Vedi Brunei dell'anno: 2012 - 2013 - 2014 - 2015 - 2016
La stabilità del paese e il pieno appoggio dato dalla popolazione al sovrano derivano dall’alto livello economico e dall’elevato standard di vita che il sultano riesce a garantire tramite sussidi alimentari, cure mediche gratuite, accesso libero e gratuito all’istruzione, bassa pressione fiscale e bassi tassi d’interesse per i dipendenti pubblici. Nel 2004 si è verificata una prima apertura democratica con l’istituzione di un Consiglio legislativo dotato di poteri minimi e di natura consultiva, al quale ha fatto seguito, nel 2010, l’introduzione dell’obbligo di alternanza dei membri del governo ogni cinque anni. La scarsa pressione interna per una vera riforma del sistema di governo in senso democratico ha fatto però sì che il processo di apertura politica si sia limitato a queste decisioni.
La popolazione del Brunei è principalmente di etnia malese (66%), ma differisce da quella residente in Malaysia e Indonesia sotto il profilo linguistico e culturale. La minoranza etnica più numerosa è quella cinese, che rappresenta l’11% della popolazione totale. Le modeste dimensioni demografiche rendono necessario accettare l’ingresso di lavoratori stranieri, provenienti soprattutto da Regno Unito, Australia e dal Sud-Est asiatico. Il numero dei lavoratori immigrati è stimato in 100.000 unità, su una forza lavoro di 188.000.
Singapore è, d’altra parte, il maggior alleato strategico del paese, seguito dal Regno Unito.
Dall’ingresso nell’Associazione delle nazioni del Sud-Est asiatico (Asean), i rapporti con Indonesia e Malaysia sono migliorati, ma resta irrisolta la disputa con Kuala Lumpur sulla regione del Limbang, che spezza in due il Brunei e crea notevoli difficoltà, anche per il traffico generato dalle frontiere, non risolte con lo scambio di lettere del 2009. I rapporti con Pechino sono invece turbati da una rivendicazione territoriale relativa alle Isole Spratly, contese anche da Vietnam, Malaysia e Filippine. Ma la significativa minoranza cinese, la rilevanza del turismo di origine cinese, la nomina di un sino-bruneiano a ministro del commercio, così come la firma, nel settembre 2013, di un Memorandum of Understanding tra un’impresa del Brunei e un’impresa cinese per la costruzione di un parco industriale nel sultanato, sono fattori che contribuiscono alla tenuta del legame tra i due stati.