broda
Il vocabolo, usato spesso come peggiorativo di ‛ brodo ', è, nell'unico caso dantesco (If VIII 53 molto sarei vago / di vederlo attuffare in questa broda), adoperato per indicare, con metafora sarcastica e bizzarra, adatta al contesto, le sucide onde (v. 10) dello Stige, detto anche pantan (v. 12). " Il proprio significato di ‛ broda ', secondo il nostro parlare, è quel superfluo della minestra, il qual davanti si leva a coloro che mangiato hanno: ma qui l'usa l'autore largamente, prendendolo per l'acqua di quella padule mescolata con loto, il quale le paduli fanno nel fondo, e per ciò che così son grasse e unte come la broda " (Boccaccio). Questa metafora si rivela straordinariamente concreta e pertinente se pensiamo al vapore che si leva da una brodaglia, o dall'acqua in cui si fa bollire qualcosa, e al fummo che esala dalla palude infernale (v. 12).