buffering
Utilizzo di soluzioni chimiche, dette soluzioni buffer o tampone, in grado di mantenere in un range costante il pH di un determinato ambiente, anche in seguito all’aggiunta di un acido o di una base. La capacità di buffering deriva dall’equilibrio tra elementi acidi ed elementi basici presenti nella soluzione, in modo che venga mantenuta costante al suo interno la presenza di ioni idrogeno e di ioni idrossido e dunque il pH. Alcune tra le soluzioni più utilizzate sono: (a) acido acetico e acetato di sodio; (b) ammoniaca e cloruro d’ammonio; (c) tricina (N-tris(Idrossimetil)metilglicina). Molti processi fisiologici in natura necessitano di un pH costante: il sangue umano, per es., proprio grazie alla presenza di una soluzione tampone di acido carbonico H2CO3 e di bicarbonato HCO3−, mantiene un pH costante tra 7,35 e 7,45. Proprio per questa ragione, l’uso di soluzioni di buffering – inizialmente limitato all’ambito chimico – si è progressivamente esteso alle scienze della vita. Ugualmente, le soluzioni tampone sono molto utilizzate nei processi industriali basati sulla fermentazione. L’ottimizzazione dell’attività di molti microrganismi può, infatti, richiedere un ambiente con caratteristiche biochimiche molto precise, tra cui un determinato grado di acidità o basicità. Oltre alle soluzioni tampone, esistono anche i cosiddetti agenti di buffering, che, aggiunti a una soluzione, sono in grado di modularne il pH secondo necessità.