BRISTOL (A. T., 47-48)
Città dell'Inghilterra, uno dei pochi centri industriali moderni di prim'ordine di questo paese, che sia al tempo stesso città storica e importante per il suo commercio fin dai tempi antichi. La sua situazione ha un interesse speciale. Il fiume Avon che si getta nel Canale di Bristol, guadagnando a ritroso per erosione regressiva attraverso i sedimenti del Paleozoico, ha catturato alcuni corsi d'acqua che prima erano diretti verso E., e, aumentata così la sua massa d'acqua, ha inciso con maggior energia una valle profonda, nella quale ora scorre tra Bradford e il mare: Bristol viene a trovarsi in una sorta di conca, o di ampliamento di questa valle, che è invece molto ristretta a monte e a valle, il che costituisce una protezione per la città.
Il nucleo primitivo della città si trova sulla riva settentrionale dell'Avon, presso il ponte principale (Ponte Bristol), che attraversa il fiume. Nel 1809 tutto l'estuario al disotto del ponte fu regolarizzato, con la costruzione di bacini, gettali e magazzini, e fu scavato un nuovo sbocco al fiume, più a sud, così che la parte medievale della città, a sud del Ponte Bristol, è venuta a trovarsi ora su un'isola. Il vecchio corso dell'Avon al disotto del ponte costituisce ora il porto, con un grande bacino nel lato settentrionale. Il primo ponte in pietra fu costruito nel 1247.
Non rimangono tracce di resti britanni o romani nel luogo ove ora è Bristol. I Danesi che erano potenti nell'Irlanda orientale aiutarono Bristol a diventare un porto del commercio irlandese ben protetto contro i pirati dalla gola di Clifton. La lana e gli schiavi erano i principali articoli di commercio fra l'Inghilterra e l'Irlanda, e schiavi inglesi erano venduti per essere esportati in Irlanda. Con la riorganizzazione del paese sotto i re normanni Bristol si sviluppò. Divenne una circoscrizione reale, con una zecca e con un castello, ora scomparsi. Nel Domesday Book figura come borgo reale. Guglielmo II concesse la città e il castello a Robert Fitzhamon, la cui figlia, sposando Roberto conte di Gloucester, nel 1119 gli portò Bristol in dote. Il conte Roberto rinforzò il castello, che gli servì come base di operazioni nella rivolta contro il re Stefano e nelle sue scorrerie brigantesche. Enrico II concedette due carte municipali a Bristol nel 1172 assegnandole la città di Dublino come colonia, per cui molti abitanti di Bristol si stabilirono a Dublino. Liberatasi poi dai suoi signori feudali, la città ottenne nel 1190 uno statuto regio che concedeva di costituire corporazioni e limitava il diritto di vendita dei prodotti principali (vino, grano, cuoio, lane), ai soli cittadini. Celebre fu la corporazione dei calendarî, annessa alla chiesa di All Hallows e incaricata di tenere i registri, di educare i giovani, di mantenere la pubblica biblioteca, di convertire gli ebrei. Nel 1242 è menzionata per la prima volta la gilda dei commercianti, destinata ad avere poi grande importanza. La carta municipale di Enrico III (1250) dava alla città quasi assoluta indipendenza, sotto una specie di oligarchia mercantile. L'oligarchia dei commercianti provocò, nel 1313, la ribellione delle categorie della popolazione escluse dal governo, e la città fu catturata dagl'insorti, assistiti dalle milizie regie. Dal numero delle chiese si deduce che la ricchezza della città aumentò nel sec. XIV allorché si stabilì in Bristol il lanificio ed essa divenne centro del commercio laniero (i lanifici furono impiantati nella città da Thomas Blanket nel 1337). I panni si esportavano nei paesi baltici, in Francia, in Spagna e nel Levante e la società Merchant Venturers rimonta coi suoi annali al sec. XV. Nel 1373 il sobborgo di Redcliffe fu aggregato a Bristol e ne seguì un'epoca di grande prosperità sotto il sindacato di William Canyng o Canynge (1399-1474). Anche il commercio del vino continuò a prosperare. Era perciò ben naturale che Bristol sviluppasse la sua attività anche durante l'epoca delle grandi scoperte. I Caboto mossero da Bristol alle famose traversate che li condussero a toccare per primi le coste dell'America Settentrionale. Tale impresa diede impulso al commercio tanto con Terranuova e con l'America in generale, quanto con la Spagna e le Canarie. Più tardi Bristol ricavò utili ingenti dal commercio degli schiavi negri tra l'Africa occidentale e le Americhe. Gli schiavi erano venduti ai piantatori, che pagavano in zucchero, e lo zucchero veniva portato a Bristol. Intanto decadeva il commercio della lana e la città cambiava la sua fisionomia economica, mantenendo, tuttavia, più o meno, l'antica prosperità. Ma la rivoluzione industriale del secolo XVIII le impedì di mantenere la posizione di primato fra le città inglesi ed anche tra i porti, e Liverpool e Glasgow la sorpassarono.
Bristol divenne pure un famoso centro di quaccheri. Lo sviluppo dei sentimenti umanitarî condusse all'abolizione della tratta degli schiavi e Bristol ne fu seriamente danneggiata. Nel 1848 il municipio comprò i vecchi cantieri e modernizzò molti sistemi antiquati: cominciò così una nuova era di prosperità, giacché il traffico con le Indie Occidentali aggiunse due nuovi articoli molto richiesti: il tabacco e il cacao. Ebbe inizio in tal modo il commercio del cacao, della cioccolata e delle sigarette. Nel 1877 fu cominciata la costruzione dei cantieri di Avonmouth, acquistati dopo qualche anno dalla corporazione di Bristol. Questi, con aggiunte posteriori, permettono ai grandi bastimenti un facile ingresso. I giacimenti carboniferi prossimi alla città forniscono combustibile per le fabbriche; così Bristol è andata continuamente crescendo in questo ultimo periodo. La sua popolazione, che era di 328.945 ab. nel 1901, passò nel 1911 a 357.114, nel 1921 a 376.975 ed è nel 1926 di circa 387.000. Nel 1921 vivevano in Bristol 1611 minatori (di carbone), ma molti altri risiedevano nei sobborghi. V'erano 13.136 operai metallurgici, 1835 operai impiegati nelle manifatture tessili, 5504 operai impiegati nelle fabbriche di tabacco, 6017 manovali del porto, 3163 calzolai, 1271 impiegati nelle industrie chimiche. Il commercio con le Indie Occidentali è ancora fiorente e un articolo importante è oggi costituito dalle frutta, soprattutto dalle banane.
La società Merchant Venturers fondò, nel 1885, un centro di alta cultura, mentre un collegio universitario era già stato istituito nel 1876. Nel 1909, due istituti si fusero nell'università di Bristol, ora dotata di nuovi edifici in stile gotico, che racchiudono eccellenti esempî di arte industriale moderna. Oltre all'universitaria con circa 61.000 voll., vi è la Municipal Public Library, fondata nel 1613, che consta di una biblioteca centrale con 110.000 voll. e 10 succursali con un numero pressoché uguale di volumi.
La città, nel suo insieme, è forse la più bella tra le città industriali e commerciali dell'Inghilterra, e i suoi quartieri più eleganti si estendono verso la gola di Clifton, dove sgorgano acque calde medicinali, assai in voga nel sec. XVIII, che fecero di Clifton un importante centro sociale durante gran parte del sec. XIX. Bristol seguita a progredire ed è considerata come la prima città dell'Inghilterra occidentale, benché sia sorpassata da Birmingham e dalle città del nord tanto per grandezza che per popolazione.
Bibl.: J. Corry, History of Bristol, Bristol 1816; Victoria County History, Gloucester, Londra 1906; The Maior's Kalendar (Camden Society, 1872); W. Hunt, Bristol, Londra 1887; Nicholl e Taylor, Bristol Past and Present, Londra 1882; The little Red Book of Bristol, 1900.
Monumenti. - Nel 1542 Bristol fu eretta in diocesi, e la chiesa del monastero agostiniano, ch'era stato fondato da Robert Fitzhardinge nel 1142, ne divenne la cattedrale. Dell'edificio primitivo rimane soltanto la sala capitolare, ottimo esempio di architettura romanica, mentre il resto della cattedrale è stato costruito in diversi periodi: la navata centrale e le torri sono rifacimenti del sec. XIX; la cappella della Vergine, adorna di caratteristiche sculture grottesche, è del sec. XIII; il coro fu costruito nel 1320. La tomba dell'abate Newland (morto nel 1515) è un arcosolio riccamente decorato e con cinque pinnacoli. La grande vetrata, che occupa l'intera parete del coro, ha ancora qualche parte del sec. XIV, raffigurante l'albero di Jesse. L'esterno è notevole solo per la sua sagoma insolita, avendo la navata centrale e le laterali la medesima altezza. Del monastero degli agostiniani restano alcune parti del chiostro, e due porte romaniche. La chiesa di S. Maria Redclife, costruita in istile gotico tardo, è notevole all'esterno per la torre massiccia decorata riccamente, per l'alta guglia e per il portico settentrionale, del sec. XIII, di forma esagonale; nell'interno per la strettezza della navata principale e per gli arcosolî a raggiera, simili a quello della tomba dell'abate Newland nella cattedrale. La chiesa di S. Marco, detta anche cappella del "Lord Mayor", costruita nel 1225, è un grazioso edificio di stile gotico primitivo. L'ospedale di S. Pietro è notevole per il fine rivestimento in legno, del sec. XVII, nella sala del vestibolo. Sono inoltre da ricordare la caratteristica via Mary-le-Port con le sue case che risalgono ai secoli XIV e XV; le molte vie strette tra le case a frontone della stessa epoca, e la porta delle antiche mura della città, stranamente sormontata dalla torre di S. Giovanni.
Bibl.: W. Barret, The History and Antiquities of the City of Bristol, Bristol 1789; S. Hutton, Bath and Bristol, Londra 1915.