Brunei
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Geografia umana ed economica
Stato dell'Asia sud-orientale, situato nel settore settentrionale dell'isola di Borneo. Al censimento del 2001 la popolazione era di 332.844 ab., di cui oltre il 66% rappresentato da malesi (attestandosi secondo stime del 2005, sui 374.000 ab.). È sensibilmente diminuito il numero dei cinesi, principale gruppo etnico minoritario, costretti a emigrare dal senso di insicurezza scaturito da una politica che tende a valorizzare la cultura malese e a caratterizzare lo Stato in senso islamico. L'esiguità del territorio nonché la progressiva perdita d'importanza dell'agricoltura rispetto alle attività di estrazione, di trasformazione e soprattutto di servizio, sono state alla base della notevole crescita della popolazione urbana, che nel 2003 rappresentava il 76,2% della totale.
Per il valore del PIL pro capite, che nel 2003 superava i 23.000 dollari, il B. si colloca fra i primi venti Paesi della graduatoria mondiale, accanto a molti Stati occidentali e in posizione simile, ma migliore, rispetto ai classici produttori di petrolio del Vicino e Medio Oriente. Tuttavia tale indicatore non è sufficiente per annoverare il B. tra i Paesi sviluppati, data la schiacciante dipendenza della sua economia dagli idrocarburi (8,5 milioni di t di greggio nel 2003), le disparità di ricchezza, le condizioni sociali di gran parte della popolazione. Il Paese resta alla ricerca di nuovi progetti che gli permettano di diversificare l'economia e di ridurre la disoccupazione. Oltre che di petrolio il sottosuolo è ricco di gas naturale (11.000 milioni di m3 nel 2003), che, estratto dal giacimento di Seria, viene liquefatto direttamente a Lumut, in uno dei maggiori impianti del genere al mondo. Un'altra risorsa è rappresentata dalle estese foreste pluviali, che coprono circa l'80% della superficie territoriale.
Storia
Alle soglie del terzo millennio la vita politica nel sultanato appariva dominata dalle lotte di potere intorno alla Brunei Investment Agency (BIA), un ufficio di controllo sugli investimenti del Paese all'estero, diramazione del Ministero delle Finanze. Nei primi mesi del 2000 esplodeva il caso giudiziario del fratello minore del sultano H. Bolkiah, il principe J. Bolkiah, accusato di aver sottratto somme ingenti dalle casse dello Stato durante il suo mandato di presidenza della BIA. Il principe aveva abbandonato il Paese nell'aprile 1998, pochi mesi prima di essere rimosso dal suo incarico. Lo scandalo, che vide coinvolte anche altre figure di primo piano, ebbe significative ripercussioni nella vita politica e sociale del sultanato, dove andavano accumulandosi tensioni e malumori per ltasso di disoccupazione.
Nel settembre del 2004 (l'anno dei festeggiamenti per il ventesimo anniversario dell'indipendenza) il sultano convocò per la prima volta dal 1984 il Consiglio legislativo, una sorta di Parlamento consultivo di 21 membri, tutti di nomina regia. Nel Paese, peraltro, non si svolgevano libere elezioni dal 1962, ossia da quando, dopo lo scoppio di una rivolta guidata dal North Borneo Liberation Army, era stato dichiarato lo stato d'emergenza. Un altro cauto passo verso la modernizzazione fu nel maggio 2005 la nomina (per la prima volta in diciassette anni) di alcuni nuovi ministri, tra cui l'erede al trono, il principe al-Muhtadee Billah. In politica estera il B. s'impegnò in un'intensa attività diplomatica, e nel 2000 ospitò la riunione annua dei leader dell'Asia-Pacific Economic Cooperation (APEC). Nel novembre 2001, in occasione del settimo summit dell'Association of South East Asian Nations (ASEAN), che si tenne nel sultanato, fu ribadita la necessità della cooperazione regionale nella lotta al terrorismo. Nei primi anni del 21° sec. permanevano invece i contrasti tra B., Cina, Vietnam, Filippine, Malaysia e Taiwan per l'area contesa delle isole Spratly, arcipelago del Mar Cinese Meridionale ricco di petrolio.