Brunei
(App. V, i, p. 432; v. borneo, VII, p. 496; App. II, i, p. 438; III, i, p. 251)
Geografia umana ed economica
di Anna Bordoni
Popolazione
Il sultanato, piuttosto densamente popolato, nel 1998, secondo una stima, contava 315.000 abitanti, per oltre due terzi Malesi, Cinesi e Indiani, cui si aggiungono, all'interno, gruppi indigeni.
Condizioni economiche
L'economia del B. è dominata dagli idrocarburi: infatti, il petrolio (estratto da otto giacimenti off-shore e da due giacimenti on-shore) e il gas naturale assicurano una produzione ingente, soprattutto se rapportata alle piccole dimensioni del sultanato. L'esportazione di idrocarburi e prodotti derivati, destinata per circa il 55% al mercato giapponese, costituisce il 92,3% del valore totale delle esportazioni. Il governo sta cercando di ridurre la dipendenza dell'economia dal petrolio e dal gas naturale; gli ultimi piani di sviluppo hanno cercato di diversificare la struttura produttiva, dando impulso al settore bancario e finanziario, nonché promuovendo le attività manifatturiere attraverso la costituzione di 'parchi industriali', previsti in numero di 23, il primo dei quali è entrato in funzione nel 1996. L'agricoltura ha scarsa rilevanza e solo l'1,2% della superficie territoriale è destinato all'arativo e alle colture arborescenti: fra le coltivazioni predomina il riso, accanto al banano, agli agrumi, alla manioca e alla palma da cocco. La bilancia agricola accusa un costante e considerevole deficit e il paese è costretto a consistenti importazioni di prodotti alimentari.
bibliografia
K.C. Goh, The state of the physical environment of Brunei Darussalam, in Malaysian journal of tropical geography, 1991, 1, pp. 19-27; M. Cleary, Wong Shuang Yann, Diversification problems in a rentier state: the case of Brunei, in Pacific viewpoint, 1993, 1, pp. 69-76; D. Besson, M. Lantéri, Ansea, la décennie prodigieuse. Essai sur le développement en Asie du Sud-Est, Paris 1994.
Storia
di Luisa Azzolini
Il sultanato del B., dal 1984 Stato indipendente nell'ambito del Commonwealth, ha conservato un regime assoluto senza aperture democratiche.
La crescita della disoccupazione nei primi anni Novanta e il conseguente disagio sociale soprattutto fra i giovani (la popolazione sotto i 20 anni rappresentava la metà del totale) spinsero il governo del sultano Hassan al-Bolkiah a rafforzare il carattere islamico della monarchia, a proibire l'importazione di alcolici e a incentivare ulteriormente l'emigrazione della popolazione cinese che, benché priva della cittadinanza e quindi di ogni forma di assistenza sociale, rappresentava ancora una parte consistente del settore impiegatizio.
Nel 1992, in occasione dei venticinque anni di regno, Hassan al-Bolkiah ribadì il ruolo fondamentale della monarchia e della famiglia reale nello Stato islamico del B., disilludendo quanti contavano su un mutamento di indirizzo del regime (l'unico provvedimento, infatti, fu l'istituzione di un comitato incaricato di rivedere la Costituzione del 1959, parzialmente sospesa dal 1967).
Sul piano internazionale il B. rafforzò i rapporti con gli altri paesi dell'Association of South East Asian Nations (ASEAN), e in particolare con Singapore, serbatoio di manodopera qualificata e importante partner commerciale. Nel 1992 aderì al movimento dei paesi non allineati e nel 1993 istituì rapporti diplomatici con la Russia, la Repubblica popolare cinese, il Vietnam e la Birmania. Nel 1995 è diventato membro del FMI.
bibliografia
G. Braighlinn, Ideological innovation under monarchy. Aspects of legitimisation activity in contemporary Brunei, Amsterdam 1992; M. Cleary, S. Y. Wong, Oil, economic development and diversification in Brunei Darussalam, London-New York 1994.