BUCKINGHAM, George Villiers, 2° duca di
È il secondo figlio di George Villiers, primo duca di Buckingham, e di lady Caterina Manners. Nacque a Westminster il 30 gennaio 1628; nel 1642 ottenne il grado di magister artium a Cambridge. Scoppiata la guerra civile, Giorgio col fratello minore Francesco (il primogenito, Carlo, era morto ancora bambino) combatté nell'esercito regio fino al 1648 (con un intermezzo, causato da un viaggio all'estero). Dichiarato per questo traditore dal parlamento, Giorgio B. vedeva confiscati definitivamente tutti i suoi beni, che una prima volta gli erano stati restituiti; mentre il fratello Francesco cadeva in uno scontro con le truppe parlamentari presso Kingston, egli, sorpreso presso St. Neots, riusciva a sfuggire e a mettersi in salvo in Olanda. Ritornò in Scozia con Carlo II nel 1650; ed ebbe allora incarichi varî e anche il comando di truppe, pur non avendo egli molta esperienza militare. Ma dopo la sconfitta di Worcester (3 settembre 1651) dovette nuovamente rifugiarsi a Rotterdam. E qui cominciò a tendere intrighi su intrighi per ritornare in patria, con l'unico effetto di alienarsi l'animo di Carlo II, da cui finì col dividersi decisivamente nel 1654, per la diceria ch'egli mirasse a sposare la vedova principessa di Orange, figlia del re. Nell'estate del 1657, il B. tornò improvvisamente in Inghilterra e il 15 settembre sposava Maria Fairfax, figlia di lord Fairfax, che gli portava come dote gran parte dei beni sequestrati. Tuttavia dovette ancora passare parecchi guai. Il parlamento ordinò il suo arresto; confinato nella York House nell'aprile 1658, nell'agosto veniva inviato alla Torre di Londra, dove rimase fino al 23 febbraio 1659.
Schieratosi a favore del Monk, nel 1660 il B. ebbe fredda accoglienza dal re, a Dover; ma non tardò a riguadagnarne il favore, a riavere uffici a corte e fuori di corte e i beni confiscatigli da Cromwell. L'ostilità del cancelliere Clarendon tuttavia gli nuoceva e lo teneva lontano dalle più alte cariche; ed ecco il B. intrigare nuovamente contro questo avversario. Gl'intrighi lo facevano cadere nuovamente in disgrazia presso il re: fu arrestato e, nel giugno 1667, chiuso nella Torre di Londra, dove rimase fino al 17 luglio. Ma la caduta del Clarendon, in seguito al cattivo esito della guerra con l'olanda, gli ridiede il favore del re.
Del ministero che prese il nome di "Cabal" (dalle iniziali dei suoi componenti: Clifford, Arlington, Buckingham, Ashley e Landerdale) il B. fu uno dei membri più influenti. Si adoperò a favore della tolleranza religiosa; ma non risparmiò i suoi nemici, provocando ad esempio la caduta del Coventry e quella dell'Ormonde. Tuttavia anche con l'Arlington non tardò a scoppiare aspra rivalità. Incaricato di negoziare, nel luglio 1670, con Luigi XIV due trattati (31 dicembre 1670 e 2 febbraio 1671) per la guerra da muovere insieme contro l'Olanda, il B. fu tenuto all'oscuro delle trattative, intavolate dall'Arlington e dal Clifford, che condussero al trattato segreto di Dover (1670). Svanita la possibilità di una pace con l'Olanda, che il B., allarmato dei successi francesi, aveva propugnata recandosi personalmente all'Aia nel giugno 1672 per le trattative, egli fu ancora posposto al Monmouth nel comando delle forze inglesi. Ebbe poi sentore del trattato segreto di Dover; e allora la sua rivalità con l'Arlington divenne aperta inimicizia. Cercò di farlo mettere sotto processo, ma Carlo II non lo permise. E invece proprio il B. fu attaccato nel gennaio 1674 tanto alla camera dei lord quanto ai Comuni e per la sua vita privata e per la sua azione politica di accordo con la Francia. A conclusione del dibattito, i Comuni votarono una richiesta al sovrano perché fosse allontanato per sempre dalle cariche e dalla corte. Carlo II, a cui erano dispiaciute le rivelazioni del B. sul trattato segreto di Dover, colse l'occasione per disfarsi di lui.
Per un certo tempo il B. parve cambiar vita: specialmente la vita privata. Ma nel 1677 vi fu in lui un nuovo fermento di attività politica. S'era unito con i "patrioti" di cui era considerato uno dei capi; e riaprendosi il parlamento, chiuso oltre 15 mesi prima nel 1675, il B. insieme con Shaftesbury, Wharton e Salisbury sollevò la questione se esso non dovesse considerarsi disciolto dopo una così lunga chiusura. Ma il parlamento, rifiutata la mozione e dopo avere ordinato invano a lui e ai tre lord di chiedere scusa, li fece rinchiudere nella Torre. Nel luglio 1677 tuttavia il B. riaveva la sua libertà; anzi il 13 novembre 1680, la Camera dei lord annullava la condanna sua e degli altri tre lord. Ripresa la libertà vi iniziò nuovi intrighi con l'ambasciatore francese Barillon e, attraverso questo, con Luigi XIV; poi un'accanita azione contro i cattolici, dopo la cosiddetta "Congiura papista" del 1678. La sua carriera politica era tuttavia finita: non gli valse l'avere riacquistato nel 1684 il favore del re, né, nel 1685, l'ascesa al trono di Giacomo II. Visse ritirato nel Yorkshire, dove morì il 16 aprile 1687, nella casa di un suo colono a Kirkby Moorside. La duchessa gli sopravvisse fino al 20 ottobre 1704. Non avendo lasciato prole legittima, il casato si estinse.
D'ingegno pronto e versatile, celebre per la sua eleganza e per le numerose avventure galanti, talvolta addirittura scandalose anche per quei tempi, il B. può considerarsi come un rappresentante tipico di quella società gaia, frivola, brillante e corrotta che circondò, con grande scandalo dei puritani, la corte degli Stuardi dopo la restaurazione. Fu patrono delle lettere e dei letterati e letterato egli stesso e chimico non mediocre. Le sue satire, tra cui una contro l'Arlington, erano apprezzate a corte; e la sua commedia, The Rehearsal (una satira contro la tragedia eroica e contro il Dryden, che lo aveva satireggiato), ebbe grande fortuna, finché The Critic dello Sheridan non la fece cadere in dimenticanza. Fu autore anche di alcuni opuscoli come: A short discourse on the reasonableness of man's having a religion (1685); The duke of Buckingham's letter to the unknown author of a short answer to the Duke of B.'s letter (1685), ecc.
Bibl.: Per le opere del Buckingham cfr. Miscellaneous Works, edite da Tom Brown nel 1704-05 e ristampate varie volte. La commedia The Rehearsal fu pubblicata la prima volta nel 1672 e nel 1682 vide la 5ª edizione con "correzioni e aggiunte dell'autore". Per la sua biografia cfr. Brian Fairfax (che fu cameriere del Buckingham), G. Villiers 2.nd Duke of Buckingham, ristampata nel Catalogue of pictures of G. Villiers Duke of Buckingham di H. Walpole (1758) e nell'edizione dell'Arber di The Rehearsal (1868); Lady Burghclere, G. Villiers 2.nd Duke of Buckingham (1903); cfr. pure Dictionary of National Biography, s. v. Villiers e i rimandi ivi. Del Buckingham come letterato parlano: H. Walpole, Royal and noble authors, III; W. G. Courthope, History of English poetry (Londra 1903), III. La corrispondenza del Buckingham trovasi in Charles II and Scotland in 1650, nella Scottish History Society, XVII (1894), e nel Calendar of State Papers of the Reign of Charles I, XXIII (1897), addenda.