CASTAGNA, Bruna
Nata a Bari il 15 ott. 1905 da Luigi e da Maria Catacchio, cominciò a studiare pianoforte a Milano dall'età di sette anni, apparendo in pubblico a quattordici come pianista. Successivamente si dedicò al canto, nel registro di mezzosoprano, divenendo allieva di Tina Scognamiglio, e nel 1925 esordì al teatro Comunale di Mantova nel ruolo di Marina nel Boris Godunov di M. Mussorgskij accanto ad Ezio Pinza. Nello stesso anno venne scritturata alla Scala e, fino al 1928, apparve quale interprete in ruoli comprimari in opere particolarmente impegnative.
Il 29 nov. 1925, infatti, in occasione di una serata commemorativa in onore di Giacomo Puccini, la C. debuttò alla Scala quale "diligente" Suzuky (Corriere della sera, 30 nov. 1925) nella Madama Butterfly diretta da Arturo Toscanini. Accanto a lei cantavano Rosetta Pampanini e Aureliano Pertile.
Il 4 marzo 1926 partecipò alla prima italiana di Le martyre de Saint-Sebastien y di C. Debussy, diretta da Toscanini con Fedora Barbieri, Celestina Valobra e Luisa Bertana, cui presenziò anche Gabriele D'Annunzio, autore del libretto.
Dopo la ripresa della Butterfly sotto la direzione di Antonino Votto, cantò nel successivo dicembre nella piccola ma toccante parte della vecchia Madelon nell'Andrea Chénier di U. Giordano con Claudia Muzio, Aureliano Pertile e Mariano Stabile, sotto la direzione di Ettore Panizza. Nello stesso mese apparve come Lola nella Cavalleria rusticana di P. Mascagni diretta dall'autore, con Bianca Scacciati, Francesco Merli e Benvenuto Franci e, nel gennaio 1927, vestì i panni di Erda nell'Orodel Reno di R. Wagner diretto da Ettore Panizza accanto a Tancredi Pasero (Wotan), Angelica Kravcenko (Frycka) e la debuttante Gina Cigna (Freya). Fu interprete di Erda anche nel successivo Sigfrido con Maria Llacer Casali (Brunilde), Ignazio Fagoaga (Sigfrido) e Aristide Baracchi (Alberico).
Nell'aprile 1927 cantò la parte di Fedor nel Boris Godunov sotto la direzione di Toscanini con Carlo Galeffi e Luisa Bertana (Marina), nel raffinato allestimento scenico di Nicola Benois, e dal dicembre 1927 al gennaio 1928 partecipò alle riprese della Cavalleria rusticana, con Toscanini, Giannina Arangi Lombardi e Francesco Merli poi dell'Oro del Reno e del Sigfrido.
Nel marzo dello stesso anno la Scala realizzò un eccezionale allestimento delle Nozze di Figaro di W. A. Mozart scritturando la C. come Marcellina; intorno a lei ruotava una compagnia quanto mai prestigiosa: Figaro era Mariano Stabile, Susanna Adelaide Saraceni, Cherubino Conchita Supervia, la Contessa Mercedes Llopart, il Conte Umberto Di Lelio e Bartolo Salvatore Baccaloni. La direzione d'orchestra era affidata a Richard Strauss.
Nel maggio 1928 riapparve nelle vesti di Suzuky in un'altra ripresa della Butterfly diretta da Gabriele Santini, e nello stesso anno venne scritturata da Tullio Serafin per una lunga tournée in Sudamerica al teatro Colón di Buenos Aires, dove rimase per circa due anni.
Dopo un'apparizione al Covent Garden nel 1929 nel ruolo della Cieca nella Gioconda di A. Ponchielli con Pertile, tornò in Italia nel 1930 debuttando al teatro Regio di Parma in Azucena nel Trovatore di G. Verdi, sempre con Pertile, e nel 1931 fu Ulrica nel Ballo in maschera, sempre di Verdi, al S. Carlo di Napoli.
Il 16 febbr. 1933 tornò alla Scala come protagonista dell'Italiana in Algeri di G. Rossini diretta da Franco Ghione, sostituendo Gabriella Besanzoni, ammalata; gli altri interpreti erano Margherita Carosio (Elvira) e Giovanni Manurita (Lindoro).
Pochi giorni dopo debuttava nel ruolo di Maddalena in Rigoletto di Verdi sotto la direzione di Franco Ghione, con Beniamino Gigli, Toti Dal Monte e Benvenuto Franci.
Dopo una breve assenza tornò alla Scala nel gennaio del 1934 come interprete del personaggio della Nonna in La vida breve di Manuel De Falla; la direzione d'orchestra era affidata ad Antonino Votto e negli altri ruoli cantavano Galliano Masini e Gilda Dalla Rizza. Nel febbraio seguente fu la Cieca in un'eccezionale Gioconda con protagonisti quali Gina Cigna, Ebe Stignani, Carlo Galeffi e Alessandro Ziliani.
Le sue ultime apparizioni alla Scala risalgono al 1934 nell'opera Il Dibbuk di Lodovico Rocca diretta da Franco Ghione ed infine nella Missa solemnis di Beethoven, diretta da Karl Elmenndorff con Mafalda Favero, Duilio Baronti e Giovanni Voyer.
La sua carriera ebbe una fortunata svolta allorché decise di trasferirsi negli Stati Uniti, debuttando al teatro dell'Ippodromo di New York come Carmen nel 1935.
Nel 1936 cantò per la prima volta al Metropolitan nel ruolo di Amneris con Elisabeth Rethberg quale Aida; da allora interpretò più volte a New York il persopaggio della principessa egiziana, precisamente nel 1937, 1940, 1941 e 1943 accanto ad artisti quali Ginag Cigna, Zinka Milanov, Stella Roman, Giovanni Martinelli, Beniamino Gigli, Leonard Warren, Ezio Pinza e Carlo Tagliabue.
La C. cantò al Metropolitan fino al 1945 nei ruoli più diversi: nel 1940 fu Ulrica nel Ballo in maschera con Jussi Bibrling e Zinka Milanov e alla fine dello stesso anno cantò sotto la bacchetta di Toscanini nella Missa solemnis di Beethoven e nel Requiem di Verdi assieme a Biörling e alla Milanov.
Nel 1941 interpretò con grande successo Azucena nel Trovatore ancora con Biörling, Norina Greco e Frank Valentino.
Oltre ai ruoli succitati, il suo repertorio comprendeva: Adalgisa (Norma di V. Bellini), Leonora (La favorita di G. Donizetti), Preziosilla (La forza del destino di G. Verdi), Laura Adorno (La Gioconda), Charlotte (Werther di J. Massenet), la Strega (Hänsel und Gretel di E. Humperdinck), Santuzza (Cavalleria rusticana), Mignon di A. Thomas, Dalila (Sansone e Dalila di C. Saint-Saëns), Ortruda (Lohengrin di R. Wagner), personaggi che portò nei maggiori teatri del mondo dal 1946, allorché intraprese tournées in Brasile, Cile, Perù, Australia, Malta, Ungheria, Germania, Francia, Spagna, dove fu sempre ammirata, ed applaudita. Non mancò di incidere alcuni dischi presso la Columbia e la Victor.
Ritiratasi dalle scene si stabilì in Argentina; morì a Pinamar il 10 luglio 1983.
Divenuta celeberrima negli Stati Uniti negli anni della grande depressione, quando al teatro dell'Ippodromo di New York venivano programmate opere famosissime e di grande richiamo per il pubblico, che poteva assistervi pagando soli 99 cents, la C. appartenne alla stessa generazione di Cioe Elmo ed Ebe Stignani ed aveva più o meno il loro medesimo repertorio. Dotata di una bellissima e potente voce naturale e di una grande espressività scenica,. tuttavia non raggiungeva le raffinatezze delle sue due illustri colleghe per una certa durezza nei passaggi di registro e per un eccessivo uso dei suoni cosiddetti poitrinées nel registro basso. Il che la portava ad impostare totalmente la sua vocalità sull'empito, sul canto sfogato, sullo slancio. Scrive infatti Carlo Marinelli in merito alla sua interpretazione di Amneris: (,un'Amneris interpretativamente esuberante, vocalmente non molto contenuta, soprattutto quando affonda nei gravi, ma comunque di energica ed incisiva presenza" (p. 168). Per questo la C. si impose nei ruoli di maggior impeto vocale e scenico, firmando comunque interessantissime interpretazioni, vibranti, piene di forza e drammaticità. Sotto quest'aspetto fu particolarmente degna di lode la sua interpretazione di Azucena: "Spettacolare e con grandiosa imponenza è l'Azucena di Bruna Castagna che ha la fisica concretezza di un canto fin troppo denso e spesso che la porta volentieri alla violenza viscerale e all'enfasi perorativa; ma nella zingara del mezzosoprano barese sono anche il senso dell'orrore e del mistero, la capacità della memoria e della rievocazione, con incisiva efficacia di descrizione, nella narrazione e nell'immaginazione (con molta abilità il ricordo all'inizio distaccato e lontano, apparentemente estraneo e quasi sperduto, viene via via avvicinato in una progressiva concitazione, fino a farsi presenza di immediata evidenza), e soprattutto è consapevole della necessità che anche l'espressione più estroversa rispetti il taglio musicale e sintattico delle frasi" (ibid.). Una testimonianza della sua arte è affidata a numerose incisioni discografiche realizzate prevalentemente durante il soggiorno americano. Si ricordano in particolare: l'aria della lettera, dal Werther di J. Massenet (Columbia 71390); "Amour viens aider ma faiblesse", dal Sansone e Dalila di C. Saint-Saëns (Columbia 71390); Amneris in Aida di G. Verdi (The Golden Age of Opera Ejs, reg. dal vivo, 6 febbr. 1937); Requiem di G. Verdi e Missa solemnis di L. van Beethoven (Melodram 006, reg. dal vivo, New York, 28 dic. 1940 e 21 nov. 1940); Ulrica in Un ballo in maschera di Verdi (Metropolitan Opera, Guild Met 8, Live 1940); Azucena nel Trovatore di Verdi (Cetra Opera Live LO 71, reg. dal vivo, Metropolitan 1940; Amneris in Aida (Cetra Opera Live, reg. dal vivo, Metropolitan 1943).
Fonti e Bibl.: Rec. in Corriere della sera, 30 dic. 1925; J. Kolodin, The Metropolitan Opera, New York 1940, pp. 497, 499, 507, 514, 515, 522, 525, 529, 533, 539, 542; C. Gatti, Il teatro alla Scala, Milano 1964, I, pp. 317, 358; II, pp. 80-86, 89 ss., 93, 95; C. Marinelli, Opere in disco, Fiesole 1982, pp. 168, 199; Grandi personaggi verdiani: Azucena, a cura di E. Rescigno, Milano 1983, p. 14. Vedi inoltre; Macmillan Encyclopedia of Music and Musicians, London 1938, p. 300; Riemann Musiklexikon, Mainz 1959, p. 286; Encicl. della musica Ricordi, I, Milano 1963, p. 428; La musica, Dizionario, I, Torino 1968, p. 365; Baker's Biographical Dictionary of Musicians, London 1971, p. 264; K. Kutsch-L. Riemens, Unvergänglichen Stimmen Sängerlexikon, Bern 1975, p. 118; Encicl. della musica lirica Longanesi, Roma s.d., p. 244.