BRISSOT DE WARVILLE, Jacques-Pierre
Nacque a Chartres nel 1754 da piccola famiglia. Compagno di studî di Robespierre, poté, faticosamente, diventare avvocato poco più che ventenne; ma l'esercizio della professione non lo interessò affatto, e preferì andare in Inghilterra col vago proposito di fondarvi un'accademia eclettica, destinata ad accogliere tutti i dotti d'Europa. Il proposito svanì, sostituito subito da un programma non meno incerto, di viaggiare per l'America del Nord. In America gli parve di trovarsi in un ambiente particolarmente vicino a quello favoleggiato da Rousseau, e ne trasse ispirazione per il libro Nouveau voyage dans les États-Unis de l'Amérique septentrionale, pubblicato poi nel 1791 in 3 voll. Ritornato in Francia alla vigilia della rivoluzione, fu eletto, a Parigi, agli Stati generali; fece parte dell'Assemblea legislativa e della Convenzione, finché, arrestato dopo i fatti del 31 maggio 1793 con i Girondini, fu processato e condannato a morte. La sentenza fu eseguita il 31 ottobre 1793.
B. scrittore e uomo politico offre lineamenti notevolmente diversi da quelli attribuitigli dai contemporanei, amici e avversarî. Come scrittore, egli esordì con quelle Recherches philosophiques sur la propriété et sur le vol considéré dans la nature (Chartres 1780), in cui con movenze declamatorie si svolgono alcuni principî fondamentali del Contratto sociale di Rousseau. Nella Théorie des lois criminelles (Parigi 1781), il neoavvocato e lo studioso di Rousseau stanno a disagio insieme; ma il lavoro compiuto lo aveva messo a contatto con una serie di opuscoli e di operette filosofiche e giuridiche di varia natura e di disuguale interesse, che B. non volle sacrificare. Ne venne fuori la Bibliothèque philosophique du Législateur, in 10 voll., pubblicata a Neufchâtel tra il 1782 e il 1785 e introdotta di contrabbando in Francia. Con infaticabile lena accumulò, viaggiando, opuscoli e lettere, che fecero di lui uno degli scrittori più noti all'alba della rivoluzione; e però quando fondò Le Patriote français (durato per 1388 numeri, dal 28 luglio 1789 al 2 giugno 1793), "giornale libero, imparziale e nazionale", egli era già notissimo. Come uomo politico, B. fu dapprima monarchico, e tale rimase sicuramente fino alla fuga di Varennes; poi credette possibile la repubhlica e si avvicinò a La Fayette sopravvalutandone gl'intendimenti e le forze. Tuttavia, anche dopo l'insurrezione vittoriosa del 10 agosto 1792, egli fu con quelli che votarono la sospensione del re piuttosto che la decadenza; e di ciò dovette scolparsi poi davanti al tribunale rivoluzionario. E non volle neppure la dittatura di Parigi durante la guerra; opposizione che gli valse la denunzia di essere in rapporti segreti col duca di Brunswick. Robespierre quindi non lo perdette più di vista, dall'autunno del 1792 in poi, specialmente quando si seppe che segretamente i Girondini, con i Roland e B. alla testa, si riunivano per preparare un colpo di mano contro i Giacobini più accesi. Dinnanzi al tribunale B. si difese eloquentemente e coraggiosamente, e nobili parole si leggono nei suoi Mémoires sul suo destino.
Bibl.: Un'esatta bibliografia di B. è premessa all'edizione dei Mémoires, a cura di Cl. Perroud, voll. 2, Parigi 1910; id., Correspondance et papiers, Parigi 1912. V. anche Sudre, Histoire du Communisme, Bruxelles 1850, p. 229 segg.; A. de Lamartine, Histoire des Girondins, Parigi 1872; Lichtenberger, Le Socialisme et la Révolution, Parigi 1899, p. 76 segg.; Aulard, Histoire politique de la Révolution franç., Parigi 1901, pp. 387 segg., 404 segg.; M.me Roland, Mémoires, ed. Perroud, Parigi 1905; Claretie, Desmoulins, Parigi 1908. V. anche Parra-Pérez, Miranda et la Révolution française, Parigi 1925.