BEARZI, Bruno
Figlio di Giuseppe e di Teresa Cirio, nacque a Palmanova in provincia di Udine il 19 nov. 1894.
Dopo aver compiuto gli studi superiori al Convitto nazionale di Belluno (istituto tecnico industriale), si trasferì a Firenze dove lavorò come capo reparto tecnico alle Officine Galileo. Durante la prima guerra mondiale, essendo la produzione delle fabbriche e fonderie rivolta a scopi principalmente bellici, le Officine Galileo commissionarono tramite il B. alcuni lavori alla fonderia Gusmano Vignali.
Questa fonderia era molto nota, non solo in territorio nazionale, e D'Annunzio dedicò a Vignali un capitolo delle Faville del maglio. Il B. lasciò quindi le Officine Galileo e dopo aver sposato la figlia di Vignali, Emma, nel giugno 1921 divenne socio del suocero e comproprietario della fonderia che si chiamò Fonderia artistica fiorentina.
Da questo momento il B. si occupò solo di metallurgia, dedicandosi anche a studi sulla metallurgia antica con ricerche sulla composizione dei metalli e sui processi di fusione delle antiche opere d'arte.
Con lo scoppio della seconda guerra mondiale, la Soprintendenza ai monumenti lo incaricò di provvedere alla protezione delle opere d'arte sia in marmo sia in bronzo in previsione di eventuali bombardamenti e molte di esse furono trasportate nella galleria dell'Incisa, da tempo chiusa al traffico dei treni.
Dopo il conflitto, sempre per incarico della Soprintendenza, il B. provvide a riportare al loro posto originario le stesse opere fra cui le statue della Loggia dei Lanzi, di Orsammichele, del battistero e di varie piazze di Firenze. Divenne il restauratore ufficiale della Soprintendenza.
Durante la pulizia e il restauro del S. Ludovico di Donatello emersero tracce di doratura. Con il soprintendente Armando Venè prima e con Giovanni Poggi poi, il B. cominciò una ricerca di archivio sui monumenti che stava trattando ed emerse che anche la Porta del paradiso di Lorenzo Ghiberti era in origine dorata. Cominciò quindi, dopo l'esaltante scoperta che l'oro era ancora quasi intatto, il lavoro di ripulitura dalla sporcizia secolare.
Nel giorno di s. Giovanni, il 24 giugno 1948, la porta fu rimessa al suo posto in tutto il suo splendore.
Il laboratorio del B. era nella "vecchia posta" sotto la Galleria degli Uffizi: da questo laboratorio passarono non solo tutti i più importanti bronzi di Firenze (S. Rossore, S. Ludovico e Giuditta e Oloferne di Donatello, Perseo del Cellini, le statue della fontana del Nettuno dell'Ammannati, il Porcellino del Tacca, ecc.) ma anche pezzi archeologici, come la Chimera di Arezzo, la lampada etrusca di Cortona, i resti dei monumenti equestri di Ancona, l'altare di S. Jacopo del duomo di Pistoia (opera medioevale in argento alla quale lavorarono i più famosi artisti fiorentini come Ghiberti, Brunelleschi, Pollaiolo: fu restaurato tra il 1948 e il 1953). Restaurò inoltre tutta la collezione di armi dei Bargello e le armature dei museo Stibbert.
Nel 1960 il governo greco lo invitò ad Atene per impiantare una fonderia statale ed egli si fermò là per tutto il tempo necessario a insegnare agli allievi la tecnica fusoria. Non accettò nessun compenso, e fu insignito di una medaglia d'oro da parte dei governo ellenico. Fu poi chiamato in Francia, in Finlandia e negli Stati Uniti d'America come consulente ed esperto.
Organizzò la Mostra della metallurgia antica al Museo archeologico di Firenze, e nel 1954 la Mostra storica della fonderia. Presso l'Istituto di studi etruschi e italici contribuì a fondare un Centro per la storia della metallurgia (che però non ebbe seguito). Tenne un corso di studi all'Istituto d'arte di Careggi sulla metallurgia antica, e sempre a Firenze, insegnò (1967-69) per conto del Dartmouth College (Hannover, New Hampshire).
Attraverso molte conferenze e articoli trasmise le sue conoscenze sui processi fusori, confrontando quelli dei Romani, dei Greci, degli Etruschi, del Medioevo, del Rinascimento. Dal 1963 fu membro dell'American Chamber of Commerce.
Commendatore della Repubblica italiana, membro onorario dell'American Institute of Architects (1965), fu anche consulente di numerose istituzioni tra cui il Metropolitan Muscum di New York.
La fonderia Bearzi dopo la guerra lavorò anche per la American Battle Monuments Commission, e provvide a fondere monumenti per i cimiteri di guerra americani in Italia, in Francia, in Corea, nelle Hawai.
Nel 1967, quando fu ritrovato il manoscritto di Leonardo nella Biblioteca nazionale di Madrid che tratta del monumento - mai eseguito - di Francesco Sforza, il B. fu invitato a Madrid per leggere e interpretare il manoscritto. Purtroppo non fece in tempo a pubblicare i suoi appunti.
Morì a Firenze il 26 dic. 1983.
Opere: Le fusioni artistiche in bronzo nell'antichità, in La Metallurgia italiana, II (1949), p. 63-66; Riparazione di antiche campane, in Bollettino d'arte, XXXIV (1949), pp. 87-91; San Ludovico (in collaborazione con G. Poggi e L. Planiscig), New York 1949; Considerazioni sulla formazione delle patine e delle corrosioni sui bronzi antichi, in Studi etruschi, XXI (1950-1951), pp. 261-266; La metallurgia nell'antichità, in La Metallurgia italiana, VI (1951), pp. 215-220; La corrosione dei bronzi antichi, in Sibrium, III (1956-57), pp. 175-177; Sul restauro elettrochimico di oggetti o frammenti metallici di valore archeologico (in collaborazione con S. Bordi e G. Toderi), in Studi etruschi, XXVII (1959), pp. 209-217; Esame tecnologico e metallurgico della statua di San Pietro, in Commentari, XI (1960), pp. 30-32; A proposito dei cavalli di San Marco: ancora sulla difesa del patrimonio artistico, in La Fonderia italiana, XIV (1965), pp. 337-344; Il bronzo nella antichità, ibid., XV (1966), pp. 65-67; La tecnica fusoria di Donatello, in Donatello e il suo tempo, Firenze 1968, pp. 97-105; Il falso e i bronzi, in Gazzetta antiquaria, VI (1968), pp. 13-15, 27-29; Leonardo da Vinci e il monumento equestre allo Sforza, in Commentari, XXI (1970), pp. 61-65; Benvenuto Cellini e il Perseo, in Problemi attuali di scienza e di cultura dell'Accademia nazionale dei Lincei, Roma 1972, pp. 45-56; Ferri battuti e bronzi, in Civiltà delle arti minori in Toscana, Firenze 1973, pp. 161-168; Tecnologia del bronzo, in Antichi mortai da farmacia, a cura di G. Lise, Milano 1975, pp. 67-80; La tecnica della scultura nel Vasari, in Il Vasari storiografo e artista, Firenze 1976, pp. 27-33; La tecnica usata dal Ghiberti per le porte del Battistero, in Lorenzo Ghiberti nel suo tempo, ibid. 1980, pp. 219-222; Un itinerario tra i bronzi di Donatello, in Atti del convegno sul restauro delle opere d'arte, ibid. 1981, pp. 95-100.
Fonti e Bibl.: I dati riguardanti il B. sono stati forniti dalla famiglia.