BUCCINA (lat. bucĭna e buccĭna, d'incerta etimologia)
Strumento a fiato. Se ne attribuiva l'origine a Tirreno figlio di Ercole; con esso negli accampamenti romani si davano i segnali per il cambio delle sentinelle e per altre operazioni ordinarie e straordinarie della vita militare. Dapprima la buccina fu probabilmente una specie di conchiglia adattata a uso di tromba dalle popolazioni delle spiagge, e dai pastori per guidare e raccogliere il bestiame; e la forma di conchiglia a corpo conico allungato, con striature a spirale, ha conservato infatti lo strumento che si mette in bocca alle figure di venti e di divinità marine. Buccinatores erano i soldati che la suonavano: mescolati a sonatori di altri strumenti, questi si vedono più volte, nei bassorilievi di cinerarî etruschi di Volterra, precedere il carro del trionfatore. La buccina assomigliava al corno, ma era più grande di questo e non ne aveva la forma circolare. Tuttavia, nell'uso degli scrittori, i due strumenti non sono sempre distinti fra loro e lo dimostra il testo stesso di Vegezio (II, 22), da cui si deduce che buccinatores si chiamavano tanto i suonatori di buccina, quanto quelli di corno.
Il tubo, di bronzo, aveva scarso diametro ma notevole lunghezza: nei due esemplari del museo nazionale di Napoli esso misura m. 3.23 di lunghezza. La curvatura del tubo s'inizia dall'imboccatura e, passando sotto il braccio del suonatore, sale sopra la sua spalla sinistra e termina in forma di stretto padiglione. Spesso una traversa riuniva le due parti mediane del tubo per assicurarne la solidità e facilitarne il maneggio. La buccina - data la lunghezza e lo spessore del tubo - era come un nostro corno in sol e rendeva la serie dei suoni naturali fino al 12° armonico.