Bulgaria
Il passaggio a sud-est tra Europa e Asia
Regione tipicamente balcanica ‒ di passaggio e di mescolanza tra Europa e Asia ‒ la Bulgaria è stata per secoli in bilico tra Occidente e Oriente, tra cultura slava e cultura turca. La recente trasformazione in senso democratico del sistema politico-economico non è stata priva di difficoltà per la Bulgaria, che si è avvicinata all'Occidente, nella speranza di un futuro più prospero
Il territorio bulgaro è formato da pianure e montagne alternate, disposte in senso ovest-est: la pianura del Danubio, a clima continentale, coltivata a mais e foraggi; i Monti Balcani; la pianura dei fiumi Tundža e Marica, a clima mediterraneo, ricca di frutta e ortaggi e famosa per le rose, coltivate per farne profumi e marmellate; i Monti Rodopi (il Musala, 2.925 m, è il più alto), sono dolci di forme come i Balcani ma hanno un clima alpino.
La popolazione vive soprattutto nelle piane, ma la capitale Sofia (Sofija, 1.194.000 abitanti) è situata su un altopiano; principale centro economico e culturale, Sofia ha antichi monumenti, tra cui chiese e moschee. Città importanti sono poi Plovdiv e Varna. La popolazione comprende minoranze di Turchi e Zingari ed è di religione ortodossa, ma molti sono i musulmani in quest'area di contatto fra cristianesimo e Islam.
Oltre all'agricoltura è importante il turismo, grazie alle spiagge del Mar Nero, alle bellezze naturali e ai monumenti, mentre l'industria è in grave crisi. L'economia bulgara era integrata con quella sovietica e quando si è dovuto modificare il sistema economico il paese si è molto impoverito.
I Bulgari sono un popolo di stirpe turca che si stanziò tra il 7° e l'8° secolo d.C. nei Balcani, convertendosi al cristianesimo ortodosso e fondendosi con le popolazioni slave. Tra la fine del 9° e l'inizio del 10° secolo prese forma, grazie a una serie di guerre vittoriose, la 'grande Bulgaria', che comprendeva quasi tutti i Balcani. Ma agli inizi dell'11° secolo la Bulgaria fu sottomessa dai Bizantini e nel corso del 14° secolo finì sotto il dominio dell'impero ottomano, che durò più di cinque secoli.
Nella seconda metà dell'Ottocento vi fu un risveglio del sentimento nazionale, che produsse varie rivolte antiturche e condusse infine, nel 1908, alla piena indipendenza della Bulgaria, che si costituì in monarchia. Inseguendo l'antico sogno della 'grande Bulgaria' ‒ che implicava la riconquista della Macedonia e lo sbocco sul Mare Egeo ‒ i sovrani bulgari si allearono nel primo conflitto mondiale con gli imperi centrali (Germania e Austria) e nel secondo con le potenze dell'Asse (Germania e Italia), uscendo però sconfitti da entrambe le guerre. L'invasione da parte delle truppe sovietiche, nel 1944, portò al crollo della monarchia.
Nel 1946 venne proclamata la repubblica e nel giro di pochi anni si instaurò un regime comunista modellato su quello dell'Unione Sovietica, paese del quale la Bulgaria fu l'alleato più disciplinato e sottomesso. Al suo interno il regime si caratterizzò per l'immobilismo, di cui fu espressione il quarantennale predominio del leader Todor Zivkov. Il crollo dei regimi comunisti, a partire dal 1989, coinvolse anche la Bulgaria, che si diede una nuova costituzione democratica. Ma la transizione verso l'economia di mercato non fu facile, perché le liberalizzazioni crearono nell'immediato un forte aumento della disoccupazione. Pur mantenendo saldi legami con la Russia, la Bulgaria si è di recente sempre più orientata verso l'Occidente: nel 2004 è entrata a far parte della NATO e nel 2007 è previsto il suo ingresso nell'Unione europea.