Burundi
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Geografia umana ed economica di Anna Bordoni
Stato interno dell'Africa orientale. All'ultimo censimento (1990) la popolazione era di 5.292.793 ab., saliti ben oltre i 7 milioni (7.548.000 ab.) alle ultime stime anagrafiche (2005); la densità è quindi elevatissima e il B. continua a essere uno dei Paesi più densamente popolati dell'intero continente africano.
Dopo dieci anni di guerra civile, il sia pur fragile processo di pacificazione avviato ha aperto una prospettiva di rientro per le centinaia di rifugiati nei Paesi limitrofi e per i profughi all'interno dello stesso Paese. Secondo alcune stime la popolazione della capitale, Bujumbura, che al censimento era di 235.440 ab., era salita alla fine del secolo scorso a circa 319.000 ab., mentre la popolazione urbana complessiva rappresentava appena il 10% della totale. Il B. è in assoluto uno dei Paesi più poveri dell'Africa e del mondo intero. La drammatica situazione di indigenza della popolazione è stata aggravata dalle ricorrenti crisi tribali e dal clima di insicurezza e di conflittualità che hanno caratterizzato la vita politica e che l'accordo finale di cessate il fuoco firmato nel 2003 non ha assolutamente risolto. Il debito estero del B. è rimasto elevatissimo, il settore informale coinvolge mediamente tutte le componenti territoriali del Paese e una gran parte della popolazione è sottoccupata e vive di una stentata agricoltura quando non di attività marginali e di espedienti. Le principali colture (caffè, tè, cotone, canna da zucchero, palma da olio, tabacco) non hanno ritrovato il livello di produzione precedente la guerra civile e, dal 1997, il prezzo internazionale del caffè (principale risorsa per l'esportazione) ha conosciuto un costante declino. Il ritorno a un clima di normalità dovrebbe favorire la ripresa delle operazioni di sfruttamento dei ricchi giacimenti di nichel (i cui depositi sono stati stimati pari al 5% delle riserve mondiali), mentre nel sottosuolo è stata accertata la presenza di fonti energetiche. Nel 2003, secondo le stime della Banca mondiale, il reddito pro capite era di circa 100 dollari, la speranza di vita alla nascita di 42 anni per gli uomini e 44 anni per le donne, la mortalità infantile del 106‰ e il 50% della popolazione era analfabeta (2000-2005).
Storia di Silvia Moretti
Dopo dieci anni di guerra civile e un accordo di pace firmato il 28 agosto 2000 ad Arusha, in Tanzania, tra l'allora presidente tutsi P. Buyoya e i leader dei partiti e gruppi armati ribelli hutu, un nuovo accordo finale di cessate il fuoco fu firmato a Dār es-Salām, Tanzania, nel novembre 2003 tra il principale partito ribelle hutu Conseil national pour la défense de la démocratie-Forces de défense de la démocratie (CNDD-FDD) diretto da P. Nkurunziza e il governo di transizione guidato dal Presidente hutu D. Ndayizeye del Front pour la démocratie au Burundi (FRODEBU). L'accordo del 2003, preceduto di poche settimane dall'accordo politico e militare di spartizione dei poteri tra le due parti (ottobre), riuscì a conferire maggiore concretezza alla fase di transizione politica avviata nel 2000 e finalizzata a organizzare elezioni democratiche e ad assicurare un'adeguata rappresentanza agli Hutu.
Con il 2005 si chiudeva la lunga fase transitoria aperta all'indomani della firma degli accordi di pace dell'agosto 2000. Nel mese di febbraio il referendum costituzionale veniva approvato con circa il 92% dei consensi dai burundesi, affluiti in massa alle urne. Tutti gli articoli della nuova Costituzione erano ispirati al principio di una più equa distribuzione del potere tra la maggioranza hutu e la minoranza tutsi. Governo, Assemblea nazionale e maggiori aziende pubbliche del B. sarebbero stati composti al massimo dal 60% di Hutu e dal 40% di Tutsi. Tre rappresentanti dell'etnia Twa avrebbero partecipato di diritto all'Assemblea nazionale e al Senato, entrambi organismi per i quali era prevista la soglia minima del 30% di donne. Nell'organico delle forze di polizia e dell'esercito nessun gruppo etnico poteva superare il 50% degli effettivi. Il presidente veniva eletto con il suffragio universale (a eccezione del primo presidente della fase post transitoria eletto dalle due camere congiunte). A giugno le elezioni amministrative registravano il successo del CNDD-FDD (57% dei voti), successo confermato il mese successivo nelle prime elezioni legislative multipartitiche dal 1993. In quest'occasione il CNDD-FDD si aggiudicò nuovamente il 57% dei voti, mentre il FRODEBU il 21,68% e l'Union pour le progrès national (UPRONA), il partito tutsi egemonico nel Paese fino alla fine degli anni Ottanta, il 7,17%. Nel mese di agosto il leader del CNDD-FDD Nkurunziza, unico candidato, fu eletto presidente dalle due camere a grandissima maggioranza.
Seppure minacciata dalla guerriglia della fazione hutu contraria agli accordi, le Forces nationales de libération (FLN), responsabile del massacro di 160 Tutsi congolesi nel campo profughi di Gatumba (ag. 2004), sembrava avviarsi nel Paese e in tutta la regione dei Laghi una possibile pacificazione che permetteva il rientro in B. dei profughi dalla Tanzania, 90.000 circa nel 2004 e molti altri ancora nel 2005 grazie al piano di rimpatrio messo a punto dall'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (ACNUR).