BRONCO-SPIROCHETOSI (sinonimi: spirochetosi broncopolmonare; spirochetosi bronchiale emorragica)
Forme di questo genere per il loro andamento e la loro localizzazione andavano prima confuse con la tubercolosi polmonare. Il Castellani, avendone osservato nel 1904-5 a Ceylon due casi tipici, individuò e definì questa come un'entità morbosa sui generis, caratterizzata dalla presenza nell'espettorato di gran numero di spirochete, che devono considerarsi come agenti causali. Benché più frequente nelle regioni tropicali e pretropicali, può ormai ritenersi malattia cosmopolita, perché segnalata in ogni parte del mondo.
I protozoi spirochetici incriminabili sono di vario genere:
a) Spirocheti detti così, stricto sensu, perché presentano poche spirali di diverse dimensioni; cioè, anzitutto la Spirochaeta bronchialis trovata dal Castellani nel 1907 e minutamente studiata dal Fantham (1915), estremamente polimorfica, lunga da 3 a 30 micron; poi la Sp. minuta, piccolissima, con una o due ondulazioni soltanto; finalmente la Sp. buccalis, che probabilmente comprende parecchie specie (fra cui la Sp. Vincenti), le quali sono generalmente più grossolane e tozze.
b) Organismi spirochetici (con numerose ondulazioni eguali e ravvicinate) ascrivibili al gen. Treponema; non v'ha dubbio che si dànno anche casi di spirochetosi broncopolmonare sifilitica con reazione di Wassermann positiva; ma più frequenti sono quelli sostenuti da treponemi diversi dal Tr. pallidum.
Raramente però si trovano solo spirocheti nell'espettorato; questi per solito sono accompagnati da varî batterî, streptococchi, pneumococchi, e talora da bacilli del tipo fusiforme e anche dal macro-vibrio di Castellani e Chalmers.
Secondo il decorso del morbo, si distinguono varie forme cliniche acute, subacute e croniche. L'acuta è sempre accompagnata da febbre, ma non alta, e può assumere un tipo influenzale più o meno intenso della durata da 2 a 10-12 giorni; altre volte presenta un tipo broncopolmonitico; più raramente un tipo polmonitico (lobare), ma in tal caso non si risolve nei classici sette giorni, bensì più tardi. In queste forme acute l'espettorazione è scarsa, mucopurulenta, e raramente contiene tracce di sangue.
Le forme croniche, abbandonate a sé, hanno durata variabile, talora lunghissima, anche di anni.
Furono osservati casi d'infezioni miste con tubercolosi o broncomicosi. Il Castellani ed altri suggerirono rimedî che risultano veramente efficaci, come lo ioduro di potassio e meglio ancora gli olî iodati, il tartaro emetico e soprattutto il salvarsan, il neosalvarsan ed altri congeneri preparati arsenobenzolici.
Bibl.: A. Castellani, Broncho-spirochaetosis, in Journ. of Trop. Med. and Hyg., novembre 1926.