BUOZZI, Bruno
Organizzatore operaio, nato a Pontelagoscuro (Ferrara) il 31 gennaio 1881. Operaio, poi capo operaio alla Marelli e alla Bianchi e attivista sindacale, a 28 anni designato dall'"Umanitaria" di Milano insegnante alla scuola professionale di Vigevano, divenne nel 1911 segretario della Federazione Italiana Operai Metallurgici e da allora in poi fu uno dei dirigenti di essa e della politica della Confederazione generale del lavoro. Militando nell'ala "riformista" di tale organizzazione, mentre non secondò il movimento rivoluzionario del primo dopoguerra, trattò il riconoscimento delle commissioni interne e delle otto ore di lavoro. Deputato al parlamento nel 1919, 1921 e 1924, segretario generale della CGL nel 1925, fu più volte oggetto di violenze e bastonato dai fascisti dopo un comizio "unitario" a Torino. Nel 1926 si trovava in Francia, per una riunione dell'Internazionale sindacale, quando vennero proclamate le leggi eccezionali. Rimase in esilio, ricostituendo formalmente la Confederazione generale del lavoro, di cui non accettò l'autoscioglimento proclamato in Italia da altri capi sindacalisti; trattò questioni di lavoro con le organizzazioni internazionali e la CGT francese; diresse il periodico L'Operaio italiano; partecipò all'attività del Partito socialista italiano e della Concentrazione antifascista. Arrestato dai Tedeschi nel 1942 fu dopo sei mesi di carcere consegnato al governo fascista e confinato a Montefalco (Perugia). Caduto il fascismo, fu nominato da Badoglio commissario per i sindacati dei lavoratori dell'industria. Clandestino dopo l'8 settembre, arrestato il 13 aprile 1944 e tratto dalle prigioni di Roma dai Tedeschi in fuga, fu da loro assassinato in località "La Storta" (sulla via Cassia, presso Roma), per non lasciarlo liberare, il 3 giugno 1945.
Scritti: Il sindacalismo italiano, s.a. né l. 1924; in collaborazione con V. Nitti, Le syndicalisme, Parigi 1930.