Vedi BRINDISI dell'anno: 1959 - 1973 - 1994
BRINDISI (v. vol. ii, p. 173)
Museo. - Il Museo Provinciale di B., che s'intitola a Francesco Ribezzo, noto glottologo brindisino, iniziatore degli studî messapici, è sorto nel 1954 per iniziativa dell'Amministrazione Provinciale. Esso riunisce quasi tutto il materiale archeologico di B. e provincia, già sparso tra collezioni pubbliche e private come quello raccolto e ordinato da cultori di archeologia, quali il De Leo, il Tarantini, il Camassa. In questi ultimi anni ritrovamenti varî avvenuti nella città, di notevole importanza e di particolare interesse per la storia locale hanno arricchito le sopraddette raccolte.
Nell'atrio sono distribuiti marmi di età romana: capitelli, cippi funerarî ed onorarî. Di notevole interesse il piedistallo marmoreo con l'iscrizione di Clodia Antianilla, alla cui memoria i decurioni brindisini decretarono l'erezione di una statua che fu rinvenuta a pochi passi dal cippo e che si conserva nella sala della statuaria.
Il museo comprende sei sale, nelle quali alcuni pannelli con didascalie illustrano le diverse località archeologiche di B. e provincia.
La raccolta epigrafica e quella statuaria sono sistemate nella prima sala. Tra le statue, notevoli sono tre torsi loricati e una presunta statua di Euterpe. La raccolta epigrafica comprende iscrizioni latine, greche, ebraiche, provenienti dalle necropoli brindisine poste lungo il tracciato delle due arterie principali: l'Appia e la Traiana.
Nella seconda sala sono esposti molti bronzetti di tipo italico, numerose statuine fittili, trozzelle messapiche, opere di scultura, vasi àpuli a figure rosse. Tra i pezzi da segnalare sono i capitelli figurati di tipo italico e l'iscrizione riferentesi ad un decreto municipale della città, nella quale appaiono menzionati, per la prima volta, monumenti di età romana quali il Foro e l'arsenale navale che a B., porto militare importante, non poteva mancare.
Le zone archeologicamente più note della provincia di B., quali Ceglie Messapica, Oria, Francavilla Fontana, Egnazia, sono ben documentate nella terza sala. Numerosi sono i vasi dello stile detto di Gnathia. Tra il materiale di B. notevoli alcuni arỳballoi protocorinzî con vivaci scene satiriche e rappresentazioni zoomorfe e i due crateri a figure rosse, con Dioniso tra satiro e menade, attribuito al Pittore di Efesto il primo, con Trittolemo su carro alato tra due divinità, attribuito alla scuola di Polygnotos, il secondo. Nella stessa sala sono sistemate le epigrafi messapiche provenienti da B. e da località della provincia.
La quarta sala comprende numerose terrecotte già appartenenti alla Collezione Gorga, quasi tutte tarantine di destinazione sacra tra cui figurano statuette di Dioniso, di Demetra e Kore, dei Dioscuri e di Artemide. La collezione di monete è sistemata in questa stessa sala e comprende monete greche, romane e medievali. La piccola sezione di monete medievali comprende infine pezzi della Zecca di B. tra cui i due aurei di Federico II: l'augustale ed il mezzo augustale.
La quinta sala comprende materiale proveniente da Valesio: da segnalare il disco bronzeo con iscrizione messapica.
Nel corridoio dal quale si accede all'ultima sala, è un bel rilievo marmoreo attico con scena di sacrificio ad Artemide.
L'ultima sala è destinata al materiale preistorico, dal Paleolitico all'Età del Bronzo, recuperato con una serie di saggi eseguiti in stazioni del litorale brindisino: Torre Testa, Torre Guaceto, Santa Sabina, Egnazia, Punta delle Terrare.