BURNEY, Frances, Madame d'Arblay
Scrittrice inglese, figlia del precedente, nata a King's Lynn il 13 giugno 1752, morta il 6 gennaio 1840. La tendenza della sua arte si rivelò già nel titolo stesso del primo romanzo: Evelina or a young lady's entrance in the World (1778). C'era, come anche più tardi in Cecilia (1782), qualche ricordo della maniera di Richardson; ma la semplicità e naturalezza del tono, il femminile intuito psicologico e l'istintivo senso caricaturale nell'osservazione della vita le conferirono subito una sua propria fisionomia. Introdotta in casa Thrale, visse per alcuni anni in famigliare consuetudine con i maggiori uomini del tempo, molto apprezzata dal Burke, dal Reynolds e dallo stesso Johnson. Seguirono più tardi, oltre qualche tentativo drammatico e qualche racconto minore, l'elaborazione delle Memorie del padre (1832) e due altri romanzi: Camilla (1796) e The Wanderer (1814). Sotto l'influenza del Johnson, lo stile vi è più sostenuto, e vi è anche una più ricca esperienza umana; ma la freschezza ingenua, che era il suo maggior fascino, s'è un po' perduta. Certo vi contribuirono anche le vicende della vita: i cinque burrascosi anni passati a Winsor come seconda guardarobiera di corte sotto Madame Schwellenberg; le irrequiete vicende dell'agitata esistenza dopo il matrimonio col generale d'Arblay, già compagno di Lafayette, dal 1802, quando lo raggiunse con i bambini a Parigi, fino al 1814, quando poté rientrare in Inghilterra. Più che i due romanzi, l'opera veramente viva che ne nacque fu il Diario (7 voll., 1842-46; ultima ediz. di A. Dobson, 1904): la spontaneità della prosa e la felicità dell'osservazione sono tali che molte pagine hanno - non solo storicamente, ma anche artisticamente - un valore durevole.
Bibl.: A. Dobson, F.B., Londra 1903; C. Hill, The house in St. Martin street: Chronicles of the Burney family, Londra 1906; id., F.B. at the Court of Queen Charlotte, Londra 1912; Macaulay, Essays, II, Londra 1854.