FINZI, Bruno
Nato ad Inzino di Gardone Val Trompia (Brescia) il 12 febbr. 1899 da Filiberto, avvocato, e da Gisella Mauri, compì gli studi secondari in varie città italiane, seguendo i trasferimenti della famiglia. Conseguita la maturità a Milano, si iscrisse al politecnico, dovendo però presto interrompere gli studi per combattere, giovanissimo, con il grado di tenente del genio nella guerra mondiale. Terminato il conflitto si laureò nel 1920 in ingegneria industriale. Cominciò ad esercitare la professione, ma contemporaneamente studiò matematica a Pavia, ove si laureò nel 1921 in fisica matematica con U. Cisotti, elaborando una tesi sulla relatività einsteiniana. L'anno successivo divenne assistente di meccanica razionale al politecnico di Milano e successivamente assunse vari incarichi di insegnamento (analisi, complementi di matematica, aerodinamica). Nel 1924 Sposò Maria Resnati, dalla quale ebbe quattro figli.
Il gruppo più rilevante tra le ricerche giovanili del F. riguarda i fluidi perfetti e viscosi. Dal 1925 cominciò ad occuparsi dell'influenza delle singolarità analitiche sulla meccanica dei fluidi, dimostrando (insieme con il Cisotti) le eccezioni cui va incontro il fondamentale teorema di Kutta-Joukowski (Sulla funzione di dissipazione di lord Rayleigh, in Rendiconti della Acc. naz. dei Lincei, classe di scienze fis., matem. e natur., s. 6, [1925], pp. 15-28; Considerazioni sui moti irrotazionali di lamine liquide, ibid., II [1926], pp. 236-51), e la possibilità di estendere, sotto opportune condizioni, il paradosso di d'Alembert ai fluidi viscosi (Constatation énergétique du paradoxe de d'Alemberi dans les liquidès visqueux, in Comptes rendus de l'Acad. des sciences, CLXXXII [1926], pp. 1077 s.).
Vinto il concorso di meccanica razionale nel 1931, fu chiamato all'università di Milano, ove già insegnava a chimici e naturalisti.
La produzione degli anni Trenta del F. si caratterizza per due temi di ricerca: la fisica atomica e la meccanica dei continui. In un gruppo di note degli anni 1930-1931 (Calcolo dei sistemi multipli. derivazione isotropa, in Rend. dell'Acc. naz. dei Lincei, classe di scienze fis., matem. e natur., s. 6, VI [1930], pp. 631-639; La relatività generale nei fenomeni di irradiamento atomico, ibid., s. 6, VII 1193 IL pp. 119-124; Calcolo dei sistemi multipli, in Rend. dell'Ist. lomb., LXIV 1193 IL pp. 97-142) egli istituì una meccanica relativistica dei fenomeni di irradiamento atomico fondata su un calcolo dei sistemi multipli appositamente costruito. Altri lavori degli anni 1932-1933 (Velocità di gruppo per onde associate a fenomeni, in Rend. dell'Acc. naz. dei Lincei, classe di scienze fis., matem. e natur., XVI [1932], pp. 489-512; Movimenti di superficie, linee, punti associati a gruppi d'onde, ibid., XVII [1933], pp. 460-482) si occuparono del tanto discusso dualismo ondacorpuscolo presente nella teoria quantistica: per le generiche onde di discontinuità il F. introdusse il concetto di onde di gruppo, studiò la propagazione di superfici, linee e punti associati a gruppi di onde e mise in evidenza un parallelo, che serviva ad illuminare il dualismo onda-corpuscolo, tra gruppi di onde e sciami di corpuscoli. Nell'ambito della meccanica dei continui è fondamentale un risultato ottenuto per i continui generici nel 1935 (Integrazione delle equazioni indefinite della meccanica dei sistemi continui, in Rend. d. Acc. naz. dei Lincei, XIX [1934], pp. 578-594, 620-37). Si tratta della soluzione tensoriale generale delle equazioni indefinite di equilibrio che, nello spazio ordinario, si esprime mediante un tensore doppio simmetrico arbitrario detto "tensore di Finzi". Sempre per i continui generici, di rilievo sono le ricerche sui sistemi continui, perfettamente e imperfettamente flessibili, studiati in forma intrinseca con l'impiego del nuovo algoritmo degli insiemi tensoriali (Equazioni intrinseche della meccanica dei sistemi continui perfettamente ed imperfettamente flessibili, in Annali di matematica, s. 4, XI [1932], pp. 215-33). Direttamente connessi a questi lavori furono quelli successivi (Principio variazionale nella meccanica dei continui, in Rend. dell'Acc. d'Italia, s. 7, 1 [1940], pp. 1-9; Il problema ristretto tridimensionale nella teoria della plasticità, in Atti d. Acc. delle scienze di Torino, LXXV [1941], pp. 24-36) in cui il F. introdusse la nozione di seconda energia di deformazione, duale dell'energia interna, di particolare interesse per la teoria della plasticità.Morto il Cisotti nel 1946, il F. passò alla cattedra di meccanica razionale del politecnico, ma conservò per parecchi anni l'incarico di fisica matematica all'università. Si dedicò con grande energia a compiti organizzativi, dirigendo l'istituto di matematica dal 1946 al 1967., l'istituto di ingegneria aerospaziale dal 1950 al 1969 (nel 1967 passò dalla cattedra di meccanica razionale a quella di aerodinamica), il seminario matematico e fisico dal 1946 al 1952; fu infine eletto rettore per il triennio 1967-69, dovendo affrontare, su una posizione di intransigente difesa del livello degli studi all'interno del politecnico, la contestazione studentesca del '68. Morta la prima moglie Maria, si risposò nel 1965 con Luciana Bignami.
Nella piena maturità andò accentuandosi in lui l'interesse per teorie della massima generalità ispirate a concetti semplici, nella ricerca di un principio unico di tutta la realtà fisica. Da questo punto di vista la teoria della relatività divenne oggetto d'attenzione primario per il F., che riprese un interesse che risaliva alla tesi di laurea, nella quale egli aveva ottenuto una soluzione particolare, ma esplicita, delle equazioni gravitazionali di Einstein, dipendente da un'unica coordinata spaziale (v. T. Levi-Civita, Una particolare soluzione delle equazioni etnsteiniane, in Atti dell'Istituto veneto, LXXXII [1923-24], 2, pp. 93-113). Negli anni seguenti il F. era tornato ad occuparsi di questioni relativistiche (meccanica relativistica dei fenomeni di irradiamento atomico, meccanica relativistica ereditaria, pressione di radiazione nella cosmologia relativistica), ma soprattutto dopo la pubblicazione della teoria relativistica unitaria di Einstein il suo lavoro in questo campo si intensificò. Nel 1952 (Sul principio della minima azione e sulle equazioni elettromagnetiche che se ne deducono, in Rend. dell'Acc. naz. dei Lincei, s. 8, XII [1952], pp. 378-95, 477-502) dedusse le comuni equazioni relativistiche del campo elettromagnetico e di campi più generali, quali quello di Yukawa, da un principio di azione stazionaria, grazie alla estensione ai tensori doppi emisimmetrici dello spazio-tempo del teorema di Clebsch, estensione che è detta "lemma di Finzi". Nel 1953 (Su le equazioni di campo della teoria relativistica unitaria di Einstein, ibid., XIV [1953], pp. 581-97) il F. mostrò come si possano ricavare tutte le equazioni di campo della teoria unitaria da un unico principio variazionale senza necessità di porre, come fa Einstein, delle condizioni a priori per i coefficienti di trasporto. Nel 1960 (Principio di azione stazionaria nell'elettrodinamica dei fluidi, in Annali di matematica pura ed applicata, XI [1960], pp. 319-335), mediante una estensione del "lemma di Finzi", furono dedotte da un principio di azione stazionaria le leggi elettromagnetiche nei corpi e, nel caso che il corpo sia un fluido, tutte le leggi indefinite elettromagnetiche e meccaniche che reggono il moto dei fluidi elettrizzati, cioè le leggi dell'elettromagnetofluidodinamica. La trattazione unitaria dei campi fisici del macrocosmo e del microcosmo è infine oggetto di lavori degli anni 1965-66 (Campi fisici nello spazio-tempo, in Rend. di matematica, XXIV [1965], pp. 146-163; Campi fisici nello spazio-tempo, Messina 1966), ove, ancora una volta, le leggi che reggono i vari campi sono tutte dedotte da uno stesso principio variazionale.
Alle teorie relativistiche, ma non solo a queste, il F. dedicò molte conferenze ed interventi divulgativi di vario genere, con i quali si segnalò come uno dei principali artefici della penetrazione in Italia delle idee relativistiche. In questa attività di tipo non strettamente specialistico il F. si preoccupò di esporre, in forme assai prudenti e asciutte, una propria visione filosofica della scienza basata su un idealismo estetizzante, che a volte scivola però in una variante dello strumentalismo matematico, temperato dal gusto della bellezza nella scelta degli algoritmi.
Il F. scrisse manuali di grande successo: Resistenza idro ed aerodinamica (con G. Bozza), Milano 1935; Meccanica razionale, Bologna 1946; Calcolo tensoriale e applicazioni (con M. Pastori), ibid. 1949; Lezioni di aerodinamica, Milano 1953, e diede un contributo di rilievo alla redazione dell'Enciclopedia della scienza e della tecnica (EST) della editrice Mondadori.
Fu membro dell'Accademia dei Lincei (di cui fu segretario nel 1968), ottenne il premio Kramer dell'Istituto lombardo (1933) e il premio Feltrinelli dell'Accademia dei Lincei (1956) per la meccanica ed applicazioni. Fu fondatore e presidente, dal 1965 al 1969, dell'Associazione italiana di meccanica teorica ed applicativa (AIMETA). Collocato a riposo nel 1969, morì a Milano il 10 sett. 1974.
Non esiste un elenco completo degli scritti del Finzi. Alcune delle sue più significative pubblicazioni sono state raccolte in un volume a lui offerto dai suoi allievi in occasione del suo collocamento fuori ruolo: Selecta, Milano 197.
Fonti e Bibl.: P. Udeschini, B.F., Milano 1975 (celebrazione tenuta all'Istituto lombardo); M. Pastori, B. Finzi, Roma 1975 (Celebrazioni Lincee, n. 92); R. Majocchi, Relatività e meccanica quantistica a Milano negli anni Trenta, in Scientia. L'immagine e il mondo, Milano 1988, ad Indicem.