MUGELLINI, Bruno
MUGELLINI, Bruno (Stanislao Pierfederico Ignazio). – Nacque a Potenza Picena il 24 dicembre 1871, da Pio e da Maria Paganetti.
Fu avviato allo studio del pianoforte all’età di 7 anni a Fossombrone, dove i genitori, probabilmente di origine romana, si erano stabiliti poco tempo dopo la sua nascita. Giovanissimo si trasferì a Bologna; proseguì gli studi pianistici con Gustavo Tofano e avviò quelli di armonia e contrappunto e poi di composizione, rispettivamente con Alessandro Busi e Giuseppe Martucci. Si diplomò in pianoforte nel 1891, in composizione l’anno successivo. Poco più che ventenne, fu premiato al Concorso internazionale di composizione di Bruxelles e nel 1895 al Concorso della Società orchestrale della Scala di Milano per il poema sinfonico Alle fonti del Clitumno, ispirato all’ode barbara di Carducci, eseguito con successo alla Scala il 28 aprile 1895 sotto la sua direzione.
Il catalogo delle sue opere (Milano 1913), per la maggior parte inedite, comprende diverse composizioni per pianoforte, un dramma lirico, Passione (suo anche il libretto), un Oratorio per baritono, coro e orchestra e vari pezzi orchestrali e melodie per canto. Dal 1900 avviò la composizione di un’opera lirica rimasta incompiuta, Catullo (fu però stampato il libretto di Carlo Zangarini, Torino 1904).
Come compositore seguì un solco eminentemente classico-romantico, dimostrando profonda cultura e severità di stile. Nella Sonata per violoncello e pianoforte (Lipsia 1898), premiata al Concorso di Milano, la struttura e lo sviluppo tematico esibiscono importanti intrecci polifonici, entro un quadro complessivo che per ampiezza di contenuto e preziosità nei dettagli si rifà a esempi di Schumann e Franck. Nel Quintetto in Si maggiore (Lipsia 1904) spiccano lo Scherzo e il Finale, per freschezza e originalità coloristica. Caratteristica saliente di molte sue composizioni strumentali da camera è una marcata propensione polifonica: i modelli vagheggiati vanno ravvisati in Brahms e nel suo più illustre emulo italiano, appunto Martucci (Mici, 1912, pp. 8 s.).
Si affermò come pianista sia in recital solistici sia in concerti con orchestra nelle principali città d’Italia, Inghilterra, Francia e Germania. Costituì sotto il proprio nome uno storico quintetto, con Mario Corti e Federico Barera (violino), Ottorino Respighi (viola), Antonio Certani (violoncello). Animatore della vita culturale e musicale di Bologna, promosse una stagione annuale di concerti, in cui vennero eseguite, spesso in prima esecuzione italiana, opere di Ferruccio Busoni, Respighi, Marco Enrico Bossi e Martucci.
Nel 1900 sposò, a Fossombrone, Rosa Ceppetelli, appartenente a una ricca famiglia locale, deceduta venticinquenne, dopo una breve malattia, l’8 aprile 1904, lasciando due figli. Sposò in seconde nozze la sorella della prima moglie, Pasqualina, da cui ebbe un altro figlio.
Docente di pianoforte nelle classi di perfezionamento del Liceo musicale bolognese dal 1898, lasciò tracce profonde e durevoli delle proprie doti di didatta su una schiera di validissimi allievi. Tentò un rinnovamento sostanziale delle metodologie didattiche negli ambienti accademici, e pur mantenendo espliciti riferimenti alla scuola di Beniamino Cesi si interessò in particolar modo alle nuove teorie di Rudolf M. Breithaupt e di Tobias Matthay sulla tecnica pianistica. La sua scuola inaugurò in Italia un indirizzo modernistico, che, basato sulla ‘gravitazione naturale’ (ossia sul rilascio del peso del braccio), instaurava un nuovo rapporto – al tempo stesso sciolto e controllato – fra l’esecutore e la produzione del suono. Fu il primo pianista italiano a introdurre questa nuova tecnica, che presentò a Bologna in una serie di conferenze intorno al 1908, suscitando peraltro non poche polemiche tra i colleghi pianisti e docenti di pianoforte.
Il metodo venne pubblicato nelle sue Lezioni teorico-pratiche sui nuovi sistemi fondamentali nella tecnica del pianista (Milano 1908), cui fece seguito il Metodo d’esercizi tecnici per pianoforte (ibid., 1911), che Mugellini considerava il proprio ‘testamento pianistico’. Fondamentali anche i saggi Sull’insegnamento del pianoforte negli istituti musicali d’Italia (Rivista musicale italiana, XIV, 1907, pp. 105-112) e Nuovi sistemi fondamentali nella tecnica del pianista (ibid., XV, 1908, pp. 140-159), che inaugurarono una polemica protrattasi per anni sulle pagine delle riviste musicali italiane. Con questi lavori teorici Mugellini diede un forte impulso innovatore alla didattica pianistica italiana: le sue ricerche, attinte dai teorici tedeschi, non erano originali in sé, ma grazie alla vis polemica e a una mentalità al tempo stesso razionale e pragmatica il rinnovamento da lui propugnato finì per imporsi (Rattalino, 1985, pp. 270 s.).
Interessato non soltanto a problemi di natura meccanica, tenne uno sguardo ampio sulle nuove pubblicazioni, italiane e straniere, riguardanti la didattica pianistica, che puntualmente recensì nella Rivista musicale italiana. Le sue revisioni di autori classici (Bach, Mozart, Clementi) furono largamente apprezzate e vennero presto inserite nei programmi dei principali conservatori e istituti musicali, fin da prima della riforma del 1930. Nel 1910 avviò la collaborazione col pianista tedesco Egon Petri nella cosiddetta Busoni-Ausgabe, l’edizione integrale delle opere per tastiera di Bach in 25 volumi, curate da Busoni per Breitkopf & Härtel di Lipsia.
L’Accademia filarmonica di Bologna, che l’aveva accolto nel 1895 come pianista, nel 1910 lo iscrisse come ‘maestro compositore’; nel 1911 fu nominato direttore nello stesso liceo musicale in cui aveva completato la formazione musicale, successore di Martucci e Bossi.
Morì a Bologna il 15 gennaio 1912: quattro giorni prima della scomparsa avrebbe dovuto tenere un concerto celebrativo dedicato a Liszt nell’Accademia filarmonica. Venne sepolto a Fossombrone.
Gli è stato intestato il teatro di Potenza Picena. Il centenario della morte è stato celebrato con un convegno nazionale di studi (Omaggio a B. M. nel centenario della morte, Potenza Picena, 21 gennaio 2012).
Opere: tra le composizioni, si ricordano anche Sognando ..., pezzo fantastico per pianoforte op. 3, Milano 1894; Impressioni, quattro bozzetti per pianoforte op. 5, ibid. 1895; Ballata per pianoforte, Lipsia 1900; Impressioni, quattro pezzi per orchestra, Milano 1904; Intermezzo per pianoforte, Bologna 1906. Tra le edizioni pratiche di classici del pianoforte (tutte edite a Milano se non specificato): J.S. Bach, 23 pezzi facili per pianoforte, 1897; Piccoli preludi e fughette, con la collaborazione di P. Montani, s.d.; Invenzioni a due voci, 1900; Invenzioni a tre voci, s.d.; Suites francesi per pianoforte, 1898; Suites inglesi, 1901; 4 Partite e Ouverture francese per pianoforte, 1902; Toccate e Sonate, 1906; H. Bertini, 25 studi op. 29, 1909; 25 studi op. 32, 1909; 25 studi op. 100, 1909; 25 studi op. 134, 1909; 25 studi op. 137, s.d.; M. Clementi, Preludi ed esercizi per pianoforte in tutti i toni maggiori e minori, 1900; 12 sonatine per pianoforte op. 36, 37, 38, 1904; Gradus ad Parnassum, 3 voll., Leipzig, s.d.; J.B. Cramer, 60 studi, 1911; C. Czerny, Studi per pianoforte, 4 voll., 1905-06; Studi op. 755, 1905; Esercizi e studi sulle scale op. 751, s.d.; S. Heller, 25 studi melodici preparatori agli studi ed alle opere della scuola moderna «Arte di fraseggiare», op. 16, s.d.; 25 studi progressivi op. 46, 1911; 25 studi per il ritmo e l’espressione (introduzione all’op. 46) op. 47, 1911. F. Hünten, 25 studi op. 114, 1897; F.W.M. Kalkbrenner, 24 preludi op. 88, 1897; J.C. Kessler, 24 studi op. 20, 1894; S. Lebert - L. Stark, Gran metodo teorico-pratico per lo studio del pianoforte..., 1905; I. Moscheles, Dodici studi caratteristici, 1895. W.A. Mozart, Sei sonatine, Trieste 1907. Per la Busoni-Ausgabecurò i voll. XI (Konzerte nach verschiedenen Meistern BWV 972-979), XII (Konzerte nach verschiedenen Meistern BWV 980-987), XIX (Präludium und Fuge BWV Anh. 177, 894, 895, 897, 923, 951), XX (Präludien und Fughetten BWV 899-902, Fuge BWV 950, 954, 955), XXI (Fugen BWV 896, 944-949, 952, 953, Anh. III 180), XXIV (Suite BWV 818a, 819, 1006a, Sonate BWV 963, 964), Leipzig (poi Wiesbaden), 1915-21. A Fossombrone, Biblioteca civica Benedetto Passionei vi è un piccolo fondo con diverse composizioni giovanili.
Fonti e Bibl.: G. Mici, Discorso per la commemorazione di B. M. alla R. Accademia Filarmonica di Bologna, Bologna 1912; G. Bellio, B. M. e l’opera sua, in Rassegna nazionale, Firenze, 16 maggio 1912; Mylvius, Ricordando B. M., in Giornale del mattino, Bologna, 15 gennaio 1913; B. M., Milano 1913; A. Bonaventura, B. M., in L’arte pianistica nella vita e nella cultura musicale, VII (1920), 1, pp. 1-3; C. Schmidl, Dizionario universale dei musicisti, II, Milano 1938, p. 145; The Macmillan Encyclopedia of music and musicians, London 1938, p. 1226; C. Sartori, Il Regio Conservatorio di musica «G.B. Martini» di Bologna, Firenze 1942, pp. 127-129; A. Della Corte - G.M. Gatti, Dizionario di musica, Torino 1959, p. 413; G. Ceccarelli - R. Savelli, Musica e musicisti a Fossombrone dal 1400 ad oggi, Fossombrone, s.d., pp. 84 s.; P. Rattalino, La sonata romantica, Milano 1985, pp. 270 s.; Dizionario enciclopedico universale della musica e dei musicisti.Le biografie, V, p. 293; M. Mancini, Il teatro «Bruno Mugellini»: cenni storici. B. M.: l’uomo, l’insegnante, l’artista, Potenza Picena 1990; A. Parisini, B. M.: un maestro della scuola pianistica bolognese, in Strenna storica bolognese, XLVIII (1998), pp. 351-358; E. Giannetti, B. M., maestro del pianoforte, in Rassegna musicale Curci, LXIII (2010), 3, pp. 39-45.