Barreto, Bruno
Regista cinematografico brasiliano, nato il 16 marzo 1955 a Rio de Janeiro. Autore versatile, ha saputo affrontare generi molto diversi utilizzando e sovrapponendo stilemi di vario tipo: tra i temi ricorrenti del suo cinema l'analisi delle differenze e delle contraddizioni culturali, ideologiche e politiche, il conflitto tra passione e razionalità, desiderio e inibizione, tra l'aspetto istintuale della natura umana e i condizionamenti imposti dai ruoli sociali, oltre al sovrapporsi, in alcune scelte di stile e di racconto, tra dimensione onirica e rappresentazione della realtà quotidiana.
Figlio di Lucy e Luis Carlos Barreto, noti produttori brasiliani, B. mosse i primi passi come regista realizzando all'inizio degli anni Settanta alcuni cortometraggi in 16 e 35 mm, tra cui A bolsa e la vida (1971) e A emboscada (1972), che costituirono un importante momento per la sua formazione. Girò quindi il suo primo lungometraggio, Tati, a garota (1973), cui è seguito A estrela sobe (1974), opere che esplorano il complesso universo femminile, spesso al centro dei successivi lavori di Barreto. Tre anni dopo si è imposto all'attenzione della critica internazionale con Dona Flor e seus dois maritos (1976; Donna Flor e i suoi due mariti), tratto dall'omonimo romanzo di J. Amado e vincitore del Festival del cinema brasiliano di Gramado. Nell'impostazione ironica e farsesca data dal regista allo svolgersi del racconto e nella carica di sensualità, tra innocenza e perversione, conferita alla protagonista, fulcro intorno a cui ruota il mondo maschile, affiora la celebrazione della libertà formale e ideologica, nonché sessuale, emblema di un rinnovato desiderio di emancipazione. Dopo lo straordinario successo di quest'opera, ricca di umanità e percorsa da una vena umoristica, B. ha diretto negli anni successivi film caratterizzati da un minuzioso studio dei rapporti interpersonali come Amor bandido (1979), storia cupa e drammatica in una Rio de Janeiro violenta e spietata; O beijo no asfalto (1982), sull'ultimo, disperato desiderio di un uomo agonizzante; Gabriela (1983) dal romanzo Gabriela, cravo e canela di J. Amado, in cui vengono analizzate le complesse dinamiche di un rapporto sentimentale; Além do paixão (1985), sul dilemma di una donna lacerata da una difficile scelta tra una vita tranquilla e tradizionale e una vita dominata dalle passioni travolgenti. Alla fine degli anni Ottanta B. si è trasferito negli Stati Uniti dove ha diretto A show of force (1990; Prova di forza), un thriller con un cast di richiamo internazionale, e Carried away (1996; Giorni di passione), sul difficile rapporto sentimentale tra una ragazza diciassettenne e un uomo adulto. Nel 1997 è tornato in Brasile per girare O que é isso, companheiro? (1997; 4 giorni a settembre), film di grande rigore stilistico sul drammatico periodo della dittatura militare. Partendo da un episodio realmente accaduto nel 1969, il rapimento dell'ambasciatore statunitense Ch.B. Elbrick da parte di un gruppo di guerriglieri del Movimento Revolucionário 8 de Outubro, il regista ha saputo costruire un film politico strutturato in modo da far emergere le passioni, i conflitti, le azioni e i rimorsi dei personaggi così rappresentando i sogni rivoluzionari di un'intera generazione.Tornato negli Stati Uniti, B. ha diretto One tough cop (1998; Un poliziotto speciale), un thriller nella migliore tradizione hollywoodiana. Con Bossa nova (1999), dedicato a François Truffaut e al musicista Antonio Carlos Jobim, ha realizzato un'opera che è un atto d'amore per la musica e per il suo Brasile.