BTE (Buono del Tesoro in ECU)
BTE (Buono del Tesoro in ECU) Titolo di credito a scadenza annuale non più in uso. Era emesso dal Tesoro italiano, con valori sia di emissione sia di rimborso espressi in ECU, cioè nell’unità di conto della Comunità Europea usata prima dell’entrata in vigore dell’euro. Presenti sul mercato dal 1987, l’ultima emissione di BTE è stata rimborsata nel novembre del 1994. I BTE erano molto simili ai BOT (➔), sia per la durata temporale sia per l’assenza di cedole periodiche, nonché per il trattamento fiscale. Solitamente, mentre i BOT sono emessi ‘sotto la pari’ e rimborsati ‘alla pari’, i BTE erano emessi ‘alla pari’ e rimborsati ‘sopra la pari’ (➔ sotto la pari). In particolare, gli interessi e il capitale dei BTE erano corrisposti in un’unica soluzione alla scadenza, in base al tasso di cambio lira-ECU. Il rendimento dei BTE seguiva infatti lo stesso principio di quello dei BOT ed era inoltre soggetto alle fluttuazioni del valore dell’ECU, che ne potevano aumentare o diminuire la redditività. Come i BOT, anche i BTE venivano emessi tramite apposite aste in cui erano specificati l’importo, la durata, il prezzo base di collocamento e le categorie di operatori ammessi a concorrere, operatori che potevano essere solo investitori istituzionali. Si formavano così due mercati in cui si potevano negoziare tali titoli: il mercato primario e quello secondario. Il primario era quello risultante dall’asta, da cui derivava appunto il prezzo di acquisto; il secondario, a trattazione continua, cui partecipavano anche risparmiatori privati, era un mercato con caratteristiche simili a un mercato OTC (➔ Over The Counter).