BURGENLAND (A. T., 56-57)
Paese confederato (Bundesland) della Repubblica Austriaca, provincia di confine con l'Ungheria, a cui apparteneva prima del trattato di S. Germano (1919).
I suoi confini attuali con l'Ungheria sono del tutto artificiali; concordati col protocollo di Venezia dell'ottobre 1921, furono determinati dopo il plebiscito della regione, riuscito quasi completamente a favore dell'Ungheria. Il territorio ungherese s'insinua, a sud del Lago di Neusiedl, attorno a Sopron (Ödenburg), dividendo quasi completamente il Burgenland settentrionale da quello meridionale; il resto del confine lascia all'Ungheria il territorio attorno alle maggiori città e ai centri ferroviarî di Hegyeshalom (Strass-Sömmerein), Szombathely (Steinamanger) e S. Gottardo. I limiti amministrativi occidentali con la Stiria e la Bassa Austria sono quelli storici della vecchia frontiera ungherese. Il Burgenland settentrionale, prevalentemente pianeggiante, si stende sul versante orientale dei granitici Monti della Leitha (m. 480) e degrada con ampie terrazze plioceniche fino alla depressione del Lago di Neusiedl (metri 113 s. m.), che rappresenta la parte più bassa di tutta la regione (m. 17 sotto il livello del Danubio a Bratislava [Presburgo]). La scarsità delle precipitazioni (da 500 a 600 mm. annui), dà luogo a una steppa di tipica flora pannonica con vaste estensioni di terreno anche sterile; dove la flora pannonica e quella della media Europa si confondono, si hanno boschi di castagni ed estese colture di vigneti e frutteti.
Il Burgenland meridionale comprende la zona montuosa dei bacini superiori del Rabnitz, del Güns, della Pinka e degli affluenti di sinistra del Raab (ungh. Raba), modellati in ampie vallate sulle rocce cristalline dei colli del Bucklige Welt e negli strati pontici dei colli stiriani, che degradano alla pianura ungherese in una serie di terrazze ampie e aperte. Il clima qui corrisponde a quello della Bassa Stiria, con piogge superiori ai 750 mm. annui, permette lo sviluppo del ceduo e dei boschi di querce e castagni sui versanti montuosi, con colture di vigneti e soprattutto di frutteti e campi, che superano il 50% dell'area.
Il Burgenland ha economia prevalentemente agricola. Le colture più estese sono quelle del frumento, della segala, dell'orzo, dell'avena, del mais; inoltre vi si coltivano patate, barbabietole e foraggi. Questi alimentano 43,6 capi di bovini ogni 100 abitanti, 34,4 maiali, 6,2 cavalli, 2,2 pecore, 2,8 capre.
Quasi nulla, soprattutto nel Burgenland settentrionale, è invece la produzione mineraria, e pure assai scarsa e recente è l'attività industriale, sorta dopo la guerra, limitata a qualche zuccherificio e a piccole fabbriche di conserva; ciò è dovuto anche alla scarsità delle forze d'acqua disponibili nei torrenti della regione.
Scarse, nel 1924, erano le vie di comunicazione ordinaria, tenuto conto della prevalente morfologia collinare e pianeggiante del Burgenland austriaco; ciò si deve anche all'andamento del nuovo confine politico, per cui i grandi centri stradali e ferroviarî, attorno ai nuclei maggiori cittadini di comunicazione restarono tutti in territorio ungherese. La linea longitudinale di pianura Bratislava-Szombathely è tutta Ungheria, per cui si presenta urgente il problema del riassetto della rete ferroviaria per le comunicazioni longitudinali della provincia e per i nuovi raccordi del Burgenland meridionale con la vicina Stiria e soprattutto con Graz.
Il Burgenland aveva, nel 1923, 285.609 ab., con una diminuzione dal 1910 di 5530 ab. (1,8%), dovuta in gran parte all'esodo delle famiglie magiare dopo l'annessione all'Austria. Dentro i confini del Burgenland austriaco il censimento ungherese del 1910 dava il 9% Magiari, contro 74,4 Tedeschi e 15% Croati; il censimento austriaco del 1923 diede invece 5,4% Magiari, 79,3 Tedeschi e 14% Croati. Questi sono addensati soprattutto nella steppa della Pandorfer Heide e del Haidboden, a sud del Lago di Neusiedl e nella valle della Pinka. I grossi centri cittadini, come Szombathely (ab. 34.699 nel 1920), Köszeg (Güns), Sopron, la romana Scarbantia (ab. 35.240), che è il vero capoluogo della regione, hanno maggioranze magiare, e nel plebiscito del 1923 hanno votato compatti per l'Ungheria.
Essendo i maggiori centri cittadini rimasti all'Ungheria, il Burgenland austriaco non ha che borgate rurali, e la capitale provvisoria si può considerare Eisenstadt (ab. 3263) sui colli a O. del Lago di Neusiedl, tipica cittadina tedesca con parecchi edifici barocchi; vicino è Mattersdof (3700 ab.) sulla via di comunicazione per il Bacino di Vienna. Nel Burgenland meridionale i centri rurali maggiori sono: Güssing (ab. 2146), Ober Wart (ab. 3846), l'avamposto magiaro nella valle della Pinka, Pinkafeld (ab. 2573) nella stessa valle, la contrapposta cittadina tedesca, e Deutsch-Kreutz (ab. 3321), che va sviluppandosi come mercato tedesco a fianco dell'ungherese Sopron.
Amministrativamente la provincia austriaca del Burgenland è oggi divisa in 2 distretti cittadini 7 rurali e 7 giudiziarî.
Bibl.: E. Oberhummer, Der Name Burgenland, in Geographische Zeitschrift, XXXV (1929), pp. 162-3; O. Kende, Das Burgenland, in Der Auslanddeutsche, IV, 1921; M. Sidaritsch, Die landschaftliche Gliederung des Burgenlandes, in Mitt. d. geogr. Gesell. in Wien, 1924; Statistisches Handbuch für die Republik Österreich, VII, Vienna 1926; N. Krebs, Die Ostalpen und das heutige Österreich, 2ª ed., Stoccarda 1928.
Storia. - Il nome Burgenland è moderno e non ha ancora un contenuto storico. Compare la prima volta nel dicembre 1918 (in una poesia pubblicata in un giornale viennese) per indicare la regione d'insediamento accentrato tedesco nell'Ungheria occidentale tedesca. La terra che (per riguardo ai molti nomi di città desinenti in -burg) lo porta oggi, non ha costituito nel passato una regione particolare, geograficamente o storicamente individuata. Il Burgenland, come ora è determinato, deve la sua origine ai trattati di pace ed è composto, su una base puramente etnica, da alcuni distretti occidentali dei cinque antichi comitati dell'Ungheria, che erano abitati in maggioranza da Tedeschi. La storia di questo territorio è quella di tutte le zone di frontiera in Europa. I Magiari, venuti quivi nel sec. IX, si estesero anche nelle ultime plaghe occidentali, dove trovarono resti di popolazioni unne, avariche, slave e forse tedesche. Da allora, sino ai tempi moderni, quel territorio fu considerato parte geograficamente e politicamente integrante dell'Ungheria. Più volte però (la prima nel 1074) alcune città o distretti furono ceduti o dati in pegno agl'imperatori di Germania o ai duchi d'Austria, sia per regolare questioni di confine, sia per garantire prestiti concessi.
Le vicende storiche del paese resero possibili, fino al sec. XVII, ininterrotte immigrazioni di elementi tedeschi: coloni tedeschi vennero ivi stabiliti anche dai re d'Ungheria. Sicché si formò una popolazione quasi compattamente tedesca, tramezzata da larghi strati magiari e slavi. I Tedeschi si chiamavano Heànzi o Hiènzi: si considerarono sempre (come si vede dal più illustre di tutti, il musicista Liszt) Ungheresi.
La propaganda nazionalista tedesca venne di fuori, dopo il 1880, per opera delle associazioni austriache. Nel 1910 vi fu anche un vano tentativo di candidatura politica tedesca. Espressa nel 1909 da uno scrittore austriaco l'opinione che l'Ungheria occidentale tedesca dovesse essere annessa all'Austria in compenso della Bosnia, che si sarebbe annessa all'Ungheria, fu raccolta soltanto nel circolo magiarofobo dell'arciduca Francesco Ferdinando. Verso la fine della guerra europea, in un comizio pangermanista a Vienna, un oratore chiese l'annessione di quella regione se l'Ungheria avesse ottenuto territorî serbi o romeni. Da queste isolate manifestazioni venne poi la domanda fatta dall'Austria alla Conferenza di Parigi, sostenuta la prima volta nel Reichsrat di Vienna, nel settembre del 1918. Il 12 novembre l'assemblea austriaca, appena votata la costituzione repubblicana, deliberò d'invocare l'autodecisione per l'Ungheria occidentale tedesca. Nel dicembre la guardia nazionale di Wiener Neustadt tentò sommuovere la regione e penetrò oltre i confini: voleva ivi proclamare la repubblica "Heanzenland". Intanto, l'interno della regione era stato agitato dai comitati nazionali che vi si erano formati. Dei quali però nessuno chiese il distacco dall'Ungheria, quasi tutti invece l'autonomia, che il governo karolyano concesse con la legge VI del 1919.
Gli Slavi avevano per questo territorio un altro disegno: esso doveva formare il desiderato corridoio fra la Cecoslovacchia e la Iugoslavia. Ma il progetto, minaccioso per la politica italiana, fu fatto fallire. Gli Slavi allora perorarono l'annessione all'Austria. E la Conferenza della pace, invece di accordare il plebiscito chiesto dall'Austria, decretò (20 luglio e 2 settembre 1919) l'annessione, sanzionata poi dai trattati di San Germano e del Trianon. Solo pochi luoghi (fra cui Güns [ung. Köszeg] e San Gottardo) chiesti dall'Austria non le furono concessi.
Così l'assegnazione del Burgenland all'Austria rappresentò un notevole acquisto territoriale - che però fu il solo - fatto dal germanesimo con la guerra, e una sua vigorosa spinta verso oriente.
Quando, alla fine d'agosto del 1921, le autorità austriache incominciarono l'occupazione del territorio, trovarono la resistenza armata dei Magiari e dopo sanguinosi conflitti furono costrette a ritirarsi. Trattative intense condotte fra Vienna e Budapest, che voleva salvare almeno Sopron, furono vane. Vana anche una mediazione cecoslovacca. Ebbe buon esito invece l'intervento italiano, approvato dalla Conferenza degli ambasciatori. L'11 ottobre 1921 delegati dei due paesi s'incontrarono nella Conferenza di Venezia, dove gli Austriaci accettarono il plebiscito per Sopron. Questo (14-16 dicembre 1921) riuscì favorevole all'Ungheria. Ai Tedeschi dell'Austria, dopo l'ultima deliberazione della Conferenza degli ambasciatori, che approvò il plebiscito (23 dicembre 1921), rimase un territorio, abitato, secondo le statistiche austriache, da circa 228.000 Tedeschi, 40.000 Slavi e 15.000 Magiari. Dichiarato membro della Federazione austriaca, col nuovo nome di Burgenland, sin dal 1° ottobre 1920 (legge costituzionale della Repubblica), fu occupato dalle autorità austriache il 4 dicembre 1921.
Bibl.: Bericht über die Tätigkeit der d.-öst. Friedensdelegation, Vienna 1919, I, p. 135 segg.; II, pp. 296, 320 e passim; Les négociations de la paix hongroises, Budapest 1920, nota xv e appendici; A. Gagyi, A Nyugatmagyarországi kérdés, nella rivista Új Magyar Szemle, febbraio 1921; Sieger, Vom Burgenland, nella Deutsche Rundschau del novembre 1923; A. Tamaro, Il Burgenland, Roma 1921; Chervin, De Prague à l'Adriatique, Parigi 1919; Das Burgenland unter öst. Verwaltung, Vienna 1924.