Bruggia (francese Bruges, fiammingo Brugge)
Capoluogo della provincia belga della Fiandra Occidentale, situato ove era l'estremità interna dell'antico estuario detto lo Zwyn, a 13 Km dalla costa del Mare del Nord.
Secondo il Lanci la città " oggi distante dal mare intorno a tre leghe, probabilmente, conforme argomenta Alberto Magno trattando delle maree, una volta [era] sulla proda dell'Oceano, d'onde le assidue dighe, al fiotto del mare opposte, l'hanno allontanata ". In realtà B., le cui origini risalgono all'alto Medioevo, era unita al mare dallo Zwyn, accessibile alle navi del tempo, di modesto tonnellaggio, ed era sì un portus (così è indicata in un documento del sec. XI), ma interno; ciò è confermato, del resto, dalla costruzione, avvenuta verso la fine del XII sec., del porto più avanzato di Damrie sullo Zwyn, al quale B. è collegata da un breve canale navigabile.
La breve distanza dal mare di B. e la sua notorietà come importante emporio commerciale (Firenze aveva frequenti relazioni commerciali con le Fiandre) giustificano la citazione dantesca di If XV 4 Quali Fiamminghi tra Guizzante e Bruggia, / temendo 'l fiotto che ' nver' lor s'avventa, / fanno lo schermo perché 'l mar si fuggia; D. paragona gli argini lungo i quali egli e Virgilio camminano muovendo verso il terzo girone del settimo cerchio a quelli costruiti dai Fiamminghi per difendersi dal mare, e a quelli costruiti o rafforzati dai Padovani per difendersi dalle acque della Brenta. Il Dalla Vedova dice che gli argini fiamminghi erano noti per la loro lunghezza e grandiosità, quelli padovani per l'altezza e la grossezza; di qui il tutto che né sì alti né sì grossi del v. 11. Per quanto riguarda il tratto di costa, tra Guizzante e Bruggia, che D. intendeva indicare, si veda GUIZZANTE.
B. è citata anche in Pg XX 46 ove Ugo Capeto dice: Ma se Doagio, Lilla, Guanto e Bruggia / potesser, tosto ne saria vendetta; / e io la cheggio a lui che tutto giuggia. La vendetta (già avvenuta quando D. scrive) è la vittoria delle principali città delle Fiandre su Filippo il Bello, ottenuta nel 1302 (G. Villani, VIII 56).
Bibl. - G. Dalla Vedova, Gli argini della Brenta al tempo di D., in D. e Padova, Padova 1865, 93; F. Lanci, Il Bulicame e la Chiarentana nella D. C. di D. A., in " Giornale Araldico " s. 2, LXVII (1872) 27-28.