brunettata
s. f. (iron.) Trovata tipica di Renato Brunetta, economista e politico, già ministro per la Pubblica amministrazione e l’innovazione.
• Per molti dipendenti del Comune ‒ la comunicazione numero 370766 del 22 settembre 2009 è affissa al Maritone, a Tursi, all’Anagrafe di corso Torino e in tutti gli uffici decentrati ‒ è «una brunettata al pesto, il tentativo, inutile, di scimmiottare un ministro cretino». Comunque la si veda, queste due cartelle scarse stanno sconvolgendo da dieci giorni la vita dei settemila dipendenti del Comune di Genova, la maggiore azienda della città. (Raffaele Niri, Repubblica, 3 ottobre 2009, Genova, p. I) • «Nessuno ha voglia di apparire coinvolto in inciuci», si ragionava ieri ad Arcore. Contando sul fatto che, alla fine, sarà proprio Forza Italia l’alleato insostituibile di [Matteo] Renzi per «cambiare verso». E non certo puntando tutto sull’abolizione dell’articolo 18, così come ha scelto di fare il leader di Ncd Angelino Alfano e nonostante le aperture sul punto, dichiarate via «Mattinale» dal capogruppo azzurro a Montecitorio Renato Brunetta. Che, fatto salvo Maurizio Gasparri, non sembrava aver riscosso grande successo nel partito. Di certo non hanno convinto la vecchia (e ancora assai potente) guardia forzista incarnata da Denis Verdini. «Brunettate», sintetizzavano fonti a lui vicine, ricordando che «la maggior parte delle imprese italiane hanno meno di 15 dipendenti e, dunque, sono già fuori dal perimetro d’applicazione dell’articolo 18», e che dunque Alfano più che altro starebbe ricorrendo a «stereotipi della destra» per rianimare il suo appeal. (Sonia Oranges, Messaggero, 13 agosto 2014, p. 5, Primo Piano).
- Derivato dal nome proprio (Renato) Brunetta con l’aggiunta del suffisso -ata1.
- Già attestato nell’Unità dell’11 settembre 2005, p. 2, Oggi (Federica Fantozzi).