Broken Blossoms
(USA, 1918, 1919, Giglio infranto, colorato, 91m a 22 fps); regia: David Wark Griffith; produzione: David Wark Griffith; soggetto: dal racconto The Chink and the Child di Thomas Burke; sceneggiatura: David Wark Griffith; fotografia: G.W. Bitzer; montaggio: James Smith; scenografia: Joseph Stringer.
Cheng Huan, uomo di fede, lascia la Cina per raggiungere Londra. Sono passati pochi anni e Cheng, che ha aperto una bottega nel quartiere portuale di Limehouse, sembra aver perso ogni fiducia nel futuro. Nelle stesse strade vive anche l'adolescente Lucy, figlia del brutale pugile Battling Burrows. Cheng è colpito dalla bellezza di Lucy ma non riesce a comunicarle la sua attrazione. Una notte, prima di recarsi all'allenamento, Burrows picchia per l'ennesima volta la figlia. Lucy riesce a trascinarsi fino alla bottega di Cheng che la soccorre portandola nella sua stanza. Il casto amore del cinese conquista la ragazza. Intanto un amico di Burrows scopre l'accaduto e corre ad informarlo. Dopo aver vinto un incontro, il pugile si reca da Cheng, allontanatosi per comprare dei fiori. Burrows devasta la stanza e porta con sé Lucy. Mentre Cheng accorre per sottrarla alla sicura violenza, Burrows colpisce la figlia fino ad ucciderla. Quando trova il cadavere Cheng si scontra con l'uomo e lo uccide a sua volta. Riporta il corpo di Lucy nella sua stanza e, dopo aver pregato, si toglie la vita. All'arrivo della polizia tutto si è già compiuto.
Nel corso degli anni Broken Blossoms ha acquisito un credito che offusca, a tratti, la fortuna delle opere maggiori di David Wark Griffith. È un film a basso costo, di durata contenuta, di carattere intimista e di ambizioni apparentemente ridotte. Non è luogo di sperimentazione ma solo di perfezionamento: la messa a punto di un'arte narrativa che si nutre ancora di letteratura ma ha superato i complessi di inferiorità. Il soggetto proviene dalla tradizione romantica, la rappresentazione dei bassifondi e l'esotismo attingono alla letteratura populista e al giornalismo sensazionalistico dell'Ottocento. Di questa ispirazione Griffith conserva l'ambiguità dello sguardo borghese sul degrado urbano, descritto nei suoi effetti senza indagarne le cause. La descrizione dell'alcolismo, delle fumerie d'oppio, del gioco d'azzardo e della prostituzione è tuttavia esplicita e realistica. Ma soprattutto il regista restituisce con originalità l'attrazione fra i due giovani protagonisti: la rappresentazione di una storia d'amore interrazziale resterà ancora a lungo un tabù del cinema americano. La maggiore attenzione è dedicata al linguaggio dei corpi. Come ha osservato Martin Scorsese "i loro corpi, come le loro anime, sono piegati o come bloccati. Entrambi sono fiori spezzati. Solo quando si incontrano, diventano vivi". Lillian Gish, icona del cinema griffithiano, interpreta il ruolo di una dodicenne. La sua goffa e reiterata simulazione di uno sgraziato sorriso, più simile a una smorfia, è un lampo di modernità che sfiora contemporaneamente il ridicolo e il sublime inscrivendosi, proprio per questo, in una ideale galleria del melodramma cinematografico. La paura di Lucy chiusa nello stanzino in attesa della punizione paterna è invece resa con impressionante naturalismo. Richard Barthelmess, fragile e misterioso, si segnala per la misura con cui comunica la cognizione del dolore del suo personaggio. I primi piani dei volti che si avvicinano all'obbiettivo della macchina da presa amplificano il senso di minaccia registrando la regressione animale di Battling o l'ambiguo desiderio di Cheng. La composizione delle inquadrature e il ricorso all'effetto flou denunciano l'influenza della fotografia pittorica americana promossa negli anni precedenti da Alfred Stieglitz sulla rivista "Camera Work"; evidente anche il debito verso i reportage fotografici del giornalista newyorchese Jacob A. Riis. La struttura circolare del film si rivela negli ultimi minuti. Cheng, partito dalla sua terra con il suo credo di non violenza, dalla violenza è stato coinvolto e travolto; nell'epilogo alcuni poliziotti commentano i dati relativi agli episodi di brutalità della settimana e lo sguardo si allarga così alle migliaia di invisibili tragedie che si consumano ogni notte nella città. Infine nell'ultima inquadratura, simmetrica a quella iniziale, altre navi partono dalla Cina alla volta dell'Occidente portando altri innocenti verso un fosco destino. La raffinatezza di questa visione è tuttavia inficiata dalla retorica delle didascalie che nei precedenti film di Griffith era probabilmente attenuata dalla frenesia dell'azione o dalla vastità del quadro.
Broken Blossoms fu girato nel novembre 1918 in appena diciotto giorni, con un costo di soli 92.000 dollari. Griffith lo fece visionare ad Adolph Zukor proponendo, malgrado il budget modesto, che fosse distribuito come una produzione speciale. Al netto rifiuto di Zukor ("Un film dove muoiono tutti?"), il regista ricomprò personalmente la pellicola e la distribuì come primo titolo della United Artists Corporation, la compagnia fondata nell'autunno del 1919 dallo stesso Griffith con Charles Chaplin, Mary Pickford e Douglas Fairbanks. Dopo un primo passaggio nel circuito itinerante dei roadshows, il film raggiunse le sale regolari al prezzo eccezionale di tre dollari a biglietto. La campagna pubblicitaria fu insolitamente aggressiva; una delle frasi di lancio recitava: "The picture that in one day advanced the screen five years". Secondo una stima della United Artists, il film incassò un milione di dollari nei primi sei mesi di distribuzione internazionale.
La critica americana, anche la più conservatrice, segnalò unanime il valore del film: "È come se Dickens si fosse espresso per mezzo di una macchina da presa" scrisse il "New York Telegraph". In Italia, dove si sono levate alcune voci critiche ("C'è però chi si ostina a proclamare che questa è una film altamente educativa!", si legge sulla rivista "La Vita Cinematografica"), sembra che sia circolato, nel 1922, "bestialmente mutilato dalla censura di Stato". L'avanguardia cinematografica francese, affascinata dalle sue qualità oniriche, ne fece un oggetto di culto. Mentre la critica moderna ha ridimensionato le pretese di artisticità del film, più recentemente i cultori del melodramma hanno ribaltato le riserve sull'artificiosità riconoscendo in questa radicale adesione ai temi romantici un modello.
Nel 1936 la casa inglese Twickenham Film Productions produsse, senza alcun successo, un remake diretto da Hans Brahm e interpretato da Emlyn Williams e dall'attrice tedesca Dolly Haas.
Interpreti e personaggi: Lillian Gish (Lucy Burrows), Richard Barthelmess (Cheng Huan), Donald Crisp (Battling Burrows), Arthur Howard (manager di Burrows), Edward Peil Sr. (Evil Eye), George Beranger (lo spione), Norman Selby (un pugile).
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