OKUDŽAVA, Bulat Salvovič
Poeta e chansonnier russo sovietico, nato a Mosca il 9 maggio 1924, dalla famiglia di un dirigente del Partito comunista georgiano, che venne fucilato nel corso delle "purghe", nel 1937. Il giovane O. partì volontario nel 1942; riuscì a laurearsi solo nel 1950, all'università di Tbilisi; poi si mise a insegnare. Cominciò a pubblicare i suoi versi nel 1953, e nel 1956 uscì la sua prima raccolta, Lirika ("Lirica"), cui seguirono Ostrova (1959, "Le isole"), Veselyj barabanščik (1964, "L'allegro tamburino"), Mart velikodušnyj (1967, "Marzo magnanimo"; scelte da queste raccolte sono apparse in italiano, in antologie come Poesia russa contemporanea, Milano 1967, Poesia sovietica degli anni 60, ivi 1971, Canzoni russe di protesta, ivi 1972). Le sue liriche, che sono anche le sottili trame per le canzoni che egli stesso canta con un essenziale accompagnamento di chitarra, sono concepite per una fruizione "da camera", intessute - nell'ovvietà e semplicità dei temi prescelti - di continui e complessi rimandi, allusioni, che stemperano in un lirismo ironico la materia incandescente di proteste e risentimenti. O' è anche prosatore di rilievo; esordì con Bud' zdorov, školjar (1961, "Sta bene, scolaro"; trad. it. In prima linea, Roma 1962), un racconto lungo, nella linea della narrativa bellica lirico-psicologica, che non mancò di venire criticato, per l'infantilismo del protagonista; poi seguì Bednyj Avrosimov (1969, trad. it. Il povero Avrosimov, Bari 1969; una seconda edizione apparve nel 1971 col titolo Glotok svobody, "Un sorso di libertà"), con cui O. riprendeva con sottile ingegno il genere del romanzo storico, cui ritornò nel 1971, con Mersi, ili Pochoždenija Šipova ("Merci, ovvero le avventure di Šipov", trad. it. L'agente di Tula, Milano 1972). La straordinaria fortuna di O. come modello di un certo tipo di cultura orale, fortemente allusiva, fu occasione di alcune reprimende cui venne fatto oggetto: membro del Partito dal 1955, ne fu espulso nel 1972, con l'accusa di collusione con gli ambienti della cultura "clandestina". La raccolta più ampia delle opere di O. è apparsa in russo in Occidente col titolo Proza i poezija, Francoforte 1968. Esiste anche un'edizione discografica delle sue canzoni, nella sua interpretazione: Un nastro da Mosca ("canzoni del disgelo cantate da B. Okudžava"), Milano 1967.
Bibl.: G. Krasuchin, To grusten on- to vesel on... ("Ora è triste, ora allegro"), in Voprosy literatury, IX, 1968; V. Solov'ev, Po čertežam svoej duši ("Pei disegni della propria anima"), in Zvezda, V, 1968; G. Buttafava, Il cantapoeta, in Poesia russa contemporanea, Milano 1967; P. Zveteremich, B. Š. Okudžava, in Canzoni russe di protesta, ivi 1972.