BRUNI DE BAROFFI (Baroffio), Antonio (Anton Osipovič)
Figlio di Giuseppe di Giorgio Baroffi e di Angela Pozzi, nacque a Mendrisio il 17 febbr. 1762. Secondo il Medici (1969), nel 1780 era a Genova allievo di C. G. Ratti e, quindi, della locale Accademia; si sarebbe poi trasferito a Milano, dove nel 1799 figura assistente alle fusioni nella Zecca (vi figura ancora il 7 piovoso dell'anno X, 27 genn. 1802; la distruzione per eventi bellici, nel 1943, di parte dei documenti dell'Arch. di Stato di Milano rende impossibile seguire gli ulteriori sviluppi dei suoi rapporti con la Zecca). Da documenti nella Biblioteca Cantonale di Bellinzona e da un gruppo di lettere del B. stesso (Medici, 1955 e 1970) è provato che egli, con il nome di Antonio Baroffi, fu condannato a 20 anni di carcere, il 20 giugno 1807, per infedeltà di ufficio; ma già il 4 sett. 1808 era a Pietroburgo (data della sua prima lettera). In Russia prese il nome di Bruni, talvolta abbinandolo a Baroffi; quando nel 1812 scrisse a Mendrisio per avere l'attestato di nobiltà, per far entrare i figli "nella carriera civile o militare onorevole", chiese di essere chiamato con il cognome Bruni (Medici, 1970, p. 66).
Opere del B. anteriori al suo trasferimento in Russia sono elencate dal Medici (1970): tra esse si ricorda la Sacra famiglia, firmata e datata 1791, nella sacrestia della parrocchia di Mendrisio; il disegno e l'incisione del conio della medaglia celebrativa fatta fare dal governo svizzero nel 1804; il grande quadro a olio per l'aula del Gran Consiglio di Bellinzona rappresentante, attraverso una complessa allegoria, la Rigenerazione politica del Canton Ticino.
A Pietroburgo il B. trovò subito da lavorare: dal 1808, infatti, fu impegnato nel restauro di quadri e soffitti nel palazzo Caterina di Čarskoe Selo (od. Puškin), nel cui liceo insegnò pure disegno, annoverando quindi ti, i suoi scolari il grande poeta A. S. Puškin. Nel 1815 espose presso l'Accademia di Belle Arti di Pietroburgo il quadro Le sofferenze di Giobbe, oggi non più reperibile, e nello stesso anno ricevette il titolo accademico. Due anni dopo si trasferì con la famiglia a Mosca, dove insegnò disegno alla locale università, eseguendo all'occasione quadri su commissione di privati. Dalla sua corrispondenza (Medici, 1955 e 1970), che copre il periodo 4 sett. 1808-7 febbr. 1821, si vede che fu sempre vivissimo in lui il desiderio di ritornare in patria, ma evidentemente non ci riuscì: la moglie e la figlia erano tornate nel 1820 (Medici, 1955, p. 72), ma nel 1825 il B. era ancora a Mosca, poiché risulta che in quell'anno ebbe due mesi di licenza dall'insegnamento.
Morì poco prima del 1833. Alcuni dei suoi magistrali disegni si conservano nella Galleria Tret'jakov di Mosca.
In Russia il B. era giunto con la moglie Maddalena Bossart e i figli Sofia (nata a Milano nel 1798), Fedele e Costantino. Questi, che sono da considerarsi russi, adottarono esclusivamente il cognome Bruni per sé e per i loro discendenti, molti dei quali acquistarono una posizione di grande rilievo nel campo artistico.
Dei figli del B., Fedele (Fëdor Antonovič), nato a Milano il 22giugno 1799, fu pittore assai rinomato; soggiornò a lungo e a più riprese a Roma, fu membro dell'Accademia di S. Luca e di quella di Belle Arti di Pietroburgo. Morì a Pietroburgo il 30 agosto (11 sett. secondo il calendario russo) 1875(necrol. in Atti d. R. Accad. di Belle Arti in Milano, 1876, pp. 9 s.). Suo figlio Giulio(Julius Fëdorovič: Roma 12 dic. 1843 - Pietroburgo 16[29]genn. 1911) fu architetto.
L'altro figlio del B., Costantino(Konstantin Antonovič: nato nel 1801), fu amministratore dei principi Volkonskij; morì relativ.amente giovane, lasciando sei figli, dei quali Aleksandr Konstantinovič (Mosca 5[17] luglio 1825-Pietroburgo 31 genn. [13 febbr.] 1915) fu pittore e architetto come suo figlio Nikolaj Aleksandrovič (20 sett., [2 ott.] 1856-Leningrado dicembre 1935), mentre Aleksandr Aleksandrovič (13[25] ag. 1860-22 maggio [4 giugno] 1911) fu architetto.
Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Milano, Atti di Governo. Finanza, p.a. Monete. - Uffici R. Zecca di Milano, P. G. cart. 834; Ibid., Monete-Uffici Diversi, cart. 843; Leningrado, Arch. stor. centr. dell'U.R.S.S., fondo 466, invent. 36/1629, fasc. 229 (anno 1810); fondo 471, invent. 1, fasc. 569 e 629 (anno 1816); fondo 472, invent. 59/894, fasc. 16 (anno 1827); fondo 789, invent. 14, fasc. 148b (anni 1814 e 1825); fondo 1486, invent. 24, fasc. 219 (anno 1809). P. N. Petrov, Sbornik materialov dlja istorii imperatorskoj Sankt-Peterburgskoj Akademii chudožestv (Raccolta dei materiali per la storia dell'Imperiale Accademia delle Belle Arti a Pietroburgo), II, Peterburg 1865, pp. 60, 66; A. V.Polovcov, Fëdor Antonovič Bruni, Peterburg 1907, pp. 1-9, 13; S. N. Kondakov, Imperatorskaja Sanktpeterburgskaja Akademija chudožestv (L'Accademia imperiale di Belle Arti a Pietroburgo), II, Peterburg 1914, p. 24; A. P. Miller, Inostrannye skuù'ptory i živopiscy v Rossii (Scultori e pittori stranieri in Russia), Leningrad 1925, p. 64; G. M., Ilquadro allegorico di A. Baroffio, in Boll. stor. d. Svizzera ital., XVII (1942), pp. 130-132; Un insospettato Baroffio,ibid., XXVIII (1953), 3, p. 135; M. Medici, Un carteggio ined. del pittore mendrisiense A. Baroffio,ibid., XXX (1955), 1-4, pp. 63-70; A. A. Sidorov, Risunok starych russkich masterov (Disegno dei vecchi artisti russi), Moskva 1956, p. 290; M. Medici, Il pittore A. Baroffio Bruni, in Boll. stor. d. Svizzera ital., LXXXI (1969), pp. 146-181; LXXXI (1970), pp. 50-77; Russkij Biografičeskij Slovar' (Dizionario Biografico Russo), III, Peterburg 1908, p. 368; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, V, p. 136 (con molte inesattezze).