Reynolds, Burt (prop. Burton)
Attore e regista cinematografico statunitense, di padre pellerossa e madre italiana, nato a Waycross (Georgia) l'11 febbraio 1936. Con il suo volto dai lineamenti ben marcati, ha incarnato la tipologia dell'uomo virile e d'azione, modernizzando la mascolinità con una buona dose di umorismo e ironia. Affermatosi negli anni Settanta, quando si rivelò particolarmente efficace nella parte del 'duro' coinvolto in una spirale di violenza in Deliverance (1972; Un tranquillo week-end di paura) di John Boorman, successivamente ha consolidato la sua celebrità conservando la benevolenza del pubblico, pur non potendo contare su sceneggiature convincenti e su ruoli particolarmente ambiziosi e rivelandosi essenzialmente un buon caratterista. Si è anche cimentato con esiti discontinui nella regia, prediligendo il genere poliziesco.
Dopo aver frequentato il Florida State College, intraprese la carriera sportiva ma, in seguito a un incidente automobilistico, dovette abbandonare l'attività professionistica. Vincitore del Florida Drama Award per una recita scolastica, seguì un corso all'Hyde Park Playhouse di New York e cominciò a lavorare come attore in teatro e alla televisione. Esordì nel cinema con Angel baby (1961; Anonima peccati), iniziato da Paul Wendkos e portato a termine da Hubert Cornfield, e venne successivamente impegnato in film di scarso valore. Fu quindi protagonista del western di Sergio Corbucci Navajo Joe (1966) e tra gli interpreti principali di Shark (1970; Quattro bastardi per un posto all'inferno) di Samuel Fuller. Dopo aver partecipato alla commedia di Woody Allen Everything you always wanted to know about sex, but were afraid to ask (1972; Tutto quello che avreste voluto sapere sul sesso ma non avete mai osato chiedere), con Deliverance gli venne offerta la prima e, probabilmente, migliore occasione della sua carriera: il film di Boorman, una cruda riflessione sull'elemento animalesco insito nell'uomo, profondamente critico nei confronti del mito della natura, esaltò le caratteristiche fisiche dell'attore meticcio. Si rivelò poi convincente anche in commedie quali At long last love (1975; Finalmente arrivò l'amore) e Nickelodeon (1976; Vecchia America) dirette da Peter Bogdanovich, o in farse quali Lucky Lady (1975; In tre sul Lucky Lady) di Stanley Donen e Silent movie (1976; L'ultima follia di Mel Brooks) di Mel Brooks. Sempre negli anni Settanta si mise particolarmente in luce in due film di Robert Aldrich, dapprima con il ruolo dell'ex campione di football costretto dal direttore di un carcere in cui si trova recluso ad allenare una squadra di detenuti in The longest yard (1974; Quella sporca ultima meta), quindi con quello di un ispettore in Hustle (1975; Un gioco estremamente pericoloso). Fu poi il protagonista di Starting over (1979; E ora: punto e a capo) di Alan J. Pakula e di Best friends (1982; Amici come prima) di Norman Jewison, prima di fornire una buona prova nella spigliata commedia The man who loved women (1983; I miei problemi con le donne) di Blake Edwards, parzialmente ispirato a L'homme qui aimait les femmes (1977) di François Truffaut, nella quale interpreta uno scultore molto amato dalle donne, ma con problemi di impotenza. Nel corso degli anni Ottanta è stato frequentemente utilizzato dal cinema d'azione come in City heat (1984; Per piacere… non salvarmi più la vita) di Richard Benjamin, Heat (1987; Black Jack) di Jerry Jameson e Dick Richards, Malone (1987; Malone ‒ Un killer all'inferno) di Harley Cokliss e Physical evidence (1989; Il corpo del reato) di Michael Crichton, oltre a essere stato protagonista delle commedie Switching channels (1987; Cambio marito) di Ted Kotcheff e Breaking in (1989; Ladro e gentiluomo) di Bill Forsyth. Scritturato spesso per ruoli convenzionali negli anni Novanta, ha interpretato, tra gli altri, Striptease (1996) di Andrew Bergman, prima di dare prova di una grande maturità espressiva in Boogie nights (1997; Boogie nights ‒ L'altra Hollywood) di Paul Thomas Anderson, nella parte di Jack Horner, un affermato regista di film pornografici che introduce un giovane nel mondo dell'hard-core. Dopo aver ricoperto il ruolo del generale Newton in Bean, noto anche come Bean ‒ The ultimate disaster movie (1997; Mr Bean ‒ L'ultima catastrofe), di Mel Smith, ha interpretato, tra gli altri, Mistery, Alaska (1999) di Jay Roach e Tempted (2001; Tentazione mortale) di Bill Bennett. Ha anche diretto alcuni film per il cinema e la televisione, tra cui, The end (1978; La fine… della fine) e Sharky's machine (1981; Pelle di sbirro), dei quali è stato anche interprete.
D. McGillivray, Burt Reynolds, in "Focus on film", Autumn 1972, pp. 12-13.
M. Whitman, The films of Burt Reynolds, Bembridge 1975.
D. Whitley, Burt Reynolds: portrait of a superstar, New York 1979.
N. Streetbeck, The films of Burt Reynolds, New York 1982.