissimo intaglio, di età federiciana. Gli affreschi, iconograficamente ricollegabili a modelli bizantineggianti di Terra Santa, si datano tra il 13° e il 14° secolo.La chiesa del Cristo o del Crocefisso venne fondata a ridosso delle mura dal beato Nicola Paglia da Giovinazzo nel 1230, insieme al convento dei Domenicani; la semplice aula unica conclusa da un'arcata di profilo acuto presenta un prospetto a capanna sottolineato da archetti pensili e parato murario a fasce bicolori, aperto da un raffinato rosone inquadrato da colonnine. All'interno si conservano due pregevoli sculture lignee del sec. 13°, un crocifisso di fattura nordica e una solenne Madonna in trono, probabilmente di origine francese.La chiesa di S. Paolo, dei Minori Francescani, conclusa nel 1322, ad aula unica, termina nell'abside incorniciata da un arco acuto.A poca distanza dalla città, nei pressi dell'aeroporto, è la chiesa di S. Maria del Casale, eretta, secondo la tradizione, intorno al 1310 per volontà di Filippo d'Angiò, principe di Taranto. Particolarmente raffinato è il parato murario esterno, animato dal gioco cromatico del carpato alternato al calcare locale e percorso da sottili lesene raccordate da archetti pensili. Singolare il protiro pensile che incornicia il portale d'ingresso. L'interno, ad aula unica conclusa da un vasto transetto, è interamente rivestito di affreschi: nella controfacciata è raffigurato un Giudizio universale, opera di Rinaldo da Taranto. Nei pannelli votivi che occupano le pareti del transetto e nei cicli dell'Albero della Croce, delle Storie di s. Caterina, del Vecchio e Nuovo Testamento, i modi ancora tardobizantini di modesti pittori locali si alternano a quelli più aggiornati dei maestri napoletani di ascendenza giottesca.Il Mus. Archeologico Prov. Francesco Ribezzo ospita numerosi pezzi di età medievale di grande interesse. Nel portico dei Cavalieri Templari che funge da atrio sono conservati i capitelli monumentali superstiti della chiesa di S. Andrea, costruita nel 1059 sull'isola del Porto da Mele e Teudelmanno e affidata a una comunità benedettina prima di essere distrutta dagli Aragonesi nel 15° secolo. Un grande capitello a due zone con animali passanti ha fornito il modello per quello di analogo soggetto in S. Benedetto. Un altro, già trasformato in vera da pozzo, è ornato all'intorno da personaggi maschili e femminili che danzano tenendosi per mano. Con la distrutta cattedrale e con la chiesa di S. Benedetto possono essere messi in relazione una serie di frammenti marmorei e alcuni capitelli, uno dei quali, decorato con figure di arpie, è anch'esso conservato all'interno del museo.Nella Bibl. Arcivescovile De Leo è conservata l'arca di S. Teodoro, rivestita di lamine d'argento sbalzate, realizzate fra i secc. 10° e 13° da argentieri brindisini che appaiono in rapporto con l'altra sponda adriatica.P. Belli D'Elia
Bibl.: Fonti inedite. - Antiquità e vicissitudini della città di Brindisi, opera di Giovanni Maria Moricino, philosofo e medico dell'istessa città, descritta dalla di lei origine sino all'anno 1604, Brindisi, Bibl. Arcivescovile De Leo, vol. 37.Fonti edite. - A. Della Monaca, Memoria Historica dell'antichissima e fedelissima città di Brindisi, Lecce 1674 (rist. anast. Bologna 1967); A. De Leo, Codice diplomatico brindisino, I, (492-1299), a cura di G.M. Monti (R. Deputazione di Storia Patria per le Puglie. Sezione di Brindisi, 1), Trani 1940.Letteratura critica. - V. Andriani, Sull'arte della città di Brindisi, Napoli 1827; G. Monticelli, B. Marzolla, Difese della città e del porto di Brindisi, Napoli 18322; A. De Leo, Dell'antichissima città di Brindisi e suo celebre porto, Napoli 1846 (rist. anast. Bologna 1970); G. Tarantini, Monografia di un antico tempietto cristiano recentemente trovato in Brindisi sotto la chiesa della Trinità, Lecce 1872; F. Ascoli, La storia di Brindisi (Biblioteca istorica della antica e nuova Italia, 29), Rimini 1886 (rist. anast. Bologna 1976); P. Camassa, Guida di Brindisi, Brindisi 1897 (19102); N. Vacca, Brindisi ignorata. Saggio di topografia storica, Trani 1954; G. Briamo, La chiesa di S. Maria del Casale in Brindisi ed i suoi affreschi, Brindisi 1967; M.S. Calò Mariani, La chiesa di Santa Maria del Casale presso Brindisi, Brindisi 1967; B. Sciarra, Scavi e scoperte nell'area urbana di Brindisi, Ricerche e Studi. Quaderni del Museo Provinciale Francesco Ribezzo di Brindisi 3, 1967, pp. 76-86; Analisi storico critica e studio dei caratteri morfologici del centro antico di Brindisi, a cura di A. Izzo, C. Gubitosi, cat., Brindisi 1968; R. Jurlaro, Il ''Martyrium'' su cui sorse la basilica di S. Leucio in Brindisi, RivAC 45, 1969, pp. 89-95; B. Sciarra, Un saggio di scavo a S. Giovanni del Sepolcro di Brindisi, Studi Salentini 39-40, 1971, pp. 165-169; O. Giordano, Documenti papali dei secc. XI e XII relativi alle diocesi di Brindisi e Oria, in Studi di storia pugliese in onore di Giuseppe Chiarelli, a cura di M. Paone, I, Galatina 1972, pp. 423-438; P. Belli D'Elia, Sculture medioevali nel museo provinciale di Brindisi, Amministrazione e politica 7, 1973, pp. 694-702; Castelli, torri ed opere fortificate di Puglia, a cura di R. De Vita, Bari 1974 (19822), pp. 137-144; N. Rash Fabbri, A Drawing in the Bibliothèque Nationale and the Romanesque Mosaic Floor in Brindisi, Gesta 13, 1974, 1, pp. 5-14; B. Sciarra, Guida per Brindisi e provincia, Vicenza 1974; P. Belli D'Elia, T. Garton, Brindisi. Abbazia di S. Andrea all'Isola, in Alle sorgenti del Romanico. Puglia XI secolo, a cura di P. Belli D'Elia, cat., Bari 1975, pp. 208-214; G. Bresc Bautier, Les possessions des églises de Terre-Sainte en Italie du Sud (Pouille, Calabre, Sicile), in Roberto il Guiscardo e il suo tempo, "Relazioni e comunicazioni nelle prime giornate normanno-sveve, Bari 1973" (Fonti e Studi del Corpus membranarum italicarum, 11), Roma 1975, pp. 13-34; L'art dans l'Italie méridionale. Aggiornamento dell'opera di Emile Bertaux, 4 voll., Roma 1978; F. D'Andria, Puglia, Roma 1980, pp. 90-98; G. Carito, S. Barone, Brindisi cristiana dalle origini ai Normanni, cat., Brindisi 1981; A. Pepe, Alcuni esempi di architettura a pianta centrale in Puglia fra Tardo antico e Medioevo: rapporti con la cultura mediorientale, Galatina 1984, pp. 721-737; Insediamenti benedettini in Puglia, a cura di M.S. Calò Mariani, cat. (Bari 1980-1981), II, 2, Galatina 1985, pp. 415-432; Cronotassi iconografica e araldica dell'episodio pugliese, Bari 1986; P. Belli D'Elia, La Puglia (Italia Romanica, 8), Milano 1987; T. Garton, Early Romanesque Sculpture in Apulia (Outstanding Theses from the Courtauld Institute of Art), New York-London 1987, pp. 285-286; A. Del Sordo, Toponomastica brindisina. Il centro storico, Fasano 1988; P. Belli D'Elia, Proposte innovative nella Puglia Normanna: la chiesa di S. Benedetto a Brindisi, in Roberto il Guiscardo tra Europa, Oriente e Mezzogiorno, "Atti del Convegno Internazionale di studio in occasione del IX centenario della morte di Roberto il Guiscardo, Potenza-Melfi-Venosa 1985", a cura di C.D. Fonseca (Università degli Studi della Basilicata. Atti e Memorie, 4), Galatina 1990, pp. 297-310.