BRUXELLES (fiamm. Brussel; it. class. Brusselle; A. T., 44)
Città capitale del Belgio e capoluogo del Brabante, posizione 50° 51′10″ N., 4° 22′13″ F., tra 15 e 100 m. s. m.
Trae origine da un mercato del primo Medioevo: Bruxella nei più antichi documenti (sec. VII; anche Brocela nel 794, Bruolisela nell'844), del qual nome si cerca invano un'etimologia soddisfacente (Bruct-sela "abitato dei Bructeri"? o Bruoch, briiel-sela "abitato della palude"?). Sorto originariamente nel fondovalle presso i varî rami della Senne (un piccolo affluente navigabile della Rupel, tributaria della Schelda), l'abitato si sarebbe sviluppato dapprima intorno a un piccolo nucleo ove oggi è la piazzetta di St. Géry. Qui appunto, dov'è ancor oggi a un dipresso il centro della cosiddetta città bassa, le colline sabbiose e boschive del Brabante scendevano ad adeguarsi col fondo piatto di una valle paludosa, aprente la via ai paesi depressi e agli estuarî della costa fiamminga. Tuttavia, più che a questa situazione per sé stessa, la prima fortuna dell'originario abitato mercantile - ben presto vigilato dal castello feudale eretto sulla contigua altura del Caudenberg (oggi città alta) - sarebbe dovuta al fatto che per Bruxelles passava la grande strada da Colonia alle Fiandre. A dare poi la prevalenza a questa località in confronto con gli altri centri allineati sulla stessa direttrice, sopravvenne la scelta fatta di essa dai conti di Lovanio, poi duchi di Brabante, per fermarvi la loro dimora prediletta; questa scelta fu consacrata più tardi dalla potente casa di Borgogna, che qui trasse e insediò un largo seguito di nobili e di signori francesi, e da Carlo V imperatore, che vi tenne a lungo la propria corte. Alla funzione politica di capitale Bruxelles fu definitivamente assunta più tardi, dopo che il distacco delle Provincie Unite lasciò in dominio degli Spagnoli solo il Belgio; e in verità a una tale preponderanza appare adattissima la posizione della città, a distanza pressoché eguale dal confine francese e da quello olandese, come pure dal Mare del Nord e dal Reno. Per di più Bruxelles veniva a trovarsi sul limite interno divisorio dei due dominî linguistici: lo stretto contatto e la mescolanza delle due nazionalità è più evidente ed efficiente qui che in qualsiasi altra parte del Belgio.
Non nocque al fiorire della città il clima, benché umido e assai variabile e, nonostante la non grande distanza dal mare (circa 90 km.), sensibilmente continentale. L'escursione media annua va infatti da 31° (media delle massime) a − 10°,5 (media delle minime); l'assoluta da circa 35° a − 20°: la temperatura media annua non raggiunge quasi mai i 10°. Le precipitazioni si valutano a circa 65-70 cm., distribuite in una media di 195 giorni all'anno.
Nell'agglomeramento urbano di Bruxelles è chiaramente distinguibile anche oggi il nucleo medievale avente la figura approssimativa di un pentagono, limitato dagli splendidi boulevards tracciati sul luogo della cinta fortificata del 1379. Intorno a questo nucleo l'abitato si è esteso, inglobando man mano numerosi sobborghi e borgate esterne, venuti a formare un sol corpo con la vecchia città. Questa consta delle due parti, alta e bassa, percorse da numerose grandi arterie dirette le più da N. a S., parallelamente alla Senne; gli agglomerati aggiunti s'irraggiano invece in ogni direzione. Le due parti della città antica si distinguono anche per la natura delle costruzioni e il carattere degli abitanti: nella parte alta, dove sorgeva in origine il Castello dei duchi, sono venuti aggruppandosi gli edifizî pubblici, le residenze dei successivi signori del luogo e, insieme, quelle dell'aristocrazia; nella parte bassa, intorno al primitivo mercato, si diffuse un dedalo di viuzze sulle quali si affacciavano le abitazioni, i fondaci, le officine dei borghesi e degli artigiani. In questi quartieri più umili la moderna edilizia ha poi largamente usato il piccone, aprendo vie e piazze; si coprirono o si colmarono in tali occasioni nel cuore della città vecchia anche molti rami minori della Senne, inquinati dagli scoli delle fabbriche: alla quale opera di risanamento è legato il nome del borgomastro Anspach, che l'iniziò nel 1860. Pur così modificata la città bassa è rimasta, con le sue antiche case e coi monumenti (specie con la Grande Place ornata del magnifico Hôtel de Ville e delle caratteristiche Case delle corporazioni), il centro della vita popolare, degli affari, dei mercati, quartiere fiammingo per eccellenza; ma questa parte vivente di vita più tumultuosa si fonde in un solo insieme con la città alta (prevalentemente francese), essendo caratteristica comune la nitidezza delle case, le strade spaziose e ben tenute, i viali, i parchi, il movimento elegante e vivace.
Bruxelles contava nel 1824 non più di 84.000 ab., nel 1880 raggiungeva i 162.000; oggi, impedita di crescere ulteriormente, sorpassa appena i 215.000. Da questo totale però resta esclusa tutta la popolazione dei vecchi sobborghi, località rurali in origine, le quali, raggiunte dalla città nella sua espansione e ad essa unite senza alcuna soluzione di continuità, sono oggi interamente conglobate nel centro cittadino, pur rimanendo sotto amministrazioni autonome. Alcuni di questi comuni-quartieri, dove si affollano le nuove industrie e le case operaie, riuniscono una popolazione che basterebbe a farne delle piccole città: così Anderlecht con 71 .800 ab., Molenbeek-St. Jean con 67.400, ambedue sulla riva sinistra, St. Gilles con 65.000, Ixelles con 85.000, Schaerbeek con 109.000, Etterbeek con 42.000, St. Josse-ten-Noode con 31.300, ecc., sulla riva destra. Tenendo conto di questi annessi, la popolazione dell'agglomeramento urbano di Bruxelles si può valutare a circa 700.000 ab., che coi sobborghi esterni (nuove zone di palazzi e villini) salgono ad oltre 800.000. Nel 1880 l'agglomeramento urbano non arrivava a 400.000. Lo sviluppo enorme e rapido dei sobborghi ha avuto inizio nella seconda metà del sec. XIX, col sorgere di nuove industrie e col progredire dei mezzi di comunicazione, che permettono la diffusa consuetudine di abitare a notevole distanza dagli uffici e dalle fabbriche.
L'agglomeramento di Bruxelles non trae origine, come tanti altri dell'Europa occidentale, dalle industrie: tuttavia esso, una volta formato, ha riunito un complesso di forze demografiche e finanziarie tale da esercitare una forte attrazione sulle industrie, sia quale centro di consumo, sia quale mercato di mano d'opera e di capitali. Tengono il primo posto i moderni adattamenti di antichi mestieri tradizionali: filature e tessiture di lana, manifatture di seta e di cotone. Seguono le industrie di trasformazione, adibite in gran parte a fabbricazione di articoli fini: fonderie di bronzo, di rame, di nichel, manifatture di caucciù, fabbriche di oggetti in pelle (caratteristica l'industria dei guanti, tagliati a domicilio da lavoranti della città e poi cuciti da migliaia di cottimisti nelle campagne), manifatture di merletti di antica celebratissima tradizione, fabbriche di strumenti musicali, carrozzeria, gioielleria, stabilimenti poligrafici, ecc. Nella serie delle industrie alimentari primeggiano le fabbriche della birra, qui per secolare tradizione bevanda popolarissima. Tutte queste officine e fabbriche si prolungano, seguendo i canali e le ferrovie, tanto verso N. fino a Vilvorde (21.300 ab.; prodotti chimici, ricami), quanto verso S. con produzioni meccaniche, chimiche, zuccherifici, raffinerie, ecc., fino a Tubize (7800 ab.), che si è fatta centro dell'industria belga della seta artificiale.
Condizione alla vita di questo così vasto agglomeramento sono le grandi vie di comunicazione, qui convergenti con ammirabile simmetria. Col bacino carbonifero di Charleroi il collegamento è assicurato da un canale di 73 km. di cui si sta terminando l'allargamento con pescaggio di 3 m. Altri canali assicurano diretti rapporti tra Bruxelles e i porti marittimi. Sin dal 1561 era in esercizio il Canale di Willebroeck, che congiungeva Bruxelles col corso del Rupel (dove arriva la marea risalente) e quindi con l'estuario della Schelda. Migliorato durante il sec. XIX, esso è trasformato dal 1922 in un vero canale marittimo, lungo 28 km., con 4 chiuse e una profondità di m. 6,50; il canale mette capo a un porto nel quartiere settentrionale della città, assai bene organizzato, con varî bacini fluviali raccordati con gli altri canali (il cui traffico raggiunse nel 1922 circa 3 milioni di tonn.) e con un bacino marittimo (che nel 1925 ricevette 369 navi con 173.000 tonn. di merce). Inoltre Bruxelles è nodo ferroviario di prim'ordine, servito da grandi linee, che fanno incrociare in essa notevoli correnti di transito anche internazionali; possiede cinque grandi stazioni ferroviarie, di cui una esclusivamente per il servizio del porto.
L'amministrazione della città è diretta da un borgomastro, coadiuvato da 5 scabini e da un consiglio comunale di 39 membri eletti ogni sei anni. Siede in Bruxelles il governatore generale della provincia (Brabante) insieme col relativo consiglio provinciale. Ecclesiasticamente la città dipende dall'arcivescovo di Malines, che vi tiene un proprio delegato.
Siedono in Bruxelles tutti gli organi centrali dello stato: corte, ministeri, camera dei deputati, senato, ecc. Bruxelles è sede di una corte almeno per ogni ordine giudiziario: giudici di pace, tribunale di commercio, tribunale civile di 1ª istanza per il civile; tribunale di polizia, tribunale correzionale, corte d'assise per il penale; corte d'appello e suprema corte di cassazione del regno.
Bibl.: Hymans, Bruxelles à travers les âges, Bruxelles 1883-89, voll. 3; Cavens, Le Canal de Villebroeck, Bruxelles 1921; P. L. Michotte, Le canal maritime et le port de Bruxelles, in Annales de Géographie, Pirenne, XXXII (1923); Les anciennes démocraties des Pays-Bas, Parigi 1917.
Biblioteche e istituti di cultura. - L'insegnamento superiore è fornito in una università libera, fondata nel 1834, alla quale sono iscritti annualmente da 2200 a 2500 studenti (media 1919-1921). Esistono inoltre in Bruxelles una Scuola di medicina veterinaria, e per l'istruzione media un ateneo reale e varî collegi (corrispondenti ai nostri istituti medî superiori); una scuola militare superiore, un conservatorio musicale (vedi oltre notizie sulla sua biblioteca) un'accademia di belle arti, una scuola normale (magistrale), varî istituti professionali, un ginnasio vescovile, ecc. Fra gl'istituti varî di cultura che siedono in Bruxelles, degni di nota l'Accademia reale di Bruxelles per le scienze, lettere ed arti, fondata nel 1772, l'Istituto reale meteorologico (a Uccle), la Società reale di geografia, la Società di medicina e scienze naturali, ecc.
Oltre a parecchie biblioteche specializzate, fra cui la più importante è quella dei Bollandisti (v.), Bruxelles possiede nella Bibliothèque royale de Belgique, sorta nel 1837 e aumentata nell'anno successivo con la Bibliothèque des ducs de Bourgogne, fondata nel sec. XV, un istrumento culturale di prim'ordine: i suoi depositi librarî superano i 700.000 volumi e a questi si aggiungono un vistoso medagliere e ottime raccolte di stampe e carte. Esistono cataloghi a stampa, anche dei manoscritti. Fra le raccolte più notevoli conservate nella Bibliothèque royale occorre ricordare quella musicale della grande biblioteca privata del Fétis, formata di circa 4500 opere teoriche dal sec. XVI al XIX, e di più che 2500 opere musicali dalla fine del sec. XV al 1850. Oltre a molte stampe del Petrucci (anni 1503 e 1504) vi si conservano: un codice del sec. XII, l'Euridice del Peri, l'Orfeo monteverdiano, gl'Intermedî del Vitali, fatti per la Commedia degli Accademici Incostanti (Firenze 1632), l'Erminia sul Giordano di M. Rossi.
Destinata a un rapido incremento nel campo della letteratura mondiale contemporanea è la biblioteca internazionale del Centre international, fondata nel 1907, che raccoglie già più di 200.000 volumi. Questo stesso istituto ha una sezione autonoma, fondata nel 1895, che è assurta a centrale bibliografica internazionale e ha il compito di preparare un catalogo bibliografico mondiale (Institut international de bibliographie). Fra le sue pubblicazioni noteremo, perché di carattere periodico, l'ottimo Bulletini. Un'altra sezione del Centre, molto benemerita per la cooperazione internazionale nel campo della biblioteconomia e dell'archivistica, è la Commission permanente du congrès international des archivistes et bibliothécaires, con alcune utilissime pubblicazioni.
La biblioteca del R. Conservatorio di musica comprende molte partiture manoscritte di maestri italiani e francesi degli ultimi due secoli, alcune autografe (Demofoonte, L'Amante di tutte, Didone, L'Inimico delle donne, Serva per amore di Galuppi, il Ciro di A. Scarlatti, ecc.); inoltre una preziosa raccolta di libretti d'opera e di oratorî italiani del sec. XVII (A. Wotquenne, Cat. de la bibl. du Cons. royal de mus. de Brux., Bruxelles 1898, 1902-08-12 e il suppl., Libretti d'opéras ecc., 1901).
Vita teatrale e musicale. - Soltanto verso la fine del sec. XVII, Bruxelles ebbe un regolare teatro. Fino ad allora non si avevano se non di quando in quando rappresentazioni date da società drammatiche fiamminghe che si chiamavano "camere di retorica", e qualche volta da compagnie di passaggio. Finalmente nel 1681 Bruxelles ebbe la sua scena lirica, consacrata specialmente alle opere italiane. Nel 1695 la dirigeva un italiano, Bombarda, al quale è dovuta la costruzione del famoso Théâtre de la Monnaie. Questo fu per molto tempo l'unico teatro regolare della città, e ne rimase per sempre il teatro principale. Vi si davano ogni genere di spettacoli, ma l'opera italiana, eseguita spesso da compagnie italiane, vi teneva un gran posto. Dal 1853 questo teatro fu riservato al dramma musicale. Ricostruito dopo l'incendio del 1855, rimase la scena lirica per eccellenza, e la sua funzione artistica fu spesso molto importante: la maggior parte dei drammi wagneriani e anche un buon numero di opere francesi furono infatti rappresentate qui prima che a Parigi.
Bruxelles conta attualmente una quindicina di teatri, di cui due soltanto in lingua fiamminga, poiché la capitale intellettuale dei Fiamminghi è Anversa. Il Théâtre du Parc, fondato nel 1793, fu dal 1870 fin verso il 1910 la scena principale di prosa. In questo teatro venne rappresentata la maggior parte delle opere di autori belgi, tra cui Maeterlinck, Verhaeren, ecc. Dopo, è passato in prima linea il Théâtre des Galeries fondato nel 1846. Gli altri teatri francesi di Bruxelles non hanno pretese letterarie. Nel 1922 è stato creato un teatro modernista, con fini puramente artistici, il Théâtre du Marais, che è stato costretto a chiudere nel 1927; ma il tentativo sembra stia per esser ripreso.
ll teatro in lingua fiamminga ha occupato successivamente varie sedi, fra le altre, dal 1874, la più vasta sala di Bruxelles, il Théâtre du Cirque oggi chiamato l'Alhambra, fino all'inaugurazione del Théâtre Flamand, costruito nel 1887. Un secondo teatro in lingua fiamminga, rivolto più specialmente alle grandi masse, prospera felicemente da una diecina d'anni. In quest'ultimi anni si devono al Théâtre Flamand (oltre che al Marais) e a una compagnia di filodrammatici, la Vlaamsche Volkstooneel (teatro fiammingo popolare), i tentativi più interessanti di rinnovamento, anche dal punto di vista della messa in scena.
Considerevole sul teatro di Bruxelles è l'influenza del teatro parigino, mentre molto spesso sono trascurate le grandi opere delle altre letterature straniere. Bisogna notare tuttavia, per quanto riguarda il teatro italiano, che alcune opere di D'Annunzio e di Pirandello sono state rappresentate tanto in fiammingo quanto in francese, e che, senza contare le compagnie liriche italiane, sono state più di una volta applaudite a Bruxelles la Ristori, Rossi, la Duse ed Ermete Novelli.
La vita musicale è molto intensa a Bruxelles nella stagione invernale: abbiamo detto come l'opera sia rappresentata specialmente al Théâtre de la Monnaie. Per i concerti sinfonici e di musica da camera Bruxelles offre poi locali veramente notevoli: il Palais des Beaux Arts che contiene una grande sala di 2200 posti, una sala di musica per camera con 700 posti e una sala più piccola ancora, la Salle coloniale con circa 800 posti, la sala del Cercle litteraire et artistique, ecc. Merita d'esser ricordata anche la sala per concerti del conservatorio.
Bibl.: Faber, Histoire du théâtre français en Belgique, voll. 5, Bruxelles e Parigi 1878-1880; Isnardon, Histoire du Théâtre de la Monnaie, Bruxelles 1890; Liebrecht, Histoire du théâtre français à B. au XVIIe et au XVIIIe siècle, Parigi 1924; Sabbe, Monteyne e Coopman, Het Vlaamsche Tooneel, Bruxelles 1927; Renieu, Histoire des théâtres de B., voll. 2, Parigi 1928.
Monumenti. - Bruxelles conserva monumenti imponenti del suo passato. La collegiata dei Ss. Michele e Gudula rappresenta tutte le fasi del gotico: cominciata verso il 1226, ha l'abside in stile di transizione (1225-1250), il coro in stile gotico primitivo (1226-1250-1280); le navate centrale e laterale destra in stile raggiante (sec. XIV); infine nel sec. XV, Jean van der Eycken ne costruì la navata sinistra e collaborò con Jean de Ruysbroeck alle torri. La cappella del Santo Sacramento fu costruita da Pietro van Wyenhove (1534-1539); la cappella della Vergine (1649-1653) e la cappella Maes (1673) appartengono alla Rinascenza barocca. L'interno è grandioso, e mirabili vetrate ne accrescono l'effetto: quelle del transetto, rappresentanti Carlo V con sua moglie (1537) e Luigi XII con Maria d'Ungheria (1538), furono offerte da Carlo V e disegnate da Bernard d'Orley; le cinque vetrate dell'abside e quella col Giudizio finale sulla facciata sono di J. de Vriendt (sec. XVI); nella cappella del SS. Sacramento risplendono le vetrate regalate dalla famiglia di Carlo V rappresentanti la storia delle ostie miracolose (la terza vetrata è di B. de Orley, le altre di Michel Coxie); del 1656 e di Th. van Thulden sono quelle nella cappella della Vergine. Come in altre chiese di Bruxelles, la navata di S. Gudula è ornata di statue di apostoli, eseguite da Luc Faid'herbe e da Jerôme Duquesnoy figlio (circa il 1640). Sono da ricordare anche i due trittici di Michele Coxie, il pulpito di H. F. Verbruggen (1699), la tomha dei duchi di Brabante ornata di un leone di Jean de Montfort (1610), vicina a quella dell'arciduca Ernesto, opera di R. Colyn di Nola (1695). Un'opera importante degli inizî del Rinascimento è, sull'altare della cappella Maes, l'ancona d'alabastro, attribuita a Jean Mone (1536 circa).
Notre-Dame de la Chapelle, fondata nel 1134, ha ancora il transetto romanico (1134? 1150?) e l'addentellato della torre che doveva sormontarlo; invece il suo coro, che all'esterno reca curiose sculture, è nello stile di transizione (1210-1240) e le navate furono ricostruite dopo un incendio del 1405 in gotico fiammeggiante: la nave centrale nel 1421-1434, le laterali prima del 1483. Un pittoresco campanile fu elevato dal Pastorana (1695-1708) sulla torre gotica (1504-1508). Gli Apostoli della navata furono scolpiti dal 1646 al 1655 da Jerôme Duquesnoy e Luc Faid'herbe. Il pulpito è del Plumier (1688-1721).
Notre-Dame-des-Victoires au Sablon, antico oratorio della confraternita dei balestrieri, è in tardo stile gotico (coro, 1420-1435; transetto e navata principale, circa il 1450; portale principale, 1ª metà sec. XVI). Nel coro, le riquadrature delle graziose arcate furono ornate briosamente da scultori locali del sec. XV. Le cappelle barocche del sec. XVII sono adorne di sculture, come il bel mausoleo di Lamoral di Tour-et-Taxis, opera di Matteo Van Beveren (1678); la navata ha statue di apostoli (1641-1646) e un pulpito di Marc de Vos (1697).
Il tardo Rinascimento è rappresentato da begli edifizî. La chiesa della Trinità è notevole per la facciata proveniente dalla chiesa degli agostiniani (opera di Francart, 1621). S. Giovanni Battista au Beguinage, pure in stile barocco, è grandioso anche nell'interno (1657-1677). Notre-Dame-de-Bon-Secours, chiesa barocca a pianta centrale, fu disegnata da Jean Cortvrindt (1664-1694). La cupola di Notre-Dame-aux-Riches-Claires (1665) fu 10rse ideata da Luc Faid'herbe. Uno stile più severo appare nella chiesa des Minimes (1700-1715) e si afferma poi nella facciata neo-classica di S. Jacques sur Caudenberg (1774-1780).
Un po' fuori di Littà è la chiesa di S. Pietro d'Anderlecht, di stile gotico fiammeggiante (secoli XV-XVI), con cripta romanica (1078-1092) che custodisce la curiosa lapide di S. Guidone (sec. XI). Ha molte pitture murali, un trittico d'importanza capitale - l'Adorazione dei Magi, attribuibile a Gérôme Bosch (1450-1516) - e notevolissime sculture, come la statua sepolcrale di Jean de Walcourt, composta nella tradizione idealistica del sec. XIV; la tomba di Arnoldo di Hornes (sec. XVI); il monumento votivo di A. Ditmar, medico dei duchi di Brabante (morto nel 1439); infine una piccola Santa Caterina improntata alla maniera di Andrée Beauneveu.
La Piazza grande di Bruxelles lascia un'indimenticabile impressione di pittoresca ricchezza. Il palazzo civico, il più maestoso di Fiandra e di Brabante, è un ammirevole edificio in cui lo stile gotico fiammeggiante si differenzia con eleganza in ciascuna delle tre parti; l'ala sinistra costruita nel 1402 da Jacques van Thienen: l'ala destra di cui Carlo il Temerario posò la prima pietra, nel 1444; infine la torre innalzata da Jean de Ruysbroeck (1449-1454) in alto della quale il S. Michele dorato di Martin van Rode protegge la città fino dal 1454. Il cortile interno, animato da due fontane (l'Escaut, opera del Plumier, 1715; La Mosa del de Kinder), è circondato da tre parti da un edificio di stile Luigi XIV (opera di Corneille van Nerven, 1706-1717), che costituisce il lato posteriore del palazzo. Le sale sono ricche di opere d'arte, di arazzi di Bruxelles dei secoli XVI e XVIII, di pitture storiche di Jacques de Lalaing. Dirimpetto al palazzo civico è la grandiosa Casa del re, riedificata nel sec. XIX sull'antico mercato del pane (1715-1725). Contiene il museo comunale i cui gioielli sono costituiti dalle maioliche e porcellane locali (dal sec. XVII al XIX) e da un'ancona scolpita in legno dorato, capolavoro dell'arte bruxellese (1520 circa).
Sulla Piazza grande, le case delle corporazioni, riedificate dopo il 1695, allineano una serie di splendide facciate, la più singolare espressione del barocco brabantese che unì la decorazione esuberante e il classicismo italianeggiame dei pilastri, degli ornati, degli archi a tutto sesto, degli spartimenti grandiosi.
A mezza strada, salendo alla città alta, si trova la Piazza reale, con gli otto padiglioni in stile Luigi XVI, dovuta al francese Guimard (1774-1780). Al suo centro è la statua equestre di Goffredo da Buglione, opera del Simonis (1848). Dalla Piazza reale si scoprono belle vedute della città: s'intravede il parco di Bruxelles davanti al quale s'innalzano varî palazzi: il Palazzo reale, trasformato nel 1904 dall'architetto Maquet; il palazzo dell'Accademia, di stile neoclassico (1823-1826); il palazzo della Nazione (sec. XIX), sede delle camere legislative; il palazzo Errera, di stile Luigi XVI; si vede anche la chiesa di Santa Maria e, dall'altra parte, l'enorme profilo del palazzo di Giustizia, nel quale il Polaert cercò combinare lo stile neogreco con elementi egizio-assirî (1866-1883).
Del palazzo Ravenstein, corte dei Clèves-Ravenstein nell'epoca borgognona, non restano che il giardino a colonnati (principio del sec. XVI), una sala terrena, e all'esterno due pittoresche bertesche gotiche (fine del sec. XV). Nel palazzo di Nassau (secoli XV-XVI) sussistono l'antica cappella (ora archivio generale) e un cortile interno a loggiati, contiguo al palazzo di Carlo di Lorena (oggi Biblioteca reale), edificato in stile classicheggiante nel sec. XVIII dal Faulte (il Dewez ne costrusse l'ala destra), ornato di sculture da Laurent Delvaux e dal Godecharle. Fra i manoscritti più rari conservati nella Biblioteca reale, la cui origine risale alla biblioteca dei duchi di Borgogna, segnaliamo: l'Evangeliario di S. Lorenzo di Liegi (sec. X), il Pontificale di Sens (sec. XV), le Très riches heures del duca di Berry col ritratto del duca Giovanni; le Cronache di Hainaut nella cui miniatura iniziale è ritratto Filippo il Buono (1446).
Nel museo delle Belle arti, la cui galleria di pitture è una delle prime d'Europa, i primitivi, e i capolavori del Rubens e della sua scuola dimostrano l'importanza capitale della pittura fiamminga, la sua evoluzione e la sua funzione in Occidente nei secoli XV e XVII (v. belgio: Arti figurative e fiamminga, arte).
Nella Galleria di scultura sono raccolte opere d'artisti soprattutto dal sec. XVII al XX (F. Duquesnoy, Gruppello, Godecharle, van Hove, Dillens, Thomas Vinçotte); gli altorilievi glorificanti il lavoro (Industria, Miniere, Messi) di Costantino Meunier e il suo Grisou stanno a lato de Le sorelle dell'illusione del Rousseau, della Cariatide caduta del Rodin e dell'Eracle saettatore del Bourdelle, venuti di Francia.
Nel Museo moderno si trova proseguita la storia della pittura belga, dall'epoca del David sino ad oggi.
L'altro grande museo di Bruxelles è il Museo del Cinquantenario. Ha una sezione archeologica in cui sono notevoli antichità egizie, vasi attici (sec. V a. C.) e sculture greche dei secoli V e IV; una statua in bronzo di Settimio Severo (arte romana, secoli I e II d. C.). La sezione d'arte industriale vi riunisce gli oggetti dal Medioevo al sec. XVIII, con opere capitali per la storia dell'attività artistica a Bruxelles, come l'altare di S. Giorgio intagliato in quercia (1493) da Jean Borman; con preziose oreficerie medievali di Godefroid de Claire, di Hugo d'Oignies, della scuola di Nicolas di Verdun, con arazzi, con ceramiche di Delft (tra cui rarissime quelle nere), porcellane di Tournai, terracotte di Anversa, e mobili varî.
Bruxelles ha altri musei importanti: l'Armeria (armi moderne); il Museo del conservatorio (strumenti di musica antica ed esotici); il Museo dell'ospedale di S. Giovanni, che possiede sette pannelli da attribuire a Bernardo d'Orley (1520) e il Museo di Ixelles (quadri moderni). Lo studio del pittore Wiertz (1806-1865) è stato trasformato in museo. Il Museo coloniale glorifica il lavoro di espansione belga nel Congo. Esposizioni temporanee si succedono nel maestoso palazzo delle Belle arti ideato dal Horta nel gusto moderno (1928).
Bibl.: Henne e Wauters, Histoire de la ville de Bruxelles, Bruxelles 1845, voll. 3; A. Henne, Notice historique, statistique et descriptive de la ville de Bruxelles, Bruxelles 1846; A. Wauters, Bruxelles et ses environs, Bruxelles 1848; idem, Histoire des environs de Bruxelles, Bruxelles 1855; L. Hymans, Bruxelles à travers les âges, Bruxelles 1882, voll. 3; J. Destrée, Étude sur la sculpture brabançonne au moyen-âge, Bruxelles 1894; H. Hymans, Bruxelles, Parigi 1910; G. Des Marez, Vieux Bruxelles, Bruxelles 1910; L. Dumont-Wilden, Bruxelles et Louvain, Bruxelles 1916; G. Des marez, Guide illustré de Bruxelles, I: Les Monuments civils et religieux, II: Les Musées, Bruxelles 1917-18; R. Graul, Alt Flandern, Monaco 1918; G. Des Marez, Traité d'architecture dans son application aux monuments de Bruxelles, Bruxelles 1921; R. Le Maere, Les origines du style gothique en Brabant, Bruxelles 1906; R. Le Maere e Leurs, L'architecture romane dans l'ancien duché de Brabant, Bruxelles 1922; De Seyn, Dictionnaire historique et géographique des communes belges, Bruxelles 1923, I e II; R. Le Maere, L'Église S.te Gudule à Bruxelles, in Revue d'art, 1925; A. Cosyn, Guide historique et descriptif des environs de Bruxelles, fasc. 1 e 2, Bruxelles 1925; Velge, La collégiale des Saints Michel et Gudule à Bruxelles, Bruxelles 1925; Bruxelles: Guide illustré pour Bruxelles et le Brabant, edita dal Bureau officiel de renseignements touristiques, Bruxelles 1927; Le Miroir de la Belgique, I, 1927; II, III, 1928; Van Zype, Bruxelles, a cura del Touring Club de Belgique, s. a.
V. tavv. CCXXXIX a CCXLIV.
Storia. - Bruxelles si è formata nella vallata paludosa della Senne, dominata a NE. e a SO. da una linea di colline. Su un'isola di questo corso d'acqua, accanto ad una chiesa dedicata a San Géry, si ergeva nel sec. X un castello appartenente all'ultimo dei Carolingi, Carlo, duca di Lothier. Il castello passò con la contea di cui era centro, a Lamberto I, conte di Lovanio (v. brabante); e verso il 1040, il castrum pare si estendesse sulla riva destra della Senne. Vi erano già piccoli nuclei di mercanti; ma solo nel secolo seguente si venne sviluppando un agglomerato mercantile, prodotto dalla sistemazione della strada che metteva in comunicazione i centri economici importanti della Fiandra e del Reno. Allora si forma al piede del castrum, là dove la strada attraversa il fiume, un organismo cittadino: centri attorno ai quali si elevano le dimore degli abitanti di questo portus, sono, al nord del castrum, uno scalo, ad est, sull'area di uno stagno disseccato, un mercato, l'attuale Grande Place. Nelle vicinanze, grandi fondiarî come i Clutinc; ma anche essi sin dal sec. XII risentono l'influsso delle nuove correnti e tendenze economiche, ed eccoli a creare attorno al centro commerciale un'industria dei drappi. La materia prima è loro fornita dai montoni dei loro possedimenti; quando essa diventa insufficiente, il portus di Bruxelles permette loro d'importare la lana inglese. Così i proprietarî si mutano in imprenditori industriali; e si uniscono con i mercati del portus per formare un'aristocrazia borghese, le cui case di pietra (steenen) dominano le modeste abitazioni dei loro operai o degli artigiani che esercitano gli altri mestieri. Riuniti in associazione o gilda (Lakengulde) essi esercitano il controllo assoluto sull'industria dei drappi. Grazie allo sviluppo dell'industria, l'abitato si stende sulla riva destra, raggiunge e risale i pendii delle colline: di quella che domina il Sablon; del Caudenberg, su cui sorge il castello del castellano ducale; del Blindenberg, possedimento dei Clutinc, e della collina sulla quale il Conte Lamberto II nel 1047 aveva innalzato una chiesa in onore dei Santi Michele e Gudula. Dal principio del sec. XIII la città è circondata di mura che mettono tutto l'abitato, posto sulla riva destra della Senne, al riparo da qualsiasi colpo di mano, e si estendono ad una certa distanza, sulla riva sinistra. Naturalmente, i ceti industriale e commerciante della città non possono accontentarsi del diritto tradizionale che gli scabinati territoriali o la corte del conte applicano alle popolazioni delle campagne. Essi hanno bisogno di un loro proprio diritto adatto alle loro esigenze, di amministratori e di giudici proprî. Questo diritto particolare B1uxelles l'ottiene nel 1229 con la Charta di Enrico I duca del Brabante: degli scabini, nominati dal duca, e dei giurati eletti dalla cittadinanza, scelti però gli uni e gli altri fra i borghesi, esercitano le funzioni di giudici e reggono il comune.
Il sec. XIII e il XIV furono per Bruxelles periodi di costante progresso industriale. Nella città la popolazione è in continuo aumento; sorgono nuove costruzioni: chiese come quella di San Nicola (il tempio del portus), di Santa Gudula ricostruito splendidamente in stile gotico a cominciare dal 1226 circa; ospedali; un ospizio di beghine. Verso il 1200, il duca lascia l'antico castrum dell'isola di San Géry, per fissare la propria residenza sulla cima del Caudenberg: ed ecco il quartiere che si estende sui pendii di questa collina e del vicino Blindenberg acquistare nuova importanza. Vi si raggruppano coloro che esercitano l'arte muraria e coloro che lavorano i metalli, mentre gli ebrei vi formano una colonia sotto la protezione del principe, fino al momento in cui saranno massacrati o espulsi dal Brabante (1370).
Il potere politico nella città è ancora in mano dell'aristocrazia borghese di cui abbiamo descritta la formazione. Divisa in "linguaggi" (gruppi artificiali di famiglie patrizie) e organizzata in gilde, essa occupa tutti i posti di scabino. Gli scabini, presieduti dall'amman, ufficiale ducale, si riuniscono dapprima nel mercato dei drappi, poi in qualche steen della Gran Piazza, infine nel bel palazzo del municipio, che si comincia a costruire nel 1402.
Il proletariato industriale della drapperia - tessitori e gualchierai - escluso dal governo e temuto dal patriziato a causa della sua turbolenza, abitava in miserabili sobborghi che si estendevano all'est della città, fuori della cinta, attorno alla chiesa di Notre-Dame de la Chapelle, fondata nel 1134. A varie riprese, nel corso nel sec. XIV, questo proletariato si allea con gli artigiani di altri mestieri urbani, organizzati in corporazioni, e si solleva: specialmente nel 1302 dopo la vittoria della democrazia fiamminga e nel 1360, all'indomani della caduta del regime patrizio a Lovanio. Ma le rivolte furono severamente represse.
Il 18 agosto 1356 durante la guerra tra la Fiandra e il Brabante (v.), Luigi di Male, conte di Fiandra, s'impadronì di Bruxelles; ma le sue truppe ne furono cacciate il 24 ottobre dal patrizio Everard't Serclaes. La cinta murale aveva dimostrato di essere una difesa insufficiente; perciò fra il 1357 e il 1383 fu sostituita con nuove mura, che ingrandivano il perimetro della città sulle due rive della Senne e gli davano una superficie che fu coperta interamente di costruzioni solo nel sec. XIX.
Da allora il proletariato industriale risiedette dentro la città; e ciò facilitò notevolmente la rivoluzione democratica del 1421. In seguito a questa, si venne a una divisione dello scabinato e delle altre cariche cittadine fra i "linguaggi" del patriziato e le corporazioni, che presto si raggrupparono in "nazioni"; tale organizzazione durò, nelle sue grandi linee, sino alla fine del sec. XVIII.
A partire dal governo dei duchi Giovanna e Venceslao (v. brabante), Bruxelles divenne, a preferenza di Lovanio, la residenza abituale dei duchi e cominciò ad essere considerata capitale del Brabante. Lo splendore e l'opulenza di Bruxelles si accrescono ancora sotto i duchi di Borgogna; la città è allora in procinto di diventare la capitale di tutti i Paesi Bassi. A partire dal sec. XVI i governatori che rappresentano il principe vi dimorano permanentemente; le istituzioni centrali vi hanno la loro sede, accanto alle autorità provinciali del Brabante. Ad un tempo, il carattere della città si trasforma, il lusso trionfa: se le trasformazioni economiche della fine del sec. XV e del principio del XVI hanno recato la rovina della drapperia, una nuova industria si sostituisce ad essa, favorita dalle abitudini dispendiose e dal gusto del fasto, e forma la gloria di Bruxelles durante un periodo di due secoli circa: la tappezzeria. Dal punto di vista economico, vi è anche un altro fatto importante, contemporaneo al primo: la Senne, interrata, non permette più l'accesso delle navi. Il 7 novembre 1531, Carlo V concedette alla città il diritto di scavarsi un canale, che fu inaugurato il 12 ottobre 1561 (canale di Willebroek) e che metteva in comunicaziqne Bruxelles, per il Rupel, con Anversa e la Schelda. L'amman di Bruxelles Giovanni di Locquenghien, con l'aiuto di altri collaboratori, tra i quali l'italiano Rinaldi - autore di un sifone particolarmente difficile a costruirsi - diresse i lavori.
Dal sec. XVI in poi, Bruxelles ebbe parte in tutti gli avvenimenti della storia del Belgio. Al tempo della rivoluzione contro la Spagna, a Bruxelles ebbe luogo il Compromesso dei nobili (1566); dal 1367 la città fu sede del Consiglio dei Torbidi istituito da) duca d'Alba; poi rimase capitale dei Paesi Bassi Spagnoli. Più tardi nel 1695, durante la guerra della lega di Augusta, fu bombardata dall'esercito francese del maresciallo di Villeroy, ma presto risorse più splendida. E nel sec. XVIII (la città è sede del principe Carlo di Lorena, governatore generale dei Paesi Bassi Austriaci) si forma a partire dal 1769 sul Caudenberg un nuovo quartiere - il parco e le vie circonvicine, così come la Piazza Reale. In Bruxelles fu organizzata la rivoluzione brabantina del 1789, dalla quale venne fuori l'effimera repubblica degli Stati Uniti del Belgio; conquistata e occupata dalla Francia dal 1794 al 1814, la città fu, dal 1795, capoluogo del dipartimento della Dyle; infine, proprio in Bruxelles cominciò la rivoluzione del 1830 e si svolsero le Giornate di settembre che decisero del suo successo (v. belgio).
Capitale del regno del Belgio e capoluogo della provincia del Brabante, dopo il 1830 Bruxelles si è accresciuta in estensione e in popolazione.
Occupata dalle truppe tedesche il 20 agosto 1914, la città fu sede del governatore generale tedesco per il Belgio (successivamente von der Goltz, von Bissing e von Falkenhausen). La popolazione diede prova di grande spirito di resistenza passiva, calma e dignitosa, all'invasore; ne fu l'anima, fino al suo arresto - 26 settembre 1914 - il coraggioso borgomastro, Adolfo Max. Fu rioccupata dall'esercito belga il 18 novembre 1918.
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