BRINVILLIERS, Marie-Madeleine-Marguerite d'Aubray, marchesa di
Nata a Parigi il 22 luglio 1630, decapitata il 16 luglio 1676, ha preso, come avvelenatrice, un posto eminente nella storia dei delitti celebri.
Figlia di un alto funzionario della città di Parigi e dell'amministrazione reale, a 21 anni sposò un giovane maître de camp del reggimento di Normandia, Antonio Gobelin de Brinvilliers, figlio di un presidente della Camera dei Conti.
Qualche anno dopo il matrimonio, divenne l'amante di un amico del marito, certo Godin, detto Sainte-Croix, capitano di cavalleria nel reggimento di Tracy, brillante e galante cavaliere. Nel 1663, per denunzia del padre della marchesa, il Sainte-Croix fu internato nella Bastiglia. Fu lì, si dice, che egli imparò da un certo Exili (o Exilé) a manipolare potentissimi veleni. Rimase incarcerato solo per alcuni mesi e, uscito, riprese la sua relazione con la marchesa. Questa, indignata per la denunzia, avvelenò il padre (nel febbraio 1666), poi fece avvelenare i suoi due fratelli.
Quando poi, nel 1672, il Sainte-Croix morì, si scoprì in casa sua una cassetta piena di veleni, indirizzata alla sua amante, e una obbligazione di 30.000 lire firmata dalla marchesa poco tempo dopo la morte di uno dei suoi fratelli. La B. credette bene di prendere la fuga; fu condannata in contumacia alla decapitazione. Scoperta la sua presenza a Londra, il 19 novembre 1672 Colbert diede l'ordine di farla arrestare. Ma la sua estradizione andò tanto per le lunghe, che la B. ebbe tutto il tempo di rifugiarsi nei Paesi Bassi spagnoli. Fu arrestata a Liegi soltanto il 15 marzo 1676. Condotta a Maëstricht sotto buona custodia, tentò di suicidarsi. A Parigi negò ogni accusa. Ma a Liegi fu sequestrata una confessione firmata di lei, in cui si dichiarava colpevole dei fatti dei quali era accusata, e di molti altri delitti e corruzioni. Sottoposta a nuovo interrogatorio, confessò infine i suoi delitti e denunciò un gran numero di complici, fra i più alti personaggi della magistratura. Condannata alla decapitazione, fu giustiziata il 16 luglio 1676 sulla piazza di Grève, in mezzo a una grande folla di curiosi. Diede prova della più grande fermezza; la sua morte ebbe un aspetto così edificante, che il popolo che l'aveva odiata prima, la considerò come una santa e si disputò le sue ceneri. Madame de Sévigné, che aveva assistito all'esecuzione dalla finestra di una casa presso il parco di Notre-Dame, ce ne fa la descrizione in molte delle sue lettere e dà testimonianza della fermezza dimostrata dall'accusata in faccia alla morte.
Bibl.: Bareste, La marquise de Brinvilliers, Parigi 1851; Loiseleur, Trois énigmes historiques, Parigi 1882; G. Roullier, La marquise de B. Récit de ses derniers moments. Manuscript du P. Pirot, son confesseur, con docum. sulla vita e il processo, voll. 2, Parigi 1883; P. Ovier, Le Calepin d'amour de la Brinvilliers, Parigi 1902.