Vedi BRINDISI dell'anno: 1959 - 1973 - 1994
BRINDISI (Brundisium)
Importantissimo porto romano sull'Ionio, ponte di passaggio per l'Oriente. Fu la prima città della Iapigia che divenne municipio romano ed ebbe parte importantissima negli avvenimenti degli ultimi anni della Repubblica durante la conquista dell'Oriente e le guerre civili; poeti e storici di questo periodo la nominano spesso. Era allacciata a Roma tramite le vie Appia (v. Appia, via) ed Egnazia: al termine dell'Appia furono erette due maestose colonne marmoree, di cui una è ancora intatta; di un'altra resta invece soltanto la base. La colonna superstite è alta 19 metri: il capitello è adorno di 12 figure a mezzo busto, quattro delle quali rappresentano Giove, Nettuno, Giunone ed Anfitrite; le altre Otto raffigurano Tritoni.
Durante il periodo imperiale nella città sorsero molti maestosi edifici, di cui però oggi restano poche tracce: sotto Claudio fu costruito un acquedotto della lunghezza di 10 km che traeva origine da una grande vasca cilindrica alta venti metri sul livello del mare; un altro grande serbatoio fu costruito sotto Traiano. Sono stati scoperti avanzi di terme con frammenti di lastre marmoree in località Apollinare e tracce di un criptoportico con vòlta ad arco, dal cammino piuttosto tortuoso. Niente resta dell'anfiteatro, del tempio del Sole, del tempio di Diana e Apollo. I resti del Foro sono documentati da avanzi di colonne marmoree, di capitelli, di pezzi di trabeazione. Una raffigurazione del porto di B. è stata riconosciuta su una scena della colonna Traiana con la partenza di Traiano per l'Oriente: in essa appare l'arco decretato dal senato ad Ottaviano nel 31 a. C. (Cass. Dio, li, 19, 1); non vi compaiono le colonne terminali dell'Appia, che dovevano essere un elemento caratteristico della città ed è questo un terminus ante quem non per la loro datazione. Numerosi i resti statuarî, tra cui una bella statua di Traiano molto mutila: il torso marmoreo è rivestito di una ricchissima corazza, con fregi ornamentali e pterigi decorati con teste di divinità, meduse, conchiglie, palmette; nel centro è raffigurato un trofeo militare fiancheggiato nella parte inferiore da schiavi in catene e nella superiore da due Vittorie alate. Una statua muliebre in marmo pario, mancante della testa e della mano sinistra, vestita con un lungo chitone ed un peplo, può forse raffigurare Plotina, moglie di Traiano. Un'altra statua femminile, che l'iscrizione indica come Clodia Anzianilla, presenta una esecuzione incerta e dura nei particolari e segni di un manierismo già affrettato e decadente. Altre statue marmoree, frammenti di sarcofagi, urne, anfore di varia grandezza, frammenti di un pavimento con una scena rappresentante la lotta di Teseo con il Minotauro sono raccolti nel museo della città. Una colossale statua rinvenuta a B., di Eracle con clava e la pelle del leone di Nemea sul braccio sinistro, è al Museo Naz. di Napoli.
Le monete della città presentano: sul retro, Nettuno - con il capo cinto di lauro, in pugno il tridente - incoronato da una piccola Vittoria; sul retro, un delfino cavalcato da un personaggio ignudo con una lyra nella sinistra.
Bibl.: P. Camassa, La Romanità di B., Brindisi 1934; P. Skok, B. und Verwandtes, in Zeitsch. f. Ortsnamenf., I, 1925, pp. 81-90. Sulle colonne terminali: T. Ashby-R. Gardner, in Papers of the Br. Sch. at Rome, VIII, 1916, p. 170; F. Castagnoli, in Bull. Com., LXXI, 1943-45, p. 5 ss. Raffigurazione sulla col. Traiana: A. Degrassi, La via seguita da Traiano nel 105 per recarsi nella Dacia, in Rend. Pont. Acc., XXII, 1946-47, pp. 167-183.