BUONCONSIGLIO, Giovanni, detto il Marescalco
Pittore vicentino. Il suo primo ricordo a Vicenza è del 1495, morì a Venezia tra il 1535 e il '37.
Influssi dal Montagna e più da Antonello sono evidenti, quali elementi fondamentali dell'arte sua, nella Madonna col Bambino già nella raccolta von Beckerath a Berlino, e nella Madonna con il Bambino e S. Giovannino del Metropolitan Museum di New York. Essi formano ancora il principio della sua forma incisa e aspra nel suo capolavoro, la Pietà di Vicenza, dove pure appare che il pittore guardava già a Giambellino. La grande composizione trae dalla rudezza vicentina una potenza drammatica nuova. Appartiene al primo tempo anche l'antonelliano ritratto virile della galleria capitolina a Roma; ma la prima opera datata ci è conservata in frammento. Essa era nella chiesa dei Ss. Cosma e Damiano a Venezia. Da un incendio se ne salvò un particolare con le teste dei Ss. Cosma, Benedetto e Tecla, oggi nell'Accademia di Venezia, e sul quale è stata trasportata l'iscrizione con la firma dell'artista e la data (22 dicembre 1497). Il frammento mostra come l'artista cerchi di accostarsi a Giambellino con un modellato pastoso, con cui addolcisce la sua prima forza plastica. Per la via nuova cade poi in convenzionalismi. Dello stesso anno 1497 è la pala con la Vergine tra i Ss. Pietro e Giuseppe nella chiesa parrocchiale di Cornedo. Del 1502 è la pala per la chiesa di S. Rocco a Vicenza, a imitazione della pala del Montagna che è nel museo di quella città. Del 1511, una Vergine coronata da due angioli tra S. Rocco e S. Sebastiano nel duomo di Montagnana. Nello stesso luogo si conservano anche un grande affresco con l'Ascensione di Maria, nell'abside, e una S. Caterina, datata 1513. Pure a Montagnana, nella sala del Municipio, è una Madonna in trono tra quattro santi, firmata, proveniente dalla chiesa della Natività. A S. Pietro di Montecchio Maggiore è una Madonna in trono con Santi, un papa e il committente; e in essa si trova l'ultima data che l'artista abbia posto nelle sue opere conservate: 1519. Nell'Accademia di Venezia si conservano altre opere del B. Le pale di S. Giacomo dell'Orto e di S. Spirito esemplificano pure l'ultima e meno costrutta maniera del maestro, che perdette quasi appieno nella leziosa ricerca del grazioso la primitiva promettente monumentalità. Che egli fosse collaterale di G.B. Cima nella bottega del Montagna lo prova l'esecuzione del Leone di San Marco fra quattro Santi, attribuibili quelli a destra al B., e quelli a sinistra al Cima; quadro ora alla Ca' d'Oro, restituito dall'Austria.
Bibl.: A. Foratti, G. B. pittore vicentino, Padova 1907; id., S. Rumor e M. H. Bernath, in Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, V, Lipsia 1911; Crowe e Cavalcaselle, A History of Painting in North Italy, ed. Borenius, II, Londra 1912; A. Venturi, Storia dell'arte italiana, VII, iv, Milano 1915, pp. 634-48; A. Foratti, Di alcuni quadri inediti di G. B., in Boll. d'arte, 1918, pp. 70-80.