Corbucci, Bruno
Sceneggiatore e regista cinematografico, nato a Roma il 23 ottobre 1931 e morto ivi il 7 settembre 1996. Fratello del regista Sergio, cominciò la sua carriera come soggettista e sceneggiatore di film comici con Totò e con Franco Franchi e Ciccio Ingrassia. Come regista di film di genere, spesso in chiave di parodia, dal film di spionaggio al western all'italiana, al musicarello, si è collocato dalla seconda metà degli anni Sessanta in quel gruppo di buoni artigiani romani, artefici di prodotti di largo consumo, con talune cadute nel corrivo e nel triviale, specie nel filone erotico.
Dopo aver lavorato negli anni Cinquanta come sceneggiatore, spesso per i film comici diretti dal fratello, esordì nella regia a metà degli anni Sessanta, con una parodia dei film di James Bond interpretata da Lando Buzzanca: James Tont, operazione U.N.O. (1965), che diresse con Gianni Grimaldi, e James Tont, operazione D.U.E. (1966). Fu attivo anche nel filone del western all'italiana, dapprima con il parodistico Ringo e Gringo contro tutti (1966), con Lando Buzzanca e Raimondo Vianello, poi con il film di genere Spara, gringo, spara ‒ Rainbow (1968), dove usò lo pseudonimo di Frank B. Corlish. In quel periodo diresse anche musicarelli con il cantante Little Tony (Riderà ‒ Cuore matto, 1967, o Zum zum zum ‒ La canzone che mi passa per la testa, e Zum zum zum n. 2, entrambi del 1969), e quindi realizzò numerose satire di costume interpretate da comici e cabarettisti di successo (Lino Banfi, Enrico Montesano, Alighiero Noschese), e creò, insieme allo sceneggiatore Mario Amendola, la figura di un 'Serpico' alla romana, il commissario Nico Giraldi alias Er monnezza, interpretato da Tomas Milian, che diede vita alla serie comico-poliziesca durata quasi un decennio, da Squadra antiscippo (1976) a Delitto al Blue Gay (1984): film che abbondano di espressioni volgari, personaggi caricaturali, allusioni erotiche e situazioni grottesche. Nonostante l'inconsistenza della struttura, devono il loro successo a una formula, per quanto triviale, in cui si riflette con accenti demenziali e carnascialeschi un certo tipo di cultura popolaresca tradizionale, che risale ai sonetti di G.G. Belli, fatta di aneddoti e storielle proverbiali che mettono in luce la mitologia spicciola dell'arte di arrangiarsi del bullo romano e del sottobosco delinquenziale.