SAETTI, Bruno
– Nacque a Bologna il 21 febbraio 1902 (Bruno Saetti..., 2002, p. 19) da Riccardo, impiegato in uno zuccherificio, e da Argia Pedrini, casalinga.
Nella città natale, nel 1918, s’iscrisse all’Accademia Clementina di belle arti, dove ebbe come maestri Augusto Majani per la pittura, Silverio Montaguti per la scultura ed Edoardo Collamarini per l’architettura. Inoltre, per completare la sua formazione, all’inizio degli anni Venti frequentò i corsi di tecnica dell’affresco alla Scuola d’arte. Nel 1924 ottenne il diploma di professore di disegno architettonico.
Nel dicembre del 1925 presentò per la prima volta al pubblico due dipinti (Studio di nudo e Paesaggio) nell’ambito della collettiva organizzata dal gruppo il Cenacolo Francesco Francia al Teatro sperimentale italiano. Nel 1927 fu premiato al concorso Curlandese per Bambino con cesto di fiori (Bologna, GAM, Galleria d’Arte Moderna) e allestì la prima personale presso la sede del Cenacolo Francesco Francia. L’anno seguente fu ammesso con Il giudizio di Paride (ripr. in Bruno Saetti, 1980, p. 230) alla XVI Biennale internazionale d’arte di Venezia; vinse il concorso per la realizzazione della copertina della rivista Il Comune di Bologna e propose una personale alla galleria Bernardino Luini di Milano. Il 29 settembre si sposò a Bologna con Dina Vancini, dalla quale ebbe due figli (Riccardo e Brunella). Nel 1930, con La madre, vinse di nuovo il concorso Curlandese e fu invitato alla XVII Biennale di Venezia (Mia madre e Maternità), città dove si trasferì avendo ottenuto la cattedra di figura disegnata presso l’Istituto d’arte.
Nel 1931, su invito, partecipò alla I Quadriennale nazionale d’arte di Roma (Autoritratto, Montanaretti e Ritratto). Nel 1932 la XVIII Biennale di Venezia gli riservò una sala personale. A giugno vinse il premio Firenze con Donna con bambina e a novembre espose a Bologna alla II Mostra regionale del sindacato fascista dell’Emilia Romagna. Nel 1933 sue opere figurarono sia alla Mostra d’arte italiana a Vienna (Il bibliotecario) sia alla I Mostra del sindacato nazionale fascista di belle arti a Firenze (Ritratto di mia figlia e Brunella al cavalluccio). Nel 1934 fu di nuovo alla Biennale di Venezia (XIX edizione). In agosto ricevette il premio Rubicone a Rimini con il dipinto intitolato Famiglia, e a Bologna ricevette una medaglia d’oro alla Mostra nazionale del paesaggio.
Nel 1935 inviò alla II Quadriennale di Roma un Ritratto e Maternità, quest’ultima acquistata dalla Galleria d’arte moderna di Udine. In estate visitò Pompei e le raccolte del Museo archeologico di Napoli, subendo una profonda fascinazione dalle antiche pitture murali, tanto che decise di approfondire e sperimentare la tecnica dell’affresco. Nel 1936, invitato alla XX Biennale di Venezia (Donne che lavano, Aragosta, Natività, Ciliegie e Ritratto), gli venne conferita la medaglia d’oro del Comune di Venezia; nella successiva edizione della rassegna lagunare ebbe una sala personale. Nel 1939 divenne titolare della cattedra di pittura presso la Reale Accademia di belle arti di Venezia. In primavera fu invitato con una sala personale alla III Quadriennale nazionale di Roma, dove espose venticinque opere tra pitture a olio e affreschi, per le quali ottenne il primo premio.
Gli eventi bellici della seconda guerra mondiale limitarono ben poco l’attività di Bruno Saetti, che continuò a lavorare a varie commissioni e a esporre le sue opere. Nel 1940 prese parte alla XXII Biennale di Venezia con due affreschi (Cestino di fragole e Composizione) e con il dipinto Riccardo con la corazza, che espose anche alla Mostra di pittori e scultori italiani contemporanei di Zurigo. In settembre fu invitato fuori concorso al II premio Bergamo (Ragazza al lago, Galleria d’arte moderna M. Rimoldi, Cortina d’Ampezzo). Nel corso dell’anno seguente lavorò all’affresco (Disputa sull’immortalità dell’anima) per l’aula magna della facoltà di lettere e filosofia dell’Università di Padova, e in dicembre tenne una personale alla galleria Gian Ferrari di Milano. Nel giugno del 1942 si presentò con un piccolo affresco (Madre e bambino) alla XXIII Biennale di Venezia, mentre alla IV Quadriennale di Roma del 1943 propose sei dipinti a olio (Brunella che si pettina, Bambina in giallo, Mia madre, Madre con bambino, Canal Grande e Natura morta con orologio) e un affresco (Natura morta). Nel 1944 portò a termine i dipinti murali per la chiesa di S. Martino dei Lupari a Treviso (Crocefissione, Santi) e in dicembre allestì una personale alla galleria del Cavallino di Venezia.
Nel 1946 realizzò l’affresco (Madonna tra gli angeli) nella chiesa bolognese di S. Maria delle Grazie (opera distrutta). In dicembre, a Milano, organizzò una personale alla galleria del Naviglio e partecipò alla III Mostra d’arte sacra dell’Angelicum. Nel 1948 sue opere figurarono alla V Quadriennale di Roma (Ragazzo con la conchiglia, Paesaggio veneziano), alla XXIV Biennale di Venezia (Donna con bambino, Paesaggio in grigio, Donna con pani, Natura morta con pesce e Natura morta con pani), all’Exposición de dibujo italiano di Madrid e alla mostra itinerante Italiensk Konst (Uppsala, Göteborg, Stoccolma). Inoltre, la partecipazione alla III Mostra d’arte sacra dell’Angelicum a Milano e quella alla I Biennale d’arte sacra di Novara dimostrarono il crescente interesse dell’autore verso le tematiche religiose. Nel 1949 mise in opera un grande mosaico (Madri veneziane) nella casa di Nerino Sartori a Venezia; espose alle rassegne «Pittura veneziana contemporanea» di Tolosa e «Pittura moderna italiana dal 1850 ad oggi» del Cairo.
Nel 1950, anno in cui fu nominato direttore dell’Accademia di belle arti di Venezia (incarico che mantenne fino al 1956), gli venne affidata la decorazione della cappella del Sacro Cuore nella chiesa di S. Eugenio a Roma, per la quale, oltre agli affreschi parietali (Cristo in gloria, Sette opere di misericordia), realizzò il mosaico del paliotto d’altare (Ultima cena) e i cartoni per le vetrate e gli arredi liturgici. Contemporaneamente, sempre nella capitale, terminò i mosaici (S. Pietro e S. Paolo) per l’atrio della chiesa del Collegio americano. Nello stesso anno fu invitato alla XXV Biennale internazionale d’arte di Venezia (Natura morta, Composizione) e alle rassegne «Arte italiana contemporanea» al Carnegie Institute di Pittsburgh e «Contemporary italian paintings» a Boston.
Nel 1952 fu nuovamente alla Biennale veneziana (XXVI) con una sala personale, ottenendo il premio istituito dal Comune di Venezia, mentre in dicembre fu premiato per l’affresco Paesaggio col sole (ripr. in Bruno Saetti, 1980, p. 118) alla II Biennale del Museo d’arte moderna di San Paolo del Brasile. Nel 1953 la Pro Civitate Christiana di Assisi gli commissionò un dipinto (affresco da cavalletto) sul tema del Gesù divino lavoratore (Assisi, Galleria d’arte contemporanea della Pro Civitate Christiana).
Anche nel successivo decennio gli impegni espositivi di Saetti continuarono a essere numerosi e significativi: costante fu la sua presenta alla Biennale di Venezia, nelle edizioni del 1954 (XXVII) e del 1956 (XXVIII); alla Quadriennale di Roma nel 1951 (VI) e, con sale personali, nel 1955 (VII) e nel 1958 (VIII). Monografiche in spazi privati furono, invece, organizzate nel 1955 dalla galleria Saletta della Torre a Firenze, dalla galleria del Naviglio a Milano e dalla galleria Alibert di Roma; nel 1956 dalla galleria Pantera di Livorno; nel 1959 dalla galleria La scaletta di Treviso e dalla galleria Modigliani di Livorno. Importanti riconoscimenti gli furono attribuiti a Firenze, al premio del Fiorino (nell’edizione del 1955, la VI, ottenne con Madre – ripr. in Bruno Saetti, 1980, p. 248 – il premio degli orafi, mentre in quella del 1959, la X, ricevette il primo premio) e a Francavilla al Mare, dove nel 1959 ottenne il premio F.P. Michetti.
Nel 1958 dipinse l’affresco Sacra Famiglia nella cappella della clinica ginecologica dell’Università di Padova. Nel 1959 disegnò le due vetrate di una bifora (Matrimonio mistico di s. Caterina) destinata alla basilica di S. Domenico a Siena.
Nel 1960 inaugurò il mosaico realizzato per la sede veneziana dell’INPS; a maggio ottenne il ramoscello d’oro alla X Mostra del maggio di Bari (fu premiato anche nella successiva edizione del 1961), e ad agosto propose una personale d’arte cristiana ad Assisi (galleria della Pro Civitate Christiana). Un’altra personale organizzata all’Istituto di cultura italiana di Colonia ebbe carattere itinerante e si spostò poi a Stoccarda, Düsseldorf, Amburgo, Francoforte, Berlino e Monaco.
Nel 1962 mise in opera il mosaico (Angeli) per la chiesa di S. Giovanni Battista a Campi Bisenzio (chiesa dell’Autostrada del Sole) e lavorò ai bozzetti per le vetrate della chiesa di S. Giovanni Bosco a Roma (Sette opere di misericordia corporale, Sette opere di misericordia spirituale, Sette sacramenti e Cena in Emmaus). L’interesse dell’autore per i soggetti religiosi fu ribadito dal premio dell’Istituto internazionale d’arte liturgica, assegnatogli per le opere presentate alla XXXI Biennale di Venezia (1962), e dalla sua partecipazione alla VI Biennale d’arte sacra dell’Antoniano di Bologna (1964).
Nel 1965 Saetti inviò due Composizioni con sole alla IX Quadriennale di Roma e terminò il grande mosaico per la chiesa dell’ospedale di Castelfranco Veneto. Nel 1967 si recò in Giappone in occasione della personale alla Fuji international art gallery di Tokyo (poi alla Matsuzakaya gallery di Osaka) e durante la sua permanenza, su invito del governo nipponico, tenne una conferenza all’Università di Tokyo sulla tecnica dell’affresco. In settembre prese parte al concorso Il muro dipinto organizzato a Dozza Imolese, dove, con Il sole su muro rosso, ottenne il primo premio. Nel 1968 allestì personali a Palermo (galleria Arte al borgo), Bari (galleria La cornice), Venezia (galleria del Cavallino) e a Bologna (galleria La nuova loggia). In novembre gli venne conferita la cittadinanza onoraria di Dozza Imolese.
Nel 1970, per circa un mese e mezzo, soggiornò di nuovo in Giappone, dove svolse dei corsi teorico-pratici sulle tecniche dell’affresco e del mosaico presso le università di Tokyo e Nagoya.
Nel 1972, per l’ultima volta, partecipò sia alla Biennale di Venezia (XXXVI) con Paesaggio veneziano col sole, sia alla X Quadriennale di Roma, con una serie di opere tra cui La ragazza beat (ripr. in Bruno Saetti, 1980, p. 157). Tappe significative dell’intensa attività espositiva condotta, oltre alle numerose personali in gallerie italiane ed estere, furono le antologiche al Museo civico di Bologna (1974) e alla Sala Napoleonica di Venezia (1975).
Superata l’iniziale maniera improntata al realismo tardo-ottocentesco (Bimbo con i fiori, 1926, Bologna, GAM), nel corso degli anni Trenta Saetti si era orientato verso temi e modi novecentisti (Il Vincitore, 1934, ripr. in Bruno Saetti..., 2002, p. 93; Madonna del grano, 1937-38, ripr. in Omaggio a Bruno Saetti, 1985, p. 49). Nel dopoguerra adottò un lessico postcubista, sottoponendo forme e volumi a scomposizioni e schematizzazioni che divennero più marcate nel corso degli anni Cinquanta (Natura morta con pesce, 1947, ripr. in Bruno Saetti..., 1991, p. 126). Nei decenni successivi incentrò la sua ricerca su alcuni temi peculiari: il paesaggio con il sole (Paesaggio col sole, 1953; Paesaggio col sole rosa, 1972; entrambi alla GAM di Bologna); i colloqui con l’angelo, nei quali reinterpretò il tradizionale soggetto dell’Annunciazione (Colloquio con l’angelo, 1959-60, Musei Vaticani, Collezione d’arte contemporanea; Colloquio con l’angelo, 1974, Bologna, GAM); la natura morta (Natura morta con chitarra, 1950, ripr. in Bruno Saetti..., 2002, p. 129; Composizione con fascia azzurra, 1972, ripr. in Omaggio a Bruno Saetti, 1985, p. 85).
Nel 1976 Saetti si stabilì a Montepiano, località dell’Appennino tosco-emiliano.
Nel 1981 tre mostre di carattere antologico furono proposte in altrettante sedi espositive: la rassegna dedicata alla pittura (olio e affresco) a palazzo Strozzi di Firenze (poi spostata nel 1982 al palazzo dei Diamanti di Ferrara); quella dedicata all’opera grafica al palazzo del Capitano del Popolo di Reggio Emilia, e quella riservata alle opere musive al palazzo Pretorio di Prato.
Nel 1982 il Comune di Vernio gli conferì la cittadinanza onoraria.
Morì a Bologna il 10 luglio 1984.
Fonti e Bibl.: B. S. (catal.), a cura di F. Solmi, Bologna 1980; B. S. I mosaici della cappella degli Angeli a Montepiano (catal., Prato), testo di L. Carluccio, Venezia 1981; B. S. Mostra antologica dell’opera grafica (1960-1981) (catal., Reggio Emilia), a cura di E. Di Martino, Venezia 1981; B. S. (catal.), con testi di M.L. Frisa - F. Solmi - M. Pasquali, Ferrara 1982; Omaggio a B. S. (catal.), con testi di F. Solmi - M. Pasquali - M.L. Frisa, Bologna 1985; B. S. (catal., Belluno), a cura di P. Cardazzo - G. Frezzato, Feltre 1988; B. S. Catalogo generale dell’opera, I, Le opere ad olio e affresco, a cura di F. Solmi, Feltre 1991; B. S. Monografia omaggio nel ventennale della morte (catal.), a cura di R. Bossaglia, Bologna 2002; Il giardino del Sole. Mostra di B. S. (catal., Montepiano), a cura di F. Riccomini, Vernio 2002; D. Marangon, B. S. Catalogo generale dell’opera, I-III, Venezia 2005.