buffer
Scorte cuscinetto di prodotto o di capitale che hanno la funzione di stabilizzare le fluttuazioni di un’attività costituendo uno stock di sicurezza a fronte di shock imprevisti. L’utilizzo di b. si estende a numerosi campi, tra cui: il processo produttivo delle imprese, la politica di prezzo del governo, il risparmio delle famiglie e la capitalizzazione degli intermediari finanziari.
Per le imprese, si definiscono b. le scorte intraoperazionali fra diverse fasi del processo produttivo, ovvero le scorte di sicurezza mantenute in fondo al ciclo produttivo. Nel primo caso, l’entità del b., definita dal numero e dalla dimensione dei lotti in attesa di essere processati, può dipendere dall’inaffidabilità dell’alimentazione, che determina un’instabilità dei flussi, da uno sbilanciamento delle capacità produttive dovuto alla presenza di colli di bottiglia, o da un risequenziamento dei lotti in lavorazione, per es., per un sollecito del cliente. Nel secondo caso, il b. permette di proteggere il cliente dalla mancanza di consegna nel caso di un improvviso aumento della domanda a breve termine.
Per il governo, in modo simile, l’uso di b. può essere associato a una politica di stabilizzazione del prezzo di un bene, che preveda variazioni delle scorte per assorbire fluttuazioni della sua domanda o dell’offerta di mercato.
Il modello di b. stock afferma che agenti avversi al rischio risparmiano per mantenere un determinato livello di ricchezza, proporzionale al proprio reddito permanente (➔ reddito, forme di ), come forma di assicurazione contro riduzioni temporanee del reddito o altre emergenze.
Il b. di capitale è costituito dalle riserve addizionali detenute dagli intermediari finanziari in aggiunta ai requisiti patrimoniali minimi, in base alla valutazione del rischio a cui sono esposti, su base volontaria o in accordo alle normative del settore. Per es., la regolamentazione del sistema bancario di Basilea III (➔ Basilea, accordi di), definita nel dicembre 2010, prevede due tipi di b. di capitale: una riserva di conservazione del capitale, pari, a regime, al 2,5% delle attività della banca, allo scopo di permettere di mantenere il livello di capitale al di sopra dei requisiti minimi anche durante una fase negativa del settore; un b. anti-ciclico, che varia tra lo 0% e il 2,5% a discrezione delle autorità di vigilanza nazionali, al fine di proteggere l’intero settore dal rischio sistemico, spesso associato a un periodo di eccessiva espansione del debito all’interno di un Paese, misurata dalla crescita del rapporto tra credito e PIL.