BRUXELLES
(fiammingo Brussel; Brosella, Bruxella, Brocela, Bruolisela nei docc. medievali)
Capitale del Belgio e capoluogo della prov. del Brabante, B. si estende nel fondovalle percorso dalla Senne e dai suoi vari rami e sulle alture del Coudenberg.
Le origini del sito urbano si perdono tra la fine del 7° e il 10° secolo. La prima menzione di Brosella, nel 695, segna, già a questa data, l'appartenenza della città all'arcidiocesi di Cambrai. Nel 979, B. fu scelta come capitale da Carlo di Francia, il figlio cadetto di Luigi IV d'Oltremare, al quale Ottone II aveva appena conferito il ducato di Lotaringia, e si può ritenere che una tale scelta e la conseguente costruzione di un castrum abbiano ben presto determinato una vocazione di 'centralità' della città, situata alle porte del vicino potente del Brabante, la contea di Fiandra. Al di fuori di questi due punti di riferimento cronologici, l'apporto delle fonti storiche è pressoché inesistente sino all'anno Mille. Gli storici sono oggi tuttavia concordi nel collocare assai prima di questa data l'origine del polo religioso formatosi non lontano dalla collina del Treurenberg, sulla riva destra della Senne; inoltre la scelta di s. Michele quale patrono di B. - patronato diffuso nelle regioni dell'Europa settentrionale fin dai secc. 7° e 8° - costituisce uno dei principali argomenti in appoggio a una tale ipotesi.Il sec. 11° vide la definizione delle strutture principali di un impianto urbano entro il quale lo sviluppo di B. si contenne fino alla fine del Medioevo. Nel 1047 la parrocchiale, dedicata a s. Michele, venne elevata dal conte Lamberto II Balderico al rango di collegiata, assumendo nel contempo, in occasione del trasferimento delle reliquie di s. Gudula, la doppia dedica ai ss. Michele e Gudula. Sempre Lamberto II fece costruire sulle alture del Coudenberg un nuovo castello e promosse, a quanto sembra, la costruzione della prima cinta di mura, inglobante i tre punti nevralgici della città: la collegiata, l'antico castrum e il Coudenberg. Il suo successore, Goffredo I, che assunse nel 1106 il titolo di duca di Lotaringia, riorganizzò completamente la contea brussellese, creando le due cariche intorno alle quali si svilupparono gli organi principali della città, politico e giuridico: quelle di castellano e di sindaco (amman). Nel 1213 il cambiamento di alleanza del duca Enrico I il Guerriero, a spese degli Inglesi e del conte di Fiandra Ferrando di Portogallo, ebbe conseguenze disastrose, ma che contribuirono ad accelerare il processo di emancipazione della città, con la concessione di franchigie alla borghesia e con l'elaborazione, nel 1229, di una costituzione urbana, completata sei anni più tardi dall'istituzione della durata annuale delle cariche amministrative; in apparenza liberale, il principio dell'annualità favorì in realtà l'emergere di una classe che di fatto monopolizzò le redini del potere urbano, ovverosia le sette 'casate di B.', collegate spesso ai sette posti di provvisione allo scabinato.Tali conquiste politiche testimoniano l'accresciuta importanza economica della borghesia brussellese. Gli scambi commerciali - che con l'Inghilterra, grande produttrice di lana, si intensificarono particolarmente a partire dal 1272, dopo l'interruzione degli scambi tra questa e la Fiandra - fecero di B. uno dei centri più importanti dell'Europa settentrionale per la produzione drappiera, assicurandone di fatto il ruolo di cerniera del commercio internazionale. I tessitori e i follatori, installati immediatamente all'esterno delle mura della città, nel quartiere della Chapelle, alla fine del sec. 13° (prima menzione nel 1282) si costituirono in mestiere organizzato; a partire dalla stessa epoca la gilda dei Drappieri, la prima a essere istituita, diventò una delle principali istituzioni politiche della città.In rapporto alla crescita economica, nella seconda metà del sec. 13° si determinò assai rapidamente anche un incremento del peso politico della città. Lovanio, che nel corso dei secc. 12° e 13° aveva rappresentato il centro dinastico e amministrativo del ducato, cedette progressivamente il posto a Bruxelles. Sotto il regno di Giovanni I e di Giovanni II, fino alla metà del sec. 14°, un numero sempre maggiore di atti ufficiali venne emanato direttamente da B.; la città, nella quale fu trasferita anche la zecca, dal 1350 diventò la principale residenza del duca Giovanni III, che si installò con la corte nel palazzo del Coudenberg. Anche da un punto di vista demografico dopo il sec. 13° B. andò sviluppandosi sino a oltrepassare ovunque l'antica cinta muraria, così che nel 1357, dopo l'assedio della città da parte del conte di Fiandra Luigi di Mâle - che contestava l'ascesa al trono ducale di Venceslao e della figlia di Giovanni III -, fu iniziata la costruzione di una seconda cinta muraria, molto più ampia.La fine del sec. 14° fu invece caratterizzata a B. da un'acuta crisi economica e sociale, come conseguenza indiretta di un rallentamento della produzione dell'industria drappiera. La lotta tra le famiglie Sweerts e Van Heetvelde non fece che aumentare tale instabilità, accentuata dalla situazione determinatasi alla fine del regno della vecchia duchessa Giovanna (m. nel 1406), a causa della debolezza di costei, della morte prematura del suo successore Antonio e della minorità del giovane duca Giovanni IV. Aggiungendosi a questo la diffusa prevaricazione dei pubblici funzionari e il nepotismo nelle nomine, nonché una notevole svalutazione della moneta, negli anni attorno al 1400, con conseguente grave malessere sociale, la crisi sfociò il 29 gennaio 1421 in un moto popolare, in seguito al quale venne redatto un nuovo statuto cittadino: con l'assenso di Filippo di Saint-Pol, si accordarono alle corporazioni dei mestieri numerosi privilegi e soprattutto l'accesso a una rappresentatività che diede loro un effettivo potere di intervento nella politica urbana, sebbene ancora inferiore a quello del patriziato e delle casate.Alla morte di Filippo di Saint-Pol ascese al trono ducale del Brabante, nel 1430, suo cugino Filippo il Buono: B. entrò allora nell'area di influenza politica diretta dei duchi di Borgogna, occupando molto presto un posto preponderante nel quadro politico degli stati borgognoni. A dispetto dei numerosi conflitti di competenza tra i rappresentanti ducali e le autorità civiche, specialmente in materia di giustizia, B. arrivò infatti a conciliarsi i favori del principe, imponendosi a poco a poco come uno dei centri più vitali dei Paesi Bassi. Filippo il Buono vi risiedette del resto in maniera quasi permanente dal 1459 al 1462, e con lui la corte e i suoi favoriti, che vi si fecero costruire palazzi e dimore fastose, contribuendo anche all'affermazione di un artigianato di prestigio e di attività artistiche incentivate da richieste e commissioni sempre più numerose. Lo sviluppo di industrie specializzate nella lavorazione dell'ottone e nella produzione delle armi e degli arazzi, l'attività, in pittura, di uno studio come quello di Rogier van der Weyden, originario di Tournai, sono da porre in questo contesto socio-culturale.
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Malgrado la presenza di fondazioni di villae romane e di una vasta necropoli franca lasci registrare nell'area immediatamente circostante la città una continuità d'insediamento, B. acquisì la fisionomia di città solo quando una cinta fortificata inglobò il piccolo agglomerato che si era formato intorno a un castrum - costruito, sembra, da Carlo di Francia intorno al 980 su una delle isole della Senne -, al palazzo ducale, che verso il 1050 prese il posto di quella primitiva residenza, e a un oratorio dedicato a s. Michele, costruito prima del 1073 sul fianco del Coudenberg.Di questa prima cinta muraria, che aveva un perimetro di km. 4, restano pochi ruderi. Costruita in pietra arenaria estratta da cave locali, essa sostituì, probabilmente, una palizzata eretta su un argine di terra di riporto, ricavata dallo scavo di un fossato che si riempiva d'acqua nella parte bassa della città e nella parte alta rimaneva a secco. Il sistema murario (dall'altezza approssimativa di m. 7 e dallo spessore medio di m. 1) era costruito su arcate interrate, mentre nei tratti in cui sopravvive il camminamento di ronda corre su alti archi, posti in asse con una feritoia rasoterra, i quali, tramite i loro piedritti, fungono da rinforzo alle mura. Merli di cm. 50-60 di spessore e larghezza variabile, talvolta provvisti di feritoie e privi di aggetto sul paramento esterno, dentellano la sommità del muro. Nelle torri di difesa ancora esistenti - ve ne erano quaranta ca. - del tipo c.d. propugnaculum e aperte nel fronte di gola, il piano inferiore è coperto da una volta a botte e, nella parte a sporgere, da un semicatino. Delle sette porte della città, probabilmente anteriori alla cinta muraria, si conoscono soltanto raffigurazioni poco attendibili e notevoli incertezze sussistono anche per la datazione dell'intero complesso difensivo, in via ipotetica riconducibile al 12° secolo.Quando l'agglomerato all'interno delle mura raggiunse la saturazione, venne costruita fra il 1356 e il 1383 una seconda cinta inglobante la prima, realizzata con gli stessi criteri adottati per le precedenti, sostituendo però al conglomerato interno il mattone. Non si conserva che la porta di Hal, completamente rimaneggiata nel 19° secolo.Non resta nulla anche degli steenen, le abitazioni in pietra, a carattere semidifensivo, fatte costruire dai 'ministeriali' e da alcuni borghesi nei pressi del castrum, né delle capanne e delle case in legno, numerose nel Medioevo, ma soggette a interdizione fin dal 1566 e irrimediabilmente andate perdute con il bombardamento della città del 1695 a opera del maresciallo di Villeroi. Erano costruite su particelle strette, fra due muri paralleli di pietra arenaria o sabbia, e presentavano un frontespizio costituito da una struttura a telaio riempita da una malta di argilla e paglia, più tardi da mattoni, fatti salvi gli spazi destinati alle intelaiature delle finestre; rivestita da tavole a incastro, la casa aveva un tetto a doppio spiovente, con il colmo disposto perpendicolarmente all'allineamento stradale e versanti costituiti da tegole con sezione a 'esse' coricata. Le facciate sulla via terminavano in un pignone che esprimeva la forma triangolare della struttura; erano piane oppure in aggetto. In esse la sostituzione del mattone - raramente pietra - al legno si verificò a partire dal sec. 14° e, in ragione della disposizione in assise del nuovo materiale, i salienti dei pignoni assunsero un aspetto a scalini formati dalle rientranze in successione di tutti i sei od otto strati, con l'ultimo scalino arricchito talvolta da una sorta di pinnacolo incastrato che si richiamava all'analoga struttura lignea.La testimonianza più significativa dell'architettura civile medievale di B. è senza dubbio l'Hôtel de Ville. Per quanto nell'insieme omogeneo, esso presenta tre fasi costruttive contraddistinte da differenti elementi architettonici: le due ali di diversa lunghezza, entrambe rinserrate tra una torretta d'angolo ottagonale e un corpo quadrato in comune, forse anteriore, contro il quale, sotto una stessa linea di colmo, vanno a innestarsi le alte coperture delle ali, rivestite di ardesia e forate da una moltitudine di lucernai. La facciata è suddivisa in due piani, al di sopra della galleria aggettante del piano terra. L'ala orientale, a undici campate, venne costruita nel 1401 da Jacques van Thienen, compreso il tratto che gira ad angolo retto sulla strada laterale; l'ala occidentale, di sole sei campate, venne edificata quarant'anni dopo da un architetto di cui tuttavia non è noto il nome. Il corpo centrale che le separa fa da base a un'elegante guglia poligonale in pietra, traforata, disegnata da Jan van Ruysbroeck (contratto firmato nel 1449). La differenza fra le due ali si osserva soprattutto nella forma e disposizione delle finestre: coppie di finestre a croce con semplice architrave e timpano cieco ad arco spezzato nella parte più antica e finestre a lancetta a résilles in gruppi di tre in quella più recente. La maggiore ricchezza della prima ala è data dal gran numero di statue, collocate peraltro solo nel sec. 19° entro nicchie già previste in origine, ma ciò nonostante riadattate alle nuove forme. D'altronde, tutti gli edifici medievali ancora esistenti a B. hanno subìto analoghi interventi: in particolare la Maison du Roi, rimaneggiata per pretese restituzioni alle forme originarie tra il 1873 e il 1895.In seguito a scavi eseguiti nella cattedrale e nella chiesa di Saint-Nicolas si è riscontrata l'esistenza a B. di edifici di culto romanici, databili probabilmente a partire dalla fine del sec. 11°; sono emerse, nel primo caso, le fondamenta di un edificio basilicale con pilastri cruciformi in arenaria e avancorpo cieco, con due torrette scalari rotonde, secondo la tipologia renana; nell'altro, basi unghiate e l'attacco di fusti di colonne a rocchi di calcare nero di Tournai. Dal primo quarto del sec. 13° a B. si iniziò gradualmente la fabbrica di edifici più grandi, coperti a crociera d'ogiva. Le nuove formule architettoniche si affermarono dapprima timidamente, come testimoniano alcune tipologie costruttive caratteristiche di un periodo di transizione, nel deambulatorio della cattedrale e nel transetto sud della chiesa di Notre-Dame de la Chapelle, del 1225 circa.Lo stile gotico propriamente detto, sia pure con un secolo di ritardo rispetto alla Francia, si diffuse a B. sino a improntare di sé la maggior parte delle chiese parrocchiali. Ciò nonostante - malgrado tale tradizione si sia di fatto tenacemente conservata fino al sec. 16° - i modelli francesi non impedirono la fioritura di una scuola detta brabantina, caratterizzata da un'unica torre elevata sulla prima campata della navata (le torri gemelle della cattedrale, come la torre-lanterna della chiesa di Notre-Dame de la Chapelle che le precedette di duecento anni, costituiscono delle eccezioni), da cappelle laterali con, al di sopra delle navatelle, una serie di pignoni a denti di sega, da grossi pilastri cilindrici a scandire lo spazio e da capitelli a crochets o a canestro ornati con foglie c.d. de choux frisé.In tutte le chiese medievali di B. la pianta è a croce latina con la navata maggiore fiancheggiata nel prolungamento del coro da cappelle laterali e due navatelle che si aprono sul transetto. Nella cattedrale, un deambulatorio in asse con le navate laterali e cappelle a raggiera - sostituite nel sec. 16° da due vaste cappelle disposte parallelamente al coro - attestano l'adesione dell'edificio al modello francese. L'alzato della navata centrale è a tre piani, inizialmente separati da cornici a fogliami, quindi unificati dalla salita ininterrotta dei supporti, scanditi in fasci di colonnine, fino alle volte senza l'interruzione del capitello (coro di Notre-Dame des Victoires di Sablon, 1535 ca.). Il triforio, eccezionalmente robusto nel coro della cattedrale (1275), è invece assente nel coro di Notre-Dame de la Chapelle (1250-1275) ove compare, nella navata, sotto forma di una galleria praticabile delimitata da una balaustra; in forme simili, prima delle successive trasformazioni, si presentava il triforio dei transetti di Notre-Dame des Victoires di Sablon (primo quarto del sec. 15°).
Bibl.: G. Des Marez, Traité d'architecture dans son application aux monuments de Bruxelles, Bruxelles 1921; M. Thibaut de Maisières, Eglises gothiques de Bruxelles, Bruxelles 1942; V.G. Martiny, Bruxelles. Architecture des origines à 1900, Bruxelles 1980; Restauration de la Cathédrale des Saints-Michel-et-Gudule, 1983-1988, Bruxelles 1988; L. Mondelaers, J. Braeken, Aperçu de l'histoire architecturale du pentagone, in Le patrimoine monumental de la Belgique, Bruxelles, I, Pentagone A-D, Liège 1989, pp. XXXVII-LIX.V. G. Martiny
B. conserva scarse tracce della produzione artistica relativa al periodo compreso fra l'Alto Medioevo e i primordi dell'età gotica. In questo periodo la città, al pari del Brabante di cui formava il centro più significativo, aveva due diversi referenti politici, ecclesiastici e artistici: la regione della Mosa e quella della Schelda. Il crocifisso della chiesa di Saint-Denis a Forest, presso B., del 1200 ca., illustra bene questo dualismo: la sua tipologia testimonia la fase di passaggio dalla scultura romanica, con forme schematiche e stilizzate, di matrice mosana, a modi di rappresentazione più morbidi, ereditati dall'Ile-de-France.B. divenne centro di produzione artistica autonoma allorché vi si installò la corte ducale di Brabante e successivamente quando vi venne trasferita la capitale degli antichi Paesi Bassi meridionali, nella seconda metà del 14° secolo. È il momento in cui compare sulla scena artistica di B. lo scultore di origine olandese Claus Sluter, che si iscrisse nel 1380 alla corporazione degli imagiers di Bruxelles. Su questa base si è pensato di collegare a lui un certo numero di opere brabantine risalenti all'epoca del suo soggiorno nella regione, in special modo le statue di Profeti che ornavano il portale dell'antico beffroi dell'Hôtel de Ville di B. dell'ultimo quarto del sec. 14°, ora nei Mus. Com. de Woluwe-Saint-Lambert. Queste figure sedute recano in effetti l'impronta del suo stile ampio, potente e conciso, primi accenti di quel 'realismo' che caratterizzò tutta la produzione artistica dei Paesi Bassi nel 15° secolo. Se sia stato il grande maestro, attivo in Borgogna a partire dal 1385, l'ideatore primo e diffusore di questo rinnovamento stilistico nella capitale del Brabante, o se ciò non si sia verificato proprio grazie al proficuo contatto con l'ambiente brussellese della fine del sec. 14°, resta un problema critico tuttora aperto.A partire dal quarto decennio del sec. 15° fu Rogier van der Weyden-de la Pasture, originario di Tournai, a rilanciare l'attività artistica a Bruxelles. Nominato pittore ufficiale della città (1435), questo titolo, quasi 'accademico', gli consentì indubbiamente di imporre la sua autorità 'morale' sul complesso di opere uscite dalle botteghe brussellesi nel corso del secolo. Su suo impulso lo stile teso, patetico e formalmente espressionistico che caratterizza la sua pittura si andò sviluppando e diffondendo nell'intera Europa, in tutta una serie di retabli, vetrate, prodotti in metallo, oreficerie, tappezzerie della seconda metà del 15° secolo.Genere artistico fra i più caratteristici della produzione brussellese, i retabli conobbero in particolare una grande diffusione: concepiti come opere d'arte 'totali' - architettura nell'incorniciatura, scultura per le scene di piccolo formato inserite al suo interno, pittura per il rivestimento policromo - furono richiesti ed esportati in Germania, Spagna, Portogallo, ma anche in Italia e perfino in Scandinavia. Tale successo spiega anche la contemporanea apparizione di alcuni marchi di bottega, per es. il 'mazzuolo' brussellese, accompagnato talvolta dalla 'pialla in un compasso aperto' o dalla semplice iscrizione BRUESEL.Anche l'oreficeria brussellese utilizzò propri marchi d'origine, individuabili a partire dalla metà del sec. 15°, come per es. il 'leone di Brabante' e l'effigie dell'arcangelo Michele, patrono della città, presenti sull'ostensorio-reliquiario in argento conservato nel tesoro della chiesa di Saint-Martin a Hal (1459), o sul reliquiario di Maubeuge (1469), proveniente dall'antica abbazia fondata da s. Aldegonda.Nella seconda metà del sec. 15° fu in particolare l'arazzeria ad assicurare gradualmente a B. una posizione di preminenza. I suoi prodotti, esportati in tutta Europa, variarono dal genere narrativo - sia esso di tematica profana o religiosa -, come nello splendido esemplare della Crocifissione conservato a Pienza (Mus. della Cattedrale), del secondo terzo del sec. 15°, a quello decorativo, come dimostra la serie di decorazioni millefleurs, di cui il Bernisches Historisches Mus. di Berna possiede un prezioso esemplare, eseguito dal brussellese Jean le Haze intorno al 1466 e frutto del 'bottino di Borgogna' abbandonato da Carlo il Temerario nella battaglia di Grandson (1476).
Fra le più importanti collezioni europee, i Mus. Royaux d'Art et d'Histoire conservano per la storia dell'arte medievale un gran numero di opere di notevole rilievo: reliquiari, avori, come il dittico di Genoels-Elderen (fine sec. 8°), oreficerie mosane, quali la testareliquiario di papa Alessandro, del 1145 ca., e l'altare portatile da Stavelot (realizzato fra il 1160 e il 1170), smalti limosini, sculture, ricami, arazzi, vetrate.Testimonianze della scultura medievale di B. si conservano al Mus. Com. de Woluwe-Saint-Lambert, come per es. i frammenti scultorei della chiesa di Notre-Dame de la Chapelle, i capitelli provenienti dall'Hôtel de Ville (sec. 14°), i frammenti di altare della chiesa di Sablon e le già citate figure di Profeti, dal portale del beffroi dell'Hôtel de Ville.Di notevole interesse, ancora, la collezione di armi, armature e abbigliamento difensivo del Mus. Royal de l'Armée et d'Histoire Militaire, che conserva, oltre a una serie cospicua di manufatti dei secc. 11°-15°, una raccolta di spade carolinge.Numerosissimi e di gran pregio i manoscritti e codici miniati medievali della Bibl. Royale, una delle più importanti d'Europa, che accoglie al suo interno e come nucleo principale la celebre raccolta di testi riuniti, a partire dalla fine del Medioevo, dai duchi di Borgogna.
Bibl.: Catalogue de l'exposition d'Art Ancien Bruxellois, Bruxelles 1906; P. Saintenoy, Les arts et les artistes à la cour de Bruxelles (Mémoires de l'Académie Royale de Belgique. Classe de Beaux-Arts, II, 3; V, 1; VI, 2), 3 voll., Bruxelles 1932-1935; D. Roggen, L. Verleyen, De portaalsculpturen van het Brusselsche stadhuis [Le sculture del portale dell'Hôtel de Ville di B.], Gentsche bijdragen tot de kunstgeschiedenis 1, 1934, pp. 123-148; J. Duverger, Brussel als Kunstcentrum in de XIVe en XVe eeuw [B. centro d'arte nei secc. 14° e 15°] (Bouwstoffen tot de Nederlandsche Kunstgeschichte, 3), Antwerpen 1935; Bruxelles au XV siècle, cat., Bruxelles 1953; Tapisseries bruxelloises de la pré-Renaissance, cat., Bruxelles 1976; D. Coekelberghs, A. Vanrie, Bruxelles et les arts, in Bruxelles. Croissance d'une capitale, a cura di J. Stengers, Antwerpen 1979, pp. 297-346.J. -P. de Rycke