buco dell’ozono
Diminuzione dell’ozono atmosferico. L’ozono è una forma allotropica dell’ossigeno, la cui formula è O3. Nella stratosfera terrestre esiste una larga fascia di ozono che agisce da schermo di protezione nei confronti dei raggi ultravioletti solari. Tale fascia, in corrispondenza dei poli, ha un’ampia variazione stagionale ciclica, mentre rimane pressoché costante nel resto del globo. Si è scoperto, tuttavia, che a partire dal 1980 lo strato di ozono in tutto il pianeta si è andato assottigliando, mentre ai poli l’estensione della zona di riduzione stagionale è aumentata. Con buco dell’ozono si indicano solitamente entrambi i processi, che sono fortemente influenzati da alcuni gas immessi nell’atmosfera dalle attività umane. L’ozono atmosferico reagisce con le radiazioni ultraviolette scindendosi in due molecole O2+O. L’ossigeno monoatomico è estremamente reattivo, e tende dunque a ricombinarsi immediatamente con O2, così da riformare molecole di ozono. Durante la notte, l’ossigeno monoatomico si combina con le molecole di ozono, formando due molecole di O2. Le molecole di origine antropica, principali responsabili dell’assottigliamento della fascia di ozono, sono i clorofluorocarburi (CFC) e i bromofluorocarburi (BFC): con la radiazione ultravioletta si scindono liberando atomi di cloro e bromo. Questi atomi possono reagire con le molecole di ossigeno e di ozono, alterando l’equilibrio del ciclo sopra descritto. Le reazioni più semplici sono quelle in cui gli atomi di cloro o di bromo si combinano con l’ozono, dando origine a ClO e a O2. La specie ClO reagisce poi con l’O, originando un atomo di Cl e una molecola di O2. Il risultato finale è l’aumento netto di ossigeno biatomico e quindi uno squilibro delle reazioni fotochimiche che avvengono nella fascia di ozono. Dopo che nella seconda metà degli anni Ottanta del secolo scorso è stata accertata la diminuzione dell’ozono stratosferico e la comunità scientifica ha evidenziato il ruolo dei CFC e dei BFC, sono seguiti numerosi accordi internazionali volti a fermare la produzione di tali composti, precedentemente utilizzati in molti spray, nei frigoriferi e nei condizionatori. Tra il 1987 e il 1992, numerosi trattati sono stati firmati, in particolare da Stati Uniti e Paesi europei, per la messa al bando di questi gas, ora quasi del tutto sostituiti dagli idrofluorocarburi (HFC) e idroclorofluorocarburi (HCFC), ritenuti meno dannosi per lo strato di ozono (anche se contribuiscono al cosiddetto effetto serra). Gli studi prevedono comunque che lo strato di ozono non tornerà ai valori del 1980 prima della seconda metà del XXI secolo. Esistono, inoltre, ancora incertezze relative agli effetti del riscaldamento globale che potrebbero rallentare la ricostituzione della fascia di ozono.
→ Ecotossicologia; Tempo e clima